Testo ripreso da questa pagina del sito ufficiale
Valparaiso è una fetta di terra,
è una fetta di dolce servita sul molo.
Le sue donne di sangue e di creta
accavallano gambe la sera sul molo.
E noi che arriviamo dal mare,
negli occhi questo eterno languore,
chissà dove andremo a finire
tra queste gambe che il mare ci dà,
chissà dove andremo a parare
tra quelle gambe che aspettano là.
Valparaiso la sognamo di notte
nelle nostre cuccette sul „Salve Regina“.
Di sudore, vendette e coltelli
sogniamo le notti sul „Salve Regina“.
Siamo noi che arriviamo dal mare,
ci hanno detto che si deve sbarcare.
Chissà a che cuori dovremo sparare
su questa spiaggia che il mare ci dà,
con i cannoni si dovrà vomitare
su quella gente che ancora non sa.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
Il comandante di viola feluca
ha denti d'oro esposti a ponente.
Sotto i lapilli di una mente ubriaca
a dirci „sparate!“ non ci mette niente.
Ma noi che veniamo dal mare,
negli occhi questo nuovo terrore,
chissà dove andremo a finire
coi nostri peccati di complicità.
Chissà se potremo scambiare
i nostri peccati con una nuova pietà.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
Valparaiso esplode nel cielo,
esplode nel mare color melanzana.
Il comandante di viola feluca
è steso sul ponte, un arpione alla schiena.
Siamo noi che veniamo dal mare,
ci hanno detto „dovete capire“,
ci hanno detto “dovete sparare
su quella gente che balla in città”.
Chissà se potremo scambiare
i nostri peccati con una nuova pietà.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
è una fetta di dolce servita sul molo.
Le sue donne di sangue e di creta
accavallano gambe la sera sul molo.
E noi che arriviamo dal mare,
negli occhi questo eterno languore,
chissà dove andremo a finire
tra queste gambe che il mare ci dà,
chissà dove andremo a parare
tra quelle gambe che aspettano là.
Valparaiso la sognamo di notte
nelle nostre cuccette sul „Salve Regina“.
Di sudore, vendette e coltelli
sogniamo le notti sul „Salve Regina“.
Siamo noi che arriviamo dal mare,
ci hanno detto che si deve sbarcare.
Chissà a che cuori dovremo sparare
su questa spiaggia che il mare ci dà,
con i cannoni si dovrà vomitare
su quella gente che ancora non sa.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
Il comandante di viola feluca
ha denti d'oro esposti a ponente.
Sotto i lapilli di una mente ubriaca
a dirci „sparate!“ non ci mette niente.
Ma noi che veniamo dal mare,
negli occhi questo nuovo terrore,
chissà dove andremo a finire
coi nostri peccati di complicità.
Chissà se potremo scambiare
i nostri peccati con una nuova pietà.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
Valparaiso esplode nel cielo,
esplode nel mare color melanzana.
Il comandante di viola feluca
è steso sul ponte, un arpione alla schiena.
Siamo noi che veniamo dal mare,
ci hanno detto „dovete capire“,
ci hanno detto “dovete sparare
su quella gente che balla in città”.
Chissà se potremo scambiare
i nostri peccati con una nuova pietà.
E scoppiano le bombe sulle scuole di mambo
sulle ragazze di rumba, sui ragazzi di tango.
Scoppiano le bombe e non le puoi controllare,
su questa gente distratta che vuole solo ballare.
envoyé par adriana - 25/3/2007 - 10:19
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