Heftur með gaddavír
í kjaftinum sem blæðir mig
Læstur er lokaður
inn í búri
Dýr nakinn ber á mig
Og bankar upp á frelsari
Ótaminn setur í ný batterí
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Við tætum tryllt af stað
út í óvissuna þar
til að við rústum öllu og reisum aftur
Aftur á ný
Aftur á ný
Aftur á ný
Aftur á bak þar sem við ríðum
Aftur með gaddavír
á kjaftinum sem rífur upp gamalt gróið sár
Er orðinn ryðguð sól
Rafmagnið búið
Mig langar að skera
Og rista sjálfan mig á hol
En þori það ekki
Frekar slekk ég á mér
Aleinn á ný
í kjaftinum sem blæðir mig
Læstur er lokaður
inn í búri
Dýr nakinn ber á mig
Og bankar upp á frelsari
Ótaminn setur í ný batterí
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Og hleður á ný
Við tætum tryllt af stað
út í óvissuna þar
til að við rústum öllu og reisum aftur
Aftur á ný
Aftur á ný
Aftur á ný
Aftur á bak þar sem við ríðum
Aftur með gaddavír
á kjaftinum sem rífur upp gamalt gróið sár
Er orðinn ryðguð sól
Rafmagnið búið
Mig langar að skera
Og rista sjálfan mig á hol
En þori það ekki
Frekar slekk ég á mér
Aleinn á ný
inviata da Bernart Bartleby - 16/10/2018 - 22:46
Lingua: Italiano
Traduzione italiana da sigurros.it
NUOVE BATTERIE
Un filo spinato è stato fissato alla mia bocca sanguinante,
sono rinchiuso in una gabbia,
percosso da animali nudi;
un liberatore bussa alla mia porta,
indomito, mi inserisce delle nuove batterie
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
Spicchiamo il volo
verso l’ignoto,
fino a quando non avremmo distrutto ogni cosa e saremo padroni
ancora una volta
ancora una volta
ancora una volta
ancora una volta, come in passato, quando dominavamo.
Di nuovo il filo spinato ritorna
nella mia bocca, riapre una ferita guarita da tempo.
La mia anima si sta arrugginendo,
la corrente elettrica è saltata.
Voglio recidermi,
farmi a fette fino a morire.
Ma non oso rischiare tanto.
Mi rinchiudo in me stesso, invece,
da solo, ancora una volta.
Un filo spinato è stato fissato alla mia bocca sanguinante,
sono rinchiuso in una gabbia,
percosso da animali nudi;
un liberatore bussa alla mia porta,
indomito, mi inserisce delle nuove batterie
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
e ricarica ancora una volta
Spicchiamo il volo
verso l’ignoto,
fino a quando non avremmo distrutto ogni cosa e saremo padroni
ancora una volta
ancora una volta
ancora una volta
ancora una volta, come in passato, quando dominavamo.
Di nuovo il filo spinato ritorna
nella mia bocca, riapre una ferita guarita da tempo.
La mia anima si sta arrugginendo,
la corrente elettrica è saltata.
Voglio recidermi,
farmi a fette fino a morire.
Ma non oso rischiare tanto.
Mi rinchiudo in me stesso, invece,
da solo, ancora una volta.
inviata da B.B. - 16/10/2018 - 22:47
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Nell'album intitolato "Ágætis byrjun", poi estratto come singolo
Non so esattamente il significato di questa canzone... Parla di un prigioniero, forse un animale in una gabbia, forse un essere umano, poi costretto dai suoi aguzzini alla guerra, o a sopraffarre altri animali, altri esseri umani... O forse parla della violenza insita nell'uomo, nelle società umane, forse nel nucleo basilare di ogni società umana, la famiglia, dove nel silenzio si consumano indicibili violenze, il più delle volte a danno dei più deboli, delle donne, dei bambini...
Non so. Nel dubbio la inserisco in diversi percorsi sulla violenza... Vedete poi voi...