God is a concept
By which we measure our pain
I'll say it again
God is a concept
By which we measure our pain, yeah, pain, yeah
I don't believe in magic
I don't believe in I-Ching
I don't believe in Bible
I don't believe in tarot
I don't believe in Hitler
I don't believe in Jesus
I don't believe in Kennedy
I don't believe in Buddha
I don't believe in mantra
I don't believe in Gita
I don't believe in yoga
I don't believe in kings
I don't believe in Elvis
I don't believe in Zimmerman
I don't believe in Beatles
I just believe in me
Yoko and me
And that's reality
The dream is over
What can I say?
The dream is over
Yesterday
I was the dream weaver
But now I'm reborn
I was the Walrus
But now I'm John
And so dear friends
You just have to carry on
The dream is over
By which we measure our pain
I'll say it again
God is a concept
By which we measure our pain, yeah, pain, yeah
I don't believe in magic
I don't believe in I-Ching
I don't believe in Bible
I don't believe in tarot
I don't believe in Hitler
I don't believe in Jesus
I don't believe in Kennedy
I don't believe in Buddha
I don't believe in mantra
I don't believe in Gita
I don't believe in yoga
I don't believe in kings
I don't believe in Elvis
I don't believe in Zimmerman
I don't believe in Beatles
I just believe in me
Yoko and me
And that's reality
The dream is over
What can I say?
The dream is over
Yesterday
I was the dream weaver
But now I'm reborn
I was the Walrus
But now I'm John
And so dear friends
You just have to carry on
The dream is over
Contributed by Lorenzo Masetti - 2017/11/10 - 22:21
Language: Italian
Traduzione italiana
DIO
Dio è un concetto
attraverso il quale misuriamo il nostro dolore
Lo dirò di nuovo
Dio è un concetto
attraverso il quale misuriamo il nostro dolore, sì, il nostro dolore, sì
Non credo nella magia
Non credo negli I-Ching [1]
Non credo nella Bibbia
Non credo nei tarocchi
Non credo in Hitler
Non credo in Gesù
Non credo in Kennedy
Non credo in Buddha
Non credo nei mantra
Non credo nel Gita [2]
Non credo nello yoga
Non credo nei re
Non credo in Elvis
Non credo in Zimmerman
Non credo nei Beatles
Credo solo in me
in me e in Yoko
E questa è la realtà
Il sogno è finito
che posso dire?
Il sogno è finito
Ieri [3]
ero il tessitore di sogni
ma ora sono rinato
Ero il Tricheco [4]
Ma ora sono John [5]
E quindi cari amici
dovete solo andare avanti
Il sogno è finito.
Dio è un concetto
attraverso il quale misuriamo il nostro dolore
Lo dirò di nuovo
Dio è un concetto
attraverso il quale misuriamo il nostro dolore, sì, il nostro dolore, sì
Non credo nella magia
Non credo negli I-Ching [1]
Non credo nella Bibbia
Non credo nei tarocchi
Non credo in Hitler
Non credo in Gesù
Non credo in Kennedy
Non credo in Buddha
Non credo nei mantra
Non credo nel Gita [2]
Non credo nello yoga
Non credo nei re
Non credo in Elvis
Non credo in Zimmerman
Non credo nei Beatles
Credo solo in me
in me e in Yoko
E questa è la realtà
Il sogno è finito
che posso dire?
Il sogno è finito
Ieri [3]
ero il tessitore di sogni
ma ora sono rinato
Ero il Tricheco [4]
Ma ora sono John [5]
E quindi cari amici
dovete solo andare avanti
Il sogno è finito.
[1] Il Libro dei Mutamenti, antico libro cinese risalente al X secolo a.C. e considerato da Confucio libro di saggezza, è utilizzato a livello popolare a scopo divinatorio.
[2] La Bhagavadgītā è un testo sacro indiano, divenuto nella storia tra i testi più prestigiosi, diffusi e amati tra i fedeli dell'Induismo.
[3] Yesterday è ovviamente anche un riferimento alla celebre canzone dei Beatles, scritta però da Paul McCartney
[4] Riferimento alla canzone dei Beatles "I am the Walrus"
[5] Distrutto ogni mito, dio è morto, rimane solo l'io, John. Ma John è anche il nome maschile più comune nei paesi di lingua inglese.
[2] La Bhagavadgītā è un testo sacro indiano, divenuto nella storia tra i testi più prestigiosi, diffusi e amati tra i fedeli dell'Induismo.
[3] Yesterday è ovviamente anche un riferimento alla celebre canzone dei Beatles, scritta però da Paul McCartney
[4] Riferimento alla canzone dei Beatles "I am the Walrus"
[5] Distrutto ogni mito, dio è morto, rimane solo l'io, John. Ma John è anche il nome maschile più comune nei paesi di lingua inglese.
Sarebbe assurdo e ipocrita allora "credere in John Lennon".
Non lo idolatriamo, lui non ne sarebbe stato contento.
Non lo idolatriamo, lui non ne sarebbe stato contento.
Peppink - 2019/9/21 - 14:17
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Album: John Lennon/Plastic Ono Band
Questa canzone è un capolavoro. È una canzone contro tutti gli idoli, a partire da Dio e dai suoi profeti. Una canzone che parla della possibilità di mettere da parte Dio per arrivare all'Io. La canzone che è costata la vita a John Lennon.
Ma partiamo dall'inizio. I primi versi sono nati durante una seduta di psicoanalisi. All'epoca Lennon si era infatti affidato alle teorie del Dr Arthur Janov inventore della terapia dell'urlo primario (Primal Scream) che sosteneva che l'uso della voce attraverso l'urlo primordiale o primario, riconducendo alle origini, porta l'individuo che lo compie a ricongiungersi, in una sorta di rinascita, con la propria psiche liberandola dalle proprie paure e traumi attraverso l'esternazione di rabbia ed emozioni. Cosa che Lennon mette in pratica in questa canzone.
Durante una delle conversazioni con Janov, Lennon chiese allo psicologo "E Dio?". Janov rispose notando che le persone che sono segnate da un dolore profondo, tendono a essere dei ferventi credenti. "Vuoi dire", rispose Lennon, "che Dio è un concetto attraverso il quale misuriamo il nostro dolore?".
By which we measure our pain
Se è così vuol dire che Dio non esiste. Dio è morto. È solo un concetto, inventato dall'uomo, che ci serve per misurare il nostro dolore. Un messaggio forte, che va ripetuto due volte. La fine di un’era, delle speranze degli anni sessanta, dell'ideologia hippie, smentita e distrutta con i massacri nel Vietnam. Simbolicamente la fine delle illusioni è segnata dalla violenza durante concerto degli Stones ad Altamont e dalla morte di Meredith Hunter.
Allora non si può credere a niente. Non in Dio, né nei suoi profeti, né nelle varie declinazioni della mistica orientale, né nei politici, né nelle icone pop. La parte centrale della canzone ruota infatti intorno a un concetto rivoluzionario:
I don’t believe in magic
I don’t believe in I-ching
I don’t believe in Bible
I don’t believe in Tarot
L'era dell'acquario, la new age, gli I-ching, l'Antico Testamento, i Tarocchi... tutti accomunati come forme di superstizione a cui John non può più credere. E al diavolo i viaggi in India con i Beatles, tanti saluti all'amico George, che proprio nella stanza accanto dello studio di Abbey Road registrava My Sweet Lord, e al suo misticismo.
Poi quattro personaggi che raccontano tutto il mondo.
I don’t believe in Hitler
I don’t believe in Jesus
I don’t believe in Kennedy
I don’t believe in Buddha
Non crede in Hitler, nell'orrore della guerra, del razzismo e della violenza, ma non crede neanche in Gesù, nelle sue parole inascoltate e tradite, superato in celebrità da una band di rock'n' roll come Lennon aveva dichiarato anni prima (I Beatles sono più famosi di Gesù). Non si può credere neanche in Kennedy, nel mito americano, nella Libertà americana finita a Dallas con una pallottola in testa e tradita negli orrori del Vietnam. E non si può credere in Buddha, l’Illuminato, opposto dialetticamente a Gesù (come Kennedy ad Hitler) e rappresentante l’altro lato della religione: l’esotico, l’Oriente, la Perfezione dell’anima contrapposta alla potenza della Carità e del Perdono. L’equilibrio dello Spirito insieme alla bellezza e la forza dell’Umiltà e del “porgi l’altra guancia”: niente di tutto ciò può essere più preso per vero.
Questa è la strofa che dieci anni dopo costò la vita a John Lennon. Infatti il suo assassino, fanatico cristiano, non aveva mai perdonato a Lennon le parole di questa canzone:
(Mark Chapman)
I don’t believe in Mantra
I don’t believe in Gita
I don’t believe in Yoga
Yoga, erbe, psiche, omeopatia... la new age che trasforma la spiritualità orientale in oggetto di consumo e di costume, verità adatte per le celebrità e per gli alternativi, ma alla fine ugualmente false e ingannevoli al pari della religione occidentale.
I don’t believe in kings
Non credo a nessun re. Il rifiuto di ogni potere e di ogni ruolo dominante nella società, l'urlo individualista di un uomo che non ha nessuna fiducia nei poteri costituiti.
Non credere ai re vuol dire soprattutto non credere al re per eccellenza "The King" Elvis Presley, il modello, il mito, l'icona pop, il simbolo sensuale e liberatorio del rock'n'roll, quello a cui Lennon deve molto nella sua carriera musicale.
Se Elvis è il corpo Bob Dylan è la Mente, il Poeta, chi aveva mostrato che che la musica folk e rock può essere accompagnata da testi importanti, politici, esistenzialisti, ermetici, poetici. Privato anche del suo nome d’arte, Dylan sprofonda nel suo ebreissimo cognome.
Ecco il climax della canzone, sottolineato dallo stacco e dal silenzio. Quello che i fan non avrebbero mai voluto sentire, la dichiarazione cantata della fine del gruppo che aveva rivoluzionato la musica rock. La fine di quella bellissima ma anche illusoria costruzione commerciale che aveva visto Lennon perdere la propria persona, sciolta in quel qualcosa di “più grande” che tutti chiamavano Beatles ma che a conti fatti non esisteva più da anni ormai. E così facendo Lennon può finalmente tornare ad essere solo se stesso.
Yoko and me
And that’s reality
Qui Lennon ha ucciso simbolicamente Dio e tutti i miti, concludendo con la fine del gruppo che gli ha dato la fama, i soldi, il successo e si ritrova solo. Ma ha la fortuna di avere accanto a se la sua alter ego, il suo amore, la sua Yoko. E questa è la realtà, e bisogna accettarla. Per quanto ci possa essere poco simpatica l'artista giapponese è innegabile la grande influenza della Ono sul pensiero e sulla musica di Lennon.
But now I’m reborn
I was the Walrus
But now I’m John
Il Mito è morto. Non c'è più il cantante dei Beatles, il tessitore dei sogni di tanti giovani, rimane solo la persona, rimane solo John.
You just have to carry on
The dream is over
Il sogno è finito, sono finiti i Beatles, sono finiti gli anni '60, sono finiti i miti, è finito il sogno americano, è finita l'illusione di un mondo di pace e amore. Ma bisogna continuare ad andare avanti e a lottare per un mondo migliore, che possiamo ancora immaginare, senza affidarsi a nessun idolo, a nessun mito.
articolo in parte basato su Canzoni da vivere #5: “God” – John Lennon