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Lagerlied

Dieter Süverkrüp
Langue: allemand


Dieter Süverkrüp

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[1967]
Parole e musica di Dieter Süverkrüp (1934-), cantautore e pittore tedesco di grande talento.
Nel suo album intitolato “Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp”

Die widerborstigen Gesänge des Dieter Süverkrüp

Immagino che Süverkrüp volesse utilizzare un paradosso paragonando i campi di concentramento naziste alle leggi speciali che la Germania per prima in Europa varò per contenere e reprimere il movimento sessantottino. Comunque, secondo Süverkrüp l’unica differenza tra la “democrazia” tedesca (parliamo della Repubblica Federale) ed il totalitarismo hitleriano era che negli anni 60 si poteva esprimere liberamente la propria opinione, ma la repressione del dissenso restava comunque feroce.
Du da, bist du der, den man um elf hier eingeliefert hat?
Woher kommst du, Neuer? Sag zuallererst aus welcher Stadt!
Bist du Friedensfreund, Gewerkschaftsführer, Sozi, Kommunist -
Wurdest du vielleicht verurteilt, weil du Schah-Verächter bist?
Ach, du glaubst im Ernst hier werde Luft- und Selbstschutz eingeübt -
Welches Sonntagsblatt hat dir dein Aug' mit Gottvertrau'n getrübt?
Nimm den Mantel, der ist übrig und der Nachtwind geht sehr scharf
Hier im Lager wo man alles sagen kann – und soll – und darf!

Wie gehts draußen - ist da Springer schon der Chef der Bundeswehr?
Sag uns alles - viel zu selten kommen Nachrichten hierher!
Hast du irgendwas von Aufstand in der dritten Welt gehört
Oder funktioniert der alte Kram noch immer ungestört?
Gibt es Streik in unsrem Lande, sind die Arbeiter noch still -
Macht die gute alte Herrschaft ungehindert was sie will?
Ach, wir sind auf jeden Satz, auf jedes Wörtchen von dir scharf
Hier im Lager wo man alles sagen kann - und soll - und darf!

Der Latrinenchlorgeruch der nur bei Südwind hierher dringt
Der Insektenschwarm der um die weißen Bogenlichter singt
Das Geschrei aus der Baracke - darin ist das Lazarett -
Jeder Mann der vom Verhör kommt kriegt für einen Tag ein Bett!
Der Gestank des kranken Nachbarn, der in Fieberträumen stöhnt -
Das sind Sachen, daran haben sich die meisten schon gewöhnt!
Neuer, bleibe weg vom Drahtzaun, unsre Wächter schießen scharf
Hier im Lager wo man alles sagen kann - und soll - und darf!

Wenn die grünen Limonadenlichter ausgeh'n morgen früh
Wenn der blaugeblühmte Sommerhimmel aufgeht, kommen sie -
Die vom Selbstschutzkorps, aus Albernheit auch das "SS" genannt!
Einer malt den großen Kreis mit einem Stecken in den Sand
Und wir werden angetreten, einer von uns ausgewählt
Der wird vor den Augen aller in den Kreis hineingestellt
Und wir kriegen ringsum Noten, Lauten, Zimbeln, Flöt' und Harf'
Hier im Lager wo man alles sagen kann - und soll - und darf!

Und dann müssen wir zur Freude der Bewacher musizier'n
Hinter abgegriffnen Klimperdrähten singend protestier'n -
Der im Kreise, der muss tanzen und verschnaufen darf er nicht
Und wird erst beseitigt, wenn er rot und naß zusammenbricht!
Und wer rasend vor Empörung uns're Wächter überfällt
Der wird nach dem Essen an die schwarze Ziegelwand gestellt -
Die Gesetze sind sehr streng, die man am schönen Rhein entwarf
Für das Lager wo man alles sagen kann - und soll - und darf!

Die wir immer dachten, was den deutschen Landen widerfuhr
Sei die Folge irgendeines düst'ren Zugs zur Diktatur -
Die wir nie vor Oberlehrern die Konzernherrnkaste sah'n
Haben vieles gegen Bisse, gegen Haie nichts getan!
Zugegeben, dieses Liedchen sang nur einen bösen Traum
Wie ersichtlich, liebe Hörer, glaubet ihr an Träume kaum!
Doch verlasst euch drauf, die Furcht hält uns're alte Herrschaft scharf
Hier im Lande wo sie alles machen kann - und will - und darf!

envoyé par Bernart Bartleby - 31/1/2018 - 13:26



Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
5 febbraio 2018 12:33
CANZONE DEL LAGER

Ehi tu, sei tu quello che ci è stato consegnato alle undici?
Da dove vieni, nuovo entrato? Per prima cosa, di' da quale citta!
Sei un pacifista, un capo sindacale, un socialista, un comunista?
Sei stato forse condannato perché disprezzavi lo scià di Persia? [1]
Ah, credi davvero che qui si ci si eserciti nell'autodifesa e nell'antiaerea,
Quale giornale della domenica ti ha offuscato gli occhi con zelo religioso?
Prendi il cappotto, ne resta uno, e la notte il vento soffia parecchio forte
Qui nel lager, dove si può, si deve e si ha il diritto di dire tutto! [2]

Come va là fuori? Springer è ancora il capo della Bundeswehr? [3]
Dicci tutto, qui le notizie arrivano col contagocce!
Hai sentito qualcosa dell'insurrezione nel Terzo Mondo,
Oppure la vecchia storia di merda funziona ancora indisturbata?
Da noi c'è sciopero, o i lavoratori se ne stanno ancora zitti?
Il buon vecchio padronato fa ancora quel che vuole senza ostacoli?
Ah, siamo smaniosi di ogni tua frase, di ogni tua parola, [4]
Qui nel lager, dove si può, si deve e si ha il diritto di dire tutto!

L'odore di cloro, che dalle latrine si spinge fin qua solo se il vento è da sud,
Lo sciame di insetti, che ronza attorno alle lampade a arco bianche [5]
Le grida dalla baracca, là dentro c'è il lazzaretto,
Ognuno che rientra dall'interrogatorio ha un letto per un giorno!
Il puzzo del vicino malato, che si lamenta nel delirio della febbre,
Sono cose a cui i più si sono già avvezzati!
Nuovo entrato, stai alla larga dal reticolato, le nostre guardie sparano a pelo
Qui nel lager, dove si può, si deve e si ha il diritto di dire tutto!

Quando le lampade verdi soffuse [6] si spengono al mattino presto,
Quando sorge il sole d'estate a fiori azzurri, arrivano quelli,
Quelli del corpo di autodifesa, con uno stupido scherzo detti anche “SS”!
Uno, con uno stecco, traccia un grosso cerchio sulla sabbia,
E noi veniamo schierati; uno di noi viene scelto
E davanti agli occhi di tutti viene sistemato dentro al cerchio.
E a noialtri, tutti intorno, ci danno note, suoni, cembali, flauti e arpe,
Qui nel lager, dove si può, si deve e si ha il diritto di dire tutto!

E quindi dobbiamo far musica per far piacere ai guardiani,
Dietro a reticolati strimpellanti protestiamo cantando,
Quello nel cerchio deve ballare, ma non può ripigliar fiato
E viene presto eliminato, quando schianta, tutto rosso e sudato!
E chi, furioso di indignazione, aggredisce i nostri guardiani,
Dopo mangiato viene messo al muro di ammattonato nero;
Sono severissime le leggi che si son progettate qua in riva al bel Reno
Per il lager dove si può, si deve e si ha il diritto di dire tutto!

Abbiamo sempre pensato che quel che è accaduto alle terre tedesche
Sia conseguenza di qualche sinistro anelito alla dittatura.
Di fronte ai maestri della casta industriale, era sempre come se non ci fosse,
E contro i morsi, contro i pescicani non abbiamo fatto niente!
Però lo ammetto: questa canzoncina ha raccontato solo un brutto sogno,
E chiaramente, cari ascoltatori, ai sogni credeteci soltanto poco!
Però, fidatevi, il nostro vecchio padronato ha ancora una paura tremenda,
Qui nel paese dove si può e si ha il diritto di far tutto, e lo si vuole!
[1] Canzone del 1967, quando si protestava contro la dittatura filoamericana dello scià di Persia, Reza Pahlevi (Pahlewi, Pahlawi ecc.)

[2] Traduco così per dare almeno un'idea delle sfumature espresse dai tre “verbi modali” tedeschi.
Können indica la possibilità dipendente dalla propria volontà e capacità; sollen indica il generico “dovere”; dürfen la possibilità dipendente dal permesso altrui, ma anche il diritto a fare o avere qualcosa.

[3] Axel Springer (1912-1985) è stato un giornalista e editore tedesco, col consueto passato nazista, che nel dopoguerra ha fondato un impero editoriale. Proprietario e editore di due colossi come la Bild-Zeitung (“giornale illustrato”), comunemente detta Bild e della Welt (“Il mondo”), rispettivamente versione popolare e “seria” di un'editoria conservatrice, forcaiola, scandalistica, di destra, aizzapopolo ecc. Tuttora, la Axel Springer GmbH (=srl) è un colosso mediatico: possiede ad esempio 230 giornali e riviste in tutta Europa, e circa 80 portali informativi e commerciali online. In questa canzone, Dieter Süverkrüp immagina Axel Springer a capo delle forze armate.

[4] Nell'originale tedesco, si ha il diminutivo Wörtchen “paroletta”. L'uso dei diminutivi in tedesco è enorme: come in italiano, ma non sempre c'è identità.

[5] Le lampade ad arco sono tipiche dell'universo concentrazionale.

[6] Le lampade verdi notturne da camerata, che restano accese durante la notte. In tedesco “Limonadenlichter” perché danno una luce verdastra o giallastra simile al colore della limonata.

5/2/2018 - 12:33




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