Di questi tempi non sospetti
siamo viandanti
sul filo di anni passeggeri
passeggiamo fra volti distratti
Figli di storie minori
di amori itineranti
sarà per noi il momento
di mostrare i denti
Il paradiso non aspetta
e non pensare che ritorni
il rullo dei minuti
il battito dei giorni
In queste terre conosciute e arse
seminate dalla sventura
la fortuna passa la mano
le promesse fanno paura
Giochi di forza giochi di potere
ci sfiorano talvolta
spettatori stiamo a vedere
gregari in corsa
Sempre a dita incrociate
che la memoria resti a vegliare
che il cuore poi sopporti
di non dimenticare
Siamo liberi nel mondo
cittadini senza uno stato
ma il vento odora di cenere
e il freddo taglia come un filo spinato
C'è strada da consumare
e mare da vedere
dove fiorisce il quadrifoglio
e le ali sbattono bianche sulle bandiere
La voce innocente della tradizione
cantiamo al passaggio di ogni stazione
Ad ogni emozione ci invita la sera
cantiamo al passaggio della primavera
Fuori dai campi ora dismessi
torniamo viandanti
vicino alle frontiere
di paesi troppo distanti
Fra guerre di coltelli
per dividere lo stesso pane
e i volti sempre diversi
di un nemico uguale
Che vive senza ricordi
senza canzoni da ripensare
sarà per noi il momento
di non dimenticare
Siamo liberi nel mondo
cittadini senza uno stato
ma il vento odora di cenere
e il freddo taglia come un filo spinato
C'è strada da consumare
e mare da vedere
dove fiorisce il quadrifoglio
e le ali sbattono bianche sulle bandiere
siamo viandanti
sul filo di anni passeggeri
passeggiamo fra volti distratti
Figli di storie minori
di amori itineranti
sarà per noi il momento
di mostrare i denti
Il paradiso non aspetta
e non pensare che ritorni
il rullo dei minuti
il battito dei giorni
In queste terre conosciute e arse
seminate dalla sventura
la fortuna passa la mano
le promesse fanno paura
Giochi di forza giochi di potere
ci sfiorano talvolta
spettatori stiamo a vedere
gregari in corsa
Sempre a dita incrociate
che la memoria resti a vegliare
che il cuore poi sopporti
di non dimenticare
Siamo liberi nel mondo
cittadini senza uno stato
ma il vento odora di cenere
e il freddo taglia come un filo spinato
C'è strada da consumare
e mare da vedere
dove fiorisce il quadrifoglio
e le ali sbattono bianche sulle bandiere
La voce innocente della tradizione
cantiamo al passaggio di ogni stazione
Ad ogni emozione ci invita la sera
cantiamo al passaggio della primavera
Fuori dai campi ora dismessi
torniamo viandanti
vicino alle frontiere
di paesi troppo distanti
Fra guerre di coltelli
per dividere lo stesso pane
e i volti sempre diversi
di un nemico uguale
Che vive senza ricordi
senza canzoni da ripensare
sarà per noi il momento
di non dimenticare
Siamo liberi nel mondo
cittadini senza uno stato
ma il vento odora di cenere
e il freddo taglia come un filo spinato
C'è strada da consumare
e mare da vedere
dove fiorisce il quadrifoglio
e le ali sbattono bianche sulle bandiere
envoyé par Lorenzo Masetti - 27/1/2018 - 16:19
×
dall'album Madreperla (2011)
Una bella canzone scritta da Maurizio Geri sull'olocausto degli zingari dall'abum Madreperla di Banditaliana