E allora noi vili
che amavamo la sera
bisbigliante, le case,
i sentieri sul fiume,
le luci rosse e sporche
di quei luoghi, il dolore
addolcito e taciuto ‒
noi strappammo le mani
dalla viva catena
e tacemmo, ma il cuore
ci sussultò di sangue,
e non fu piú dolcezza,
non fu piú abbandonarsi
al sentiero sul fiume ‒
‒ non piú servi, sapemmo
di essere soli e vivi.
che amavamo la sera
bisbigliante, le case,
i sentieri sul fiume,
le luci rosse e sporche
di quei luoghi, il dolore
addolcito e taciuto ‒
noi strappammo le mani
dalla viva catena
e tacemmo, ma il cuore
ci sussultò di sangue,
e non fu piú dolcezza,
non fu piú abbandonarsi
al sentiero sul fiume ‒
‒ non piú servi, sapemmo
di essere soli e vivi.
envoyé par Bernart Bartleby - 16/9/2017 - 14:07
La musica possibile nell’opera di Cesare Pavese
La musica possibile nell’opera di Cesare Pavese
Nonostante non tratteggi ruoli significativi nella sua scrittura, Cesare Pavese ha alcune volte evocato la musica all’interno di poesie o romanzi, perlopiù senza specificarne chiaramente la forma.
Flavio Poltronieri - 8/5/2024 - 13:39
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Versi di Cesare Pavese, nella raccolta “La terra e la morte” (1947), in seguito compresa, dopo la morte del poeta, in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
Musica di Anna Jenček, compositrice, cantante, insegnante, autrice nel 2008 del progetto musicale “Terra rossa, terra nera”, nel centenario dalla nascita di Cesare Pavese.
Riprendo da “Cesare Pavese in musica”, un bell'articolo di Flavio Poltronieri di cui consiglio la lettura integrale: