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I Am an Immigrant

Thom Chacon
Lingua: Inglese


Thom Chacon

Lista delle versioni e commenti


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Juarez, Mexico
(Thom Chacon)
Taranta migrante
(Traindeville)
Itaca o Milano
(Michele Gazich)


2017
Blood in the U.S.A.
blood
I am an immigrant from Mexico
Got a wife and kids back in El Charro
I harvest the grapes of the San Joaquin
Sleep on the ground and bathe in the streams
Now I walk in the shadows wherever I go
I am an immigrant from Mexico
Starved in the desert
Crossed the Rio Grande
Just the clothes on my back
And a wedding band
I was caught in Chula Vista
And beaten like a dog
And I prayed the Lord Jesus
For the strength to go on
Now I walk in the shadows wherever I go
I am an immigrant from Mexico
I have nothing more than a picture of my son
He was taken from me at the border run
When I look to the sky I know we see the same moon
It gives me faith that we’ll be together soon
Now I walk in the shadows wherever I go
I am an immigrant from Mexico
Now I stay up late almost every night
Writing letters back home by the candlelight
Tell Rosie I’m alive and doing OK
Heard they might pass a law
To keep us here some day
I believe in this land of gold and hope
I am an immigrant from Mexico
I believe in this land of gold and hope
I am an immigrant from Mexico

inviata da Dq82 - 5/2/2018 - 14:45



Lingua: Italiano

Traduzione italiana da #failtuoaccordo
SONO UN IMMIGRATO

Sono un immigrato messicano
Ho lasciato moglie e figli a El Charro
Raccolgo l’uva di San Joaquin
Dormo per terra e mi lavo nei ruscelli
Ora cammino nell’ombra ovunque io vada
Sono un immigrato messicano
Sono morto di fame nel deserto
Ho attraversato il Rio Grande
Con solo i vestiti che avevo addosso
E una fede nuziale
Mi hanno preso a Chula Vista
e mi hanno bastonato come un cane
E ho pregato il Signore Gesù
Di darmi la forza di andare avanti
Ora cammino nell’ombra ovunque io vada
Sono un immigrato messicano
Non ho nient’altro che una foto di mio glio
Me l’hanno portato via al passaggio della frontiera
Quando guardo il cielo so che vediamo la stessa luna
Mi dà ducia che presto saremo insieme
Ora cammino nell’ombra ovunque io vada
Sono un immigrato messicano
Ora sto sveglio no a tardi quasi ogni notte
Scrivo lettere per casa a lume di candela
Dite a Rosie che sono vivo e sto bene
Ho sentito che potrebbero approvare una legge
Per tenerci qui, un giorno
Credo in questa terra d’oro e speranza
Sono un immigrato messicano
Credo in questa terra d’oro e speranza
Sono un immigrato messicano

inviata da Dq82 - 8/2/2018 - 09:08


Versione di Tom Chacon e Violante Placido

Yayla musiche ospitali (2018)




yayla

Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che, insieme a Jono Manson e al cantante pakistano Salif Samejo, canta una “Isola che non c’è” senza tempo e senza luogo, gli americani Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon (con una sorprendente Violante Placido), l’irlandese Ben Glover, la bravissima italo-somala Saba Anglana, i Gang e Giua. Vi sono poi quattro inserti recitati con Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi, che si esibisce anche in uno dei brani più toccanti del disco, la ninna-nanna “Hashemesh”. Scegliere alcuni brani e segnalarli come i migliori, specie in una compilation di questo tipo, può sembrare fuori luogo, ancor più vista la media decisamente alta delle canzoni, molte delle quali incise per l’occasione. Segnaliamo comunque la bellissima “Diventano Mare” del duo palermitano IO (ovvero Irene Ientile e Ornella Cerniglia), “By Foot, by Boat, by Train”, dell’inedito duo Saba Anglana/Bocephus King, le due belle canzoni scritte da Andrea Parodi per Alfina Sforza e per Neri Marcorè e Giua, l’ottima “Addhrai” dei Domo Emigrantes, che dell’integrazione e della multietnicità fanno una loro bandiera, ospitando il polistrumentista kurdo Ashti Abdo, la sempre brava Antonella Ruggiero, la sardo-umbra Sara Marini con “Una Rundine in sas Aeras” e il curdo Dyar Uren Mehrovi con la bella “Zozan”. Un disco che fa della qualità la sua cifra e che abbina una qualità non comuna alla corretta opera di sensibilizzazione al fenomeno migratorio e alla convivenza.  
bloogfolk.com



Dq82 - 27/7/2018 - 13:41




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