Tu fiore aperto al domani
avevi diciassette anni
nel furore di quel giugno
che ti aprì gli occhi,
sciogliendo la tua infanzia
tra le lacrime delle madri
che insanguinavano i prati.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
Il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
scivolavi silenziosa
a ridosso del lago;
lungo i muri dei torturati
guardavi e sapevi
sognando il canto della primavera
scegliendo il tuo destino.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
Il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
portavi al sicuro
ribelli e indifesi
camminando veloce
tra sentieri e boschi
baciati dal tramonto.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
avevi diciassette anni
nei giorni delle nebbie
quando mani cieche
si appesero ai tuoi fianchi
avevi mille anni
nel fluire di un fiume
che spense il tuo dolore.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
il fiore del sole nei tuoi capelli
ed il tuo giovane viso è ora per noi un riflesso di luce
avevi diciassette anni
nel furore di quel giugno
che ti aprì gli occhi,
sciogliendo la tua infanzia
tra le lacrime delle madri
che insanguinavano i prati.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
Il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
scivolavi silenziosa
a ridosso del lago;
lungo i muri dei torturati
guardavi e sapevi
sognando il canto della primavera
scegliendo il tuo destino.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
Il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
portavi al sicuro
ribelli e indifesi
camminando veloce
tra sentieri e boschi
baciati dal tramonto.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
il fuoco del sole nei tuoi capelli
Tu fiore aperto al domani
avevi diciassette anni
nei giorni delle nebbie
quando mani cieche
si appesero ai tuoi fianchi
avevi mille anni
nel fluire di un fiume
che spense il tuo dolore.
Occhi verdi color delle foglie d’aprile
il fiore del sole nei tuoi capelli
ed il tuo giovane viso è ora per noi un riflesso di luce
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La Sezione ANPI di Verbania intitolata alla Partigiana Augusta Pavesi
La sua amica Mariuccia Morandi la ricorda come una bella ragazza con i capelli ramati e gli occhi verdi, andavano assieme a scuola di ricamo quando avevano 10, 11 anni.
Col trasferimento a Cambiasca si sono perse di vista e si sono ritrovate 5 anni dopo, in tragiche circostanze nel carcere di Pallanza. Mariuccia era stata prelevata con la mamma dalla sua abitazione poiché i suoi fratelli erano Partigiani.
Nel carcere seppe della presenza di Augusta e Augusta della sua; grazie ad una guardiana riuscirono ad incontrarsi.
Mariuccia racconta: “Un mattino presto la porta della mia cella si aprì ed entrò Augusta.
La secondina aveva fatto il miracolo, correndo i suoi rischi. Ci siamo abbracciate piangendo e ridendo, ricordando in quei pochi minuti i nostri giochi e le nostre gioie di pochi anni prima, ancora vive nel ricordo di entrambe. Tre giorni dopo ho saputo che durante la notte Augusta era stata portata via, forse a Novara, non si sapeva nient’altro. E niente si è più saputo in seguito di lei, neppure dopo la guerra, scomparsa nel nulla....Sembra che tra le persone a lei care sono stata l’ultima a vederla e ad abbracciarla”.
Augusta viene arrestata a Cambiasca, presso la sua abitazione, portata in un primo tempo al Comando fascista di Intra, e a tappe successive viene condotta alla sede del Comando di Novara.
Augusta, a diciassette anni, orrendamente torturata e seviziata, muore il 14 novembre 1944. Il suo corpo martoriato sarà ritrovato, qualche tempo dopo, nel fiume Agogna nei pressi di Novara.
Dall’Istituto Storico della Resistenza “ P. Fornara” di Novara si è appreso che la vicenda di Augusta Pavesi è citata nella sentenza contro Vezzalini: “A metà ottobre fu arrestata nella zona di Cambiasca certa Augusta Pavesi che, scarcerata, scomparve; dal comandante le truppe della brigata nera di Intra, fu detto che Vezzalini avrebbe dovuto conoscerne la sorte”.
Sempre presso l’Archivio di Stato di Novara esiste un incarto relativo alle indagini svolte dalla procura: l’incarto è allegato al fascicolo del processo contro il questore Emilio Pasqualy (Corte d’Assise Straordinaria, fascicoli, b. 31, n. 128) e reca il titolo “Atti relativi alla morte di una sconosciuta identificata per Pavesi Augusta”.