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Blues för en arbetarkvinna som hängt sig

Cornelis Vreeswijk
Langue: suédois


Cornelis Vreeswijk

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(Cornelis Vreeswijk)


[1979]
Testo e musica di Cornelis Vreeswijk
Lyrics and music by Cornelis Vreeswijk
Text och musik: Cornelis Vreeswijk
Album: Bananer -bland annat...

cvrees


Un teatrino. Quante volte, in questi anni di “crisi”, abbiamo sentito questa parola, e di persone, lavoratori, lavoratrici, disoccupati che al “teatrino” in cui facevano da personaggi non ci son voluti o volute più stare. Per sfuggirvi, darsi la morte. Una delle caratteristiche più salienti delle canzoni di Cornelis Vreeswijk, emigrato e figlio di camionista rovinato dalla guerra (e pure lui camionista a sua volta, prima di cominciare a scrivere e cantare), è quella -a scelta- o di anticipare ogni cosa, o di non passare mai d'attualità. Così questo bluessaccio del 1979, poi inserito nell'album del 1980 Bananer -bland annat.... In mancanza di materiale monografico e di spiegazioni, ignoro se la canzone sia stata dettata a Cornelis da qualche avvenimento reale, cosa comunque più che probabile. Ignoro se il “teatrino” in cui essa ha luogo sia stato un vero teatro, avete mai sentito parlare dei lavoratori teatrali e dello spettacolo, e delle loro lotte? E ignoro se, invece, la lavoratrice che si è impiccata sia stata un'operaia qualsiasi nel teatrino di tutta una società, dove il “regista” può essere il Padrone o il Padreterno, fa poca differenza perché entrambi sono dei geni, scelgono i personaggi, mettono in scena le miserie e se la passano bene in Svizzera. E così la lavoratrice va prima a riprendere il figlio a scuola e poi si impicca. Niente di nuovo sotto il sole, no? E noialtri, come Cornelis Vreeswijk, restiamo a guardare come va a finire. [RV]
Jag håller med dig, det är inte mycket
Varken i dag eller i det långa loppet
Så man förstår att man kan tappa hoppet
Ser man dekoren kan man hela stycket
Förgäves ropar man till regissören
”Vem bad dig sätta upp det här eländet?
Vad är det för figurer där i kören?
Du har valt ut dem erkänn det”

Med regissören får man aldrig språka
Han är i Schweiz eller han är upptagen
Visst är han genial visst har han is i magen
Men han är bortrest, sluta nu att bråka.
Strax före pausen tog du Mats ur skolan
Och det blir hets, majorskan X blir galen
Hon skriker hysteriskt, tuggande på sin stola
”Det stinker ångestsvett i hela salen!”

Och recensenten tänkte sig att svimma
Men tänkte om, hon såg som i en dimma
Att något proletärt visst ägde rum
Så hon tog ton och växte några tum:
"Ge aldrig djuren fri men låt dom slita
Och låt oss hålla våra händer vita!
Har dom beställt sin plats, betalt biljetten
Vem äger stolarna? Vem upphovsrätten?"

Men du gick på toaletten, stackars liten
Och hängde dig för du var trött på skiten
Och ville inte vara kvar i salen
Själv stannar jag och tittar på finalen.

envoyé par Riccardo Venturi - 16/11/2017 - 07:20




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
Italiensk översättning: Riccardo Venturi
Italian translation: Riccardo Venturi
Traduction italienne: Riccardo Venturi


BLUES PER UNA LAVORATRICE CHE SI È IMPICCATA

Sono d'accordo con te: Non è molto,
né oggi, né a lungo andare
e così si capisce che si può perder la speranza,
dallo scenario si vede tutta la recita.
Invano si urla al regista:
“Chi ti ha chiesto di mettere in scena 'sta miseria?
Che razza di personaggi ci sono nel coro?
Sei stato tu a sceglierli, riconoscilo.”

Ma il regista non parla mai, è in Svizzera,
oppure è occupato. Di certo è un genio.
E' freddo, impassibile, e comunque è partito.
Ora smettetela di fare casino.
Subito prima dell'intervallo avevi ripreso Mats da scuola,
scoppia un bordello, la signora X è come pazza
e urla isterica, masticandosi la stola :
“C'è puzzo di sudore ansioso in tutta la sala!”

E la critica pensava di svenire; però ci ha ripensato.
Ha visto, come in mezzo a una nebbia, che di certo
si stava svolgendo qualcosa di proletario,
e così ha alzato il tono e è cresciuta di qualche centimetro:
“Le bestie non lasciatele mai libere, ma fatele sgobbare,
e noialtri teniamoci le mani pulite.
Hanno prenotato il posto? Hanno pagato il biglietto?
Di chi sono le poltrone? Di chi è il copyright?”

Ma tu sei andata in bagno, povera piccola,
e ti sei impiccata. Eri stanca di tutta 'sta merda
e non volevi rimanere in quel teatrino.
Ci resto solo io, a guardare il finale.

16/11/2017 - 07:27




Langue: anglais

English translation by Riccardo Venturi
November 16, 2017
BLUES FOR A WOMAN WORKER WHO HANGED HERSELF

I agree with you, this isn't so important,
neither today, nor in the long run,
so you understand that hope can get lost,
you can see how the play ends by its scenery.
And it's no good shouting to the director:
“Who asked you to stage all this awfulness?
What kind of characters are playing there?
Well, confess it's you who chose them all.”

But the director never says a word, he's in Switzerland
or he is busy, he's a genius for sure.
Always cold hearted, he's away anyway,
so now give up making all this mess.
Just before the interval you took Mats from school,
a row breaks out and mrs X is going crazy,
chewing her stole while shouting into hysterics:
“The whole audience's smelling sweat by pain!”

The critic woman felt faint, but changed her mind.
Like in a mist, she saw or perceived something
having to do with the working class.
So she raised her tone growing two inch taller:
“Never get beasts free, make 'em slog as slaves,
so we can keep our hands fresh and clean.
Did they book their seats? Did they pay the ticket?
Who has right to seats? Who owes the copyright?”

But you went to the toilet, poor young woman,
and hanged yourself tired of all this shit.
You didn't want to stay in that lousy theatre,
There I stay now, alone, watching the final scene.

16/11/2017 - 08:39


Blues for ei arbeiderkvinne som hengde seg - La versione norvegese del gruppo Via Brinken
Norwegian version by the band Via Brinken
Norsk gjendiktning av Via Brinken


Riccardo Venturi - 16/11/2017 - 09:04




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