Born 19.6.32 - Deported 24.9.42
Undesirable you may have been, untouchable
you were not. Not forgotten
or passed over at the proper time.
As estimated, you died. Things marched,
sufficient, to that end.
Just so much Zyklon and leather, patented
terror, so many routine cries.
(I have made
an elegy for myself it
is true)
September fattens on vines. Roses
flake from the wall. The smoke
of harmless fires drifts to my eyes.
This is plenty. This is more than enough.
Undesirable you may have been, untouchable
you were not. Not forgotten
or passed over at the proper time.
As estimated, you died. Things marched,
sufficient, to that end.
Just so much Zyklon and leather, patented
terror, so many routine cries.
(I have made
an elegy for myself it
is true)
September fattens on vines. Roses
flake from the wall. The smoke
of harmless fires drifts to my eyes.
This is plenty. This is more than enough.
envoyé par Bernart Bartleby - 6/1/2018 - 22:43
Langue: italien
Traduzione italiana dalla rivista Lo Straniero, n. 34, aprile 2011
CANZONE DI SETTEMBRE
Nato il 19.6.32 – Deportato il 24.9.42
Indesiderabile puoi esser stato, intoccabile
non fosti. Non scordato
o trapassato a tempo debito.
Come previsto, sei morto. Le cose marciavano,
sufficienti, a quel fine.
Quanto basta di Zyklon e cuoio, terrore
brevettato, così tanti pianti d’ordinaria amministrazione –
(Ho fatto
un’elegia per me
è vero)
Settembre s’impingua sui vitigni. Le rose
sfioccano dal muro. Il fumo
di fuochi innocui m’arriva agli occhi.
Che abbondanza. Questo è più di quanto basti.
Nato il 19.6.32 – Deportato il 24.9.42
Indesiderabile puoi esser stato, intoccabile
non fosti. Non scordato
o trapassato a tempo debito.
Come previsto, sei morto. Le cose marciavano,
sufficienti, a quel fine.
Quanto basta di Zyklon e cuoio, terrore
brevettato, così tanti pianti d’ordinaria amministrazione –
(Ho fatto
un’elegia per me
è vero)
Settembre s’impingua sui vitigni. Le rose
sfioccano dal muro. Il fumo
di fuochi innocui m’arriva agli occhi.
Che abbondanza. Questo è più di quanto basti.
envoyé par Bernart Bartleby - 6/1/2018 - 22:44
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Nella raccolta "King Log" pubblicata nel 1968
Una strana poesia. Vi è descritta la fine di un bambino deportato (e terminato) in un campo nazista ma la descrizione è come se venisse fatta da un testimone consapevole ma freddo, indifferente all'orrore che ha ben conosciuto. Forse lo stesso carnefice?