Lingua   

Timor

Yothu Yindi
Lingua: Inglese


Yothu Yindi

Lista delle versioni e commenti


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Freedom
(Yothu Yindi)
Stop That
(Yothu Yindi)


1996
Birrkuta – Wild Honey
 honey
I saw a man in my dream, calling out, in the Timorese language,
he was gripped by, an iron claw, defining the pain and agony,
he cried out straight from the heart.

Freedom for East Timor, nothing less and nothing more, freedom for East Timor.

Like the Yolngu people, calling out for a change, they fought for their rights,
not to be divided, same movement we hear, same feelings we share,
to see our own people dying, while our mothers are crying,
it’s been a cry, straight from the heart.

Freedom for East Timor, nothing less and nothing more, freedom for East Timor.

I’m a prisoner in my own land, why do one rule and others suffer,
is this justice? Is this justice? Is this justice?
Like the Chechens and the West Irians, they have one thing in common,
they are fighting for freedom, why do we have to surer,
just to live our life in peace, you can hear our cry,
it’s coming straight from our heart
I’m a prisoner in my own land,
why do one rule and others suffer,
is this justice? Is this justice? Is this justice?

is this justice? Is this justice? justice? justice?

inviata da Dq82 - 27/7/2017 - 13:29


Addio a Geoffrey Gurrumul Yunupingu, voce e anima degli aborigeni australiani

Cieco e malato da quando era bambino, si è spento a 46 anni. Con la sua musica è stato un ponte tra culture diverse. Si è esibito con Sting, Elton John e Bob Dylan

26 Luglio 2017


LA VOCE d'angelo degli aborigeni australiani ha smesso di intonare le armonie antiche come il mondo dal quale proveniva, una remota costa orientale 500 chilometri oltre Darwin. Geoffrey Gurrumul Yunupingu è morto a 46 anni proprio nei luoghi dove si studiò l'evoluzione delle specie, dopo parecchi giorni passati all'addiaccio nei campi dei nomadi di fronte all'Oceano. Aveva bevuto e suonato con gli amici su diverse spiagge, invece di recarsi agli appuntamenti con la dialisi per una insufficienza renale portata dall'infanzia. Quando è giunto in ospedale, era troppo tardi e la musica etnica mondiale perde un personaggio leggendario e unico nel suo genere, che ha accettato di fare da ponte tra molte culture attraverso la propria e altrui musica.
 

La parte triste della sorte di un artista celebre e amato come Dr G Yunupingu è che sembra somigliare da vicino a quella delle sue genti e delle celebri Vie dei canti e dei sogni, oggi entrambe disperse in mille rivoli e torrenti di contaminazioni. Lo stesso Yunupingu aveva cominciato con il suonare i gospel nelle chiese, quanto di più lontano dai cori aborigeni, prima che lui trovasse la chiave giusta per arrivare a Dio nella sua lingua Gumatj.
 
Accompagnato da sua madre perché cieco dalla nascita, in famiglia imparò assieme all'educazione cristiana degli invasori anche le prime arie della tradizione non solo Gumatj, ma anche Galpu e Djambarrpuynu. Con questo vernacolo incomprensibile ai più e una voce di apertura acuta e pettorale sorretta da lenti ritmi reggae, si è esibito in Australia e molti paesi del mondo, davanti e insieme a star come Elthon John, Sting e Bob Dylan in un memorabile concerto a Byron Bay. Ha suonato per il Papa, per Obama e nel 2011 per la regina d'Inghilterra a Camberra, ricevendone in cambio un invito a Londra dove incontrò i suoi artisti occidentali preferiti, Cliff Richard e Stevie Wonder.

Di certo consapevole della lunga storia della cacciata degli aborigeni dalle proprie terre con l'arrivo dei coloni dall'Inghilterra, Yunupingu aveva assunto - a prescindere dalle sue idee politiche tolleranti e alla sua natura gay – un ruolo molto più elevato dell'esponente numero uno di una musica che portava sugli stage internazionali la nostalgia di terre incontaminate alla fine e all'origine del mondo.

Ogni volta che il preludio della chitarra suonata con la mano sinistra e sottosopra lasciava posto alla voce, "sembravano alzarsi voli di uccelli e aprirsi spazi sconosciuti agli uomini", hanno detto di lui alcuni critici, ammaliati dalla potenza del suono e del sentimento di liriche delle quali pochi capivano il significato, dedicate alle terre dei venti, ma anche alle città dell'occidente e al loro caos. Il suo secondo album, Rrakala, ha venduto più di 500mila copie in tutto il mondo, un'enormità per un artista che ultimamente era sempre più debole e minato dalla malattia, tanto da cancellare nel 2016 un tour australiano, dopo quello di molti mesi negli Stati Uniti. Per anni è stato al suo fianco anche sul palco il compagno di vita Michael Hohnen, suo interprete e portavoce, e oltre a lui lascia una figlia di nome Jasmine.

Parte della famiglia ha chiesto di cancellare le foto e i video che lo ritraggono con i suoi occhi ciechi infossati. Ma su YouTube non ci sono veli e non serve guardare, perché la voce di Yunupingu arriva senza interferenze al cuore degli antenati e dei contemporanei di ogni fede e gusto musicale.

repubblica

27/7/2017 - 13:35


Un tributo a Geoffrey da Salise di Tonga tramite Polonia :)

Krzysiek - 27/7/2017 - 22:24




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