In ogni giorno che ti svegli in questa vita tua
Ti dici non è meglio se domani vado via
Al ballo dell’economia non c’è posto per te
Che mafie banche e ladri qui la vogliono com’è
Nessun bene comune per te sia quel che sia
Hanno sparato in mezzo agli occhi a questa Italia mia
In questo tempo infame ognuno si fa i fatti suoi
Non hai tempo di vivere fottuto dai tuoi guai
La regola è chi ha già tanto avrà sempre di più
E che chi ha poco o niente cade sempre un po’ più giù
Dov’è una luce che ci porti via dalla follia
Hanno sparato in mezzo agli occhi a questa Italia mia
In alto il cuore amico mio come resisteremo ancora un po’
In alto il cuore amico mio rinasceremo io lo so
Ci sarà pure un sole in fondo a questa malattia
E si alzerà del vento forte che la porta via
Ci sarà un cielo chiaro ed un bel giorno anche per noi
E impareremo a vivere per quel che conta sai
E balleremo insieme senza più andare via
Sia gioia e sia rinascimento in questa Italia mia
E balleremo insieme oppure andremo via
Sia gioia e sia rivoluzione in questa Italia mia
Ti dici non è meglio se domani vado via
Al ballo dell’economia non c’è posto per te
Che mafie banche e ladri qui la vogliono com’è
Nessun bene comune per te sia quel che sia
Hanno sparato in mezzo agli occhi a questa Italia mia
In questo tempo infame ognuno si fa i fatti suoi
Non hai tempo di vivere fottuto dai tuoi guai
La regola è chi ha già tanto avrà sempre di più
E che chi ha poco o niente cade sempre un po’ più giù
Dov’è una luce che ci porti via dalla follia
Hanno sparato in mezzo agli occhi a questa Italia mia
In alto il cuore amico mio come resisteremo ancora un po’
In alto il cuore amico mio rinasceremo io lo so
Ci sarà pure un sole in fondo a questa malattia
E si alzerà del vento forte che la porta via
Ci sarà un cielo chiaro ed un bel giorno anche per noi
E impareremo a vivere per quel che conta sai
E balleremo insieme senza più andare via
Sia gioia e sia rinascimento in questa Italia mia
E balleremo insieme oppure andremo via
Sia gioia e sia rivoluzione in questa Italia mia
envoyé par Dq82 - 2/3/2018 - 15:11
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All'Italia
Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.
È possibile che la gran massa di un paese perda del tutto quel che potremmo chiamare senso del bene comune? È possibile. È possibile che un paese già notoriamente individualista di suo perda quel che potremmo chiamare necessario sentimento di solidarietà che rende un insieme di gente ben diverso da un’unità? È possibile. È anche possibile che io stia mettendo giù la cosa in modo assai leggero riferendomi forse a principi nobili e doverosi nei rapporti umani. Per cui meglio dire le cose in modo più diretto e senza tanti giri di parole. Viviamo in un paese che non ho alcun problema a definire mafioso. Mafioso negli atteggiamenti e nei rapporti tra la gente, visto che del criminale con la coppola in testa non me ne può fregar di meno perché quelli sono appunto criminali da blindare e mettere dentro possibilmente, ma di cui non mi curo. La mafiosità che odio è ben diversa ed è di tipo quotidiano. Nessuno fa un metro se non ha un qualche interesse personale, nessuno pensa di allungare una mano se non pensa successivamente di poter prendersi il tuo braccio. Ma sbaglio a generalizzare. Ci sono invece minoranze straordinarie. Nicchie di popolazione che tengono in qualche maniera in piedi l’Italia in ogni campo talvolta pure in modo eroico, qualunque sia il loro raggio d’azione anche se la massa è informe, cialtrona, spesso ignorante e per l’appunto mafiosa tra virgolette. Ora io sono profondamente italiano. Lo sono per storia, cultura, radici, famiglia e tutto quel che ci volete aggiungere compreso un sano senso di patriottismo che ancora mi porto dentro in questo mondo globalizzato di cui sono cittadino. Un mondo che tante volte ho girato e ancora giro sentendomi figlio di valori che non hanno confini naturalmente. Ma resto un italiano. Oggi generazioni di persone sono riuscite a rubare un futuro ai propri figli costruendo spesso una ricchezza finta e basata per lo più sul debito. È questo il nostro destino ineluttabile? Sono i banditi che spesso abbiamo votato senza problema i responsabili di tutto questo o siamo molto più probabilmente noi stessi? Siamo dunque noi colpevoli di tutto questo? Domanda a cui non c’è risposta. Per quanto mi riguarda, sono convinto di essere in qualche nicchia diversa dall’andazzo generale e lo dico con un po’ di orgoglio che forse può apparire presunzione. Tuttavia, credo e spero che chi tra voi sta leggendo queste righe possa esserlo altrettanto. Dunque se l’orgoglio è una colpa l’accetto e può pure andar bene. Io penso che soltanto le minoranze possono risollevare questo nostro paese. Le minoranze che, qualunque cosa facciano nella loro vita, non hanno ancora deciso di alzare le mani e di arrendersi al tempo idiota e deidealizzato che viviamo. Minoranze che non se ne vanno e che hanno deciso di restare. Fu una minoranza a fare quel che chiamiamo Rinascimento. E se volete stare più vicini nel tempo fu pure una minoranza a fare quella che chiamiamo Resistenza. Dunque decidete voi con quale minoranza volete stare.