Santo subito o criminale
mai eroe prima di morire
ammazzato o suicidato
e comunque sia: “te la sei andata a cercare”
La televisione trasmetteva l’incontro dell’anno tra un peso massimo e una piuma
l’arbitro, bel esemplare di struzzo reale, aveva un collo fuori misura
la piuma era un brav’uomo ma a qualcuno non piaceva, perchè non risparmiava un colpo quando combatteva
“Che ci vorrà mai a liquidare una banca senza per forza dover rompere i coglioni”
che in un attimo sei negl’anni ottanta e ce ne andremo tutti a Milano a bere, senza preoccupazioni
Dalla tribuna si sparse il panico, gridarono: “Aiuto, al lupo, o peggio al comunista!”
Giorgio non capiva, lui cattolico, in nostalgia di monarchia e mai stato di sinistra
la cariatide democristiana con la testa sotto terra disse: “sbrigatevela voi questa maledetta guerra”
“e che ci vorrà mai a liquidare una banca senza per forza dover rompere i coglioni”
che in un attimo sei negl’anni ottanta e ce ne andremo tutti a Milano a bere, anche senza di te Ambrosoli
Caro eroe borghese di città o tu figlio di mafioso chiacchierone di paese,
ultimo degli sbirri, giornalisti con la barba, generali arrivisti e magistrati coi baffi da comunisti
maggioranza silenziosa che copre morti poco misteriose
donne coraggiose sciolte dall’amore
State zitti, non guardate e non toccate imparate a stare a posto e sopratutto non pensate
che ci vorrà mai a fare questa Italia, senza per forza dover rompere i coglioni
che chi sta fermo per forza non si sbaglia e ce ne staremo comodi a Roma a guardarvi morire soli
mai eroe prima di morire
ammazzato o suicidato
e comunque sia: “te la sei andata a cercare”
La televisione trasmetteva l’incontro dell’anno tra un peso massimo e una piuma
l’arbitro, bel esemplare di struzzo reale, aveva un collo fuori misura
la piuma era un brav’uomo ma a qualcuno non piaceva, perchè non risparmiava un colpo quando combatteva
“Che ci vorrà mai a liquidare una banca senza per forza dover rompere i coglioni”
che in un attimo sei negl’anni ottanta e ce ne andremo tutti a Milano a bere, senza preoccupazioni
Dalla tribuna si sparse il panico, gridarono: “Aiuto, al lupo, o peggio al comunista!”
Giorgio non capiva, lui cattolico, in nostalgia di monarchia e mai stato di sinistra
la cariatide democristiana con la testa sotto terra disse: “sbrigatevela voi questa maledetta guerra”
“e che ci vorrà mai a liquidare una banca senza per forza dover rompere i coglioni”
che in un attimo sei negl’anni ottanta e ce ne andremo tutti a Milano a bere, anche senza di te Ambrosoli
Caro eroe borghese di città o tu figlio di mafioso chiacchierone di paese,
ultimo degli sbirri, giornalisti con la barba, generali arrivisti e magistrati coi baffi da comunisti
maggioranza silenziosa che copre morti poco misteriose
donne coraggiose sciolte dall’amore
State zitti, non guardate e non toccate imparate a stare a posto e sopratutto non pensate
che ci vorrà mai a fare questa Italia, senza per forza dover rompere i coglioni
che chi sta fermo per forza non si sbaglia e ce ne staremo comodi a Roma a guardarvi morire soli
Contributed by Dq82 - 2017/7/22 - 16:49
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Non canto per cantare
Canzone dedicata all'avvocato Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 –Milano, 11 luglio 1979).
Nominato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana e delle attività finanziarie del banchiere siciliano Michele Sindona, fu assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona.
Uno che secondo Andreotti "se la andò a cercare".