Nel buio di una galera dalle barre chiuse
non immaginiamo la catena ma le piume.
Passano le guardie tra file di facce mute,
ci mordiamo lingue come capesante crude.
Scordati qui, sullo scaffale di un porta CD, che delusione,
la casa di reclusione, pressati fino alla nausea, alla repulsione,
chiamami “Opera” che mi danno la prigione, niente premio Nobel,
segui la mia traccia, feromone, 709.
Io sono il disco non chi lo canta, sto in una gabbia e mi avvilisco,
il futuro sopprime colui che negli occhi lo guarda, è un basilisco.
Qua tutto cambia, prima tra i santi dopo sei l’anticristo,
ho un buco in pancia, qua non si mangia, neanche gli avanzi, visto?
Prigioniero come fu mio padre nel braccio del 1210,
33 giri nell’atrio, viaggi psicotici, sfregi.
Portava un solco dentro che io non avrò mai,
ho solo un numero sul petto: 709!
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
Sulla targhetta l’agente legge la cifra: “709”
Il contatore o la muerte! É legge della cifra.
Oggi che la rete è l’unica, io giro con amo e lenza
ma la gente ascolta la musica, non ascolta la coerenza
e sono mariuolo avido tra tanti ladri d’oro platino e diamanti,
io mi immolo perché ho davanti il mio ruolo che mi inchioda, rabbi,
e non sono più di moda, Calvin, sul mio conto slogan blandi,
chiudi un occhio quindi gioca a dardi con il mio di volto non di Giovanardi.
Io copia fisica, in custodia cautelare rigida o digipack.
Chi mi vuole far visita, digita. Ho meno spazio che in una classifica minicar.
Sulle mie note qualcuno ci sniffa strisce di chimica.
Musica pericolosa per finta: strisce di Kriminal.
Ho un titolo di studio stampato su copertina
ma non mi prende nessuno qua non è più come prima.
Cerco me stesso quindi un supporto che ormai nessuno può darmi,
puoi contarci, 709!
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
Dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai,
hai la fine penna e il mic quindi fila, impenna, vai!
E allora sto tra detenuti non da me temuti,
voglia di elevare i contenuti, scale che non si permette Muti,
Prevedo futuro, Baba Vanga.
Decedo sicuro, pala, vanga.
Porto nelle vene tanta rabbia.
Non so contenere la valanga.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
non immaginiamo la catena ma le piume.
Passano le guardie tra file di facce mute,
ci mordiamo lingue come capesante crude.
Scordati qui, sullo scaffale di un porta CD, che delusione,
la casa di reclusione, pressati fino alla nausea, alla repulsione,
chiamami “Opera” che mi danno la prigione, niente premio Nobel,
segui la mia traccia, feromone, 709.
Io sono il disco non chi lo canta, sto in una gabbia e mi avvilisco,
il futuro sopprime colui che negli occhi lo guarda, è un basilisco.
Qua tutto cambia, prima tra i santi dopo sei l’anticristo,
ho un buco in pancia, qua non si mangia, neanche gli avanzi, visto?
Prigioniero come fu mio padre nel braccio del 1210,
33 giri nell’atrio, viaggi psicotici, sfregi.
Portava un solco dentro che io non avrò mai,
ho solo un numero sul petto: 709!
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
Sulla targhetta l’agente legge la cifra: “709”
Il contatore o la muerte! É legge della cifra.
Oggi che la rete è l’unica, io giro con amo e lenza
ma la gente ascolta la musica, non ascolta la coerenza
e sono mariuolo avido tra tanti ladri d’oro platino e diamanti,
io mi immolo perché ho davanti il mio ruolo che mi inchioda, rabbi,
e non sono più di moda, Calvin, sul mio conto slogan blandi,
chiudi un occhio quindi gioca a dardi con il mio di volto non di Giovanardi.
Io copia fisica, in custodia cautelare rigida o digipack.
Chi mi vuole far visita, digita. Ho meno spazio che in una classifica minicar.
Sulle mie note qualcuno ci sniffa strisce di chimica.
Musica pericolosa per finta: strisce di Kriminal.
Ho un titolo di studio stampato su copertina
ma non mi prende nessuno qua non è più come prima.
Cerco me stesso quindi un supporto che ormai nessuno può darmi,
puoi contarci, 709!
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
Dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai,
hai la fine penna e il mic quindi fila, impenna, vai!
E allora sto tra detenuti non da me temuti,
voglia di elevare i contenuti, scale che non si permette Muti,
Prevedo futuro, Baba Vanga.
Decedo sicuro, pala, vanga.
Porto nelle vene tanta rabbia.
Non so contenere la valanga.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai)
dal fine dell’hi-fi alla fine pena mai.
Seven (seven o nine), o nine (quiete non hai).
Contributed by adriana - 2017/9/14 - 07:40
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Singolo: Prisoner 709
In un carcere in cui i prigionieri sono colpevoli di "delitti musicali" (per aver suonato metal, rap, reggae), CapaRezza è "colpevole di tutto" e scrive un nuovo pezzo che mette in chiaro quale sia la sua idea della musica, lontana dall'importanza dei numeri e dei premi.
Da soundsblog