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Pino Daniele: Stella nera

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Language: Neapolitan


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È sempe sera
(Pino Daniele)
Sai dove
(Giorgio Canali & Rossofuoco)
Anna verrà
(Pino Daniele)


Stella nera

a cura di Annalisa Castellitti e Rita Duraccio

Stella nera è una delle perle dell'album Musicante, 1984, di Pino Daniele. Il disco si avvale, tra l'altro, della presenza alle percussioni del brasiliano Nanà Vasconcelos.

Il brano offre uno sguardo intimo ed accorato sulla Napoli di quegli anni e affronta, sebbene in modo molto ovattato, il tema tabù del contrabbando in mano alla camorra, fenomeno che raggiunse il suo apice negli anni a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta del XX secolo, coinvolgendo e compromettendo un gran numero di persone. Le operazioni di importazione ed esportazione nelle città avvenivano generalmente nottetempo: le imbarcazioni uscivano dalle acque territoriali e dopo aver caricato le merci tornavano ai porti incorrendo sovente in sanzioni pecuniarie e pene detentive.

Vesuvio di notte


Scritta in tempo binario, Stella nera presenta una delicata, calma e malinconica melodia, nonché complessi giri armonici e sapienti progressioni che danno un carattere di indefinitezza e continua tensione al brano, il quale appare armonicamente stabile soltanto nella parte iniziale e in quella finale. L'organico strumentale è caratterizzato dalla predominanza della chitarra, da percussioni e, nelle battute conclusive, dal suono squillante del sassofono che conferisce al brano quel sapore blues/jazz misto alla canzone napoletana tanto caro al cantautore, caratteristica, quest'ultima, che nel precedente lavoro del 1980, Nero a metà, aveva contribuito a segnare una importante svolta nella carriera del bluesman partenopeo.

Si tratta di un testo dall'intreccio apparentemente complesso, in cui è centrale la metafora dell'abisso del mare che, al pari della criminalità organizzata, dapprima accoglie e poi divora chi osa sfidarlo. La gente di mare si aiuta, ma poi al sopraggiungere della difficoltà pensa a salvarsi per sfuggire alla sorte, così come i contrabbandieri, per sottrarsi ai controlli della Guardia di Finanza, raffazzonano tutto a bordo cercando di scappare rapidamente. E mentre la terraferma sembra ancora lontana, il mare si fa più scuro, minaccioso e profondo a tal punto da non riuscire più a intravederne il fondo, altra metafora emblema del baratro.
Sul finale il ritmo diviene incalzante, per rappresentare in maniera incisiva la solitudine di chi è fermo in mezzo al mare come una scogliera senza sole. Dall'altra parte, invece, c'è chi continua a sperare e a lottare nel nome di una città che rischia di essere oscurata da una stella nera.
È evidente la cifra peculiare dello stile di Daniele, riassumibile nella capacità di cogliere con leggerezza l’essenza della vita e di saperla descrivere con ritratti chiaroscurali che oltrepassano lo sguardo di chi ascolta. I suoi sono versi icastici, che si avvalgono della forza evocatrice e delle coloriture lessicali tipiche del dialetto napoletano. Ogni parola diventa il simbolo di un’emozione che il cantautore riesce a trasferire sul piano musicale attraverso suggestioni inconfondibili.

Forte è nei brani di Pino Daniele il connubio tra civiltà e legalità, espresso con particolare attenzione nella trattazione di tematiche sociali e discriminanti, in cui si impone costantemente l'appello del cantautore affinché Napoli torni ad essere una metropoli europea, una città d'arte e cultura, una città aperta, e non più famosa, anzi famigerata e soffocata dalla 'munnezza'.

Mantenendo lo sguardo fisso sulla sua strada, I know my way, Pino Daniele ha cantato l'anima di Napoli, una città difficile, che soffre e che come tutto il Sud Italia avrebbe bisogno di un provvedimento speciale: 'Napoli città perduta? Lo dicono sempre, ogni volta che per qualche motivo conviene accusarci', dichiarò a Il Mattino 29 settembre 2006. È una Napoli che si affaccia al Mediterraneo quella che ha voluto portare in Europa, sottolineandone il suo compito, il suo destino e la sua importanza strategica.

Luci e ombre di una Napoli che guarda al futuro, che per il suo pubblico non è 'na carta sporca. Questo cantava Pino Daniele in quelle canzoni che, come egli stesso ha affermato, nascevano 'per caso, da un verso, un giro di chitarra, un suono che ti ronza in testa', fino a quando non 'riesci ad acchiappare un'emozione che devi buttare fuori per forza'.
Chella è ‘na stella nera
chella è ‘na stella janca
gente ca nun se tene
e sta senza penziere
pe’ mare ‘o tiempo nun passa maje
è positivo e intanto sudano ‘e mmane.

Maronna e comm'è futo
ca nun se vede ‘o funno
me manca ‘o sciato e scengo
e intanto tengo mente
‘a muntagna è luntana assaje
‘o mare se fa gruosso
e arrassumiglia ‘o cielo
‘o cielo.

Se vede quacche luce
e ‘a finanza nun se fa vedé
gente ‘e mare s'aiuta
ma po' ognuno penza a sé
Penziere ‘e chi nun torna
e l'acqua è cavera ma che r'è?
miette tutte cose a buordo
fuje e nun penzà a me
fuje e nun penzà a me.

Nascette miez'‘o mare
forse int'‘a n'atu munno
scugliera senza sole
scengo sempe sulo
e ‘a muntagna è luntana assaje
'o mare se fa gruosso
e arrassumiglia ‘o cielo
‘o cielo.

Se vede quacche luce
e ‘a finanza nun se fa vedé
gente ‘e mare s'aiuta
ma po' ognuno penza a sé
Penziere ‘e chi nun torna
e l'acqua è cavera ma che r'è?
miette tutte cose a buordo
fuje e nun penzà a me
fuje e nun penzà a me.

Contributed by Alessandro Carènzan - 2017/5/26 - 14:44


Scusa Alessandro Carènzan, non mi risulta che Don Cherry partecipi a questo disco....le sue collaborazioni le conosco una ad una...con Tullio De Piscopo aveva inciso l'anno prima (nel 1983) in studio "Stop Bajon" e c'era anche presente Pino Daniele alla chitarra e agli arrangiamenti...ma in Musicante non mi risulta!

Flavio Poltronieri - 2017/5/27 - 08:54


Effettivamente non risulta neanche su wikipedia

Dq82 - 2017/5/28 - 10:27


infatti...io ho informazioni di prima mano su Don Cherry che conoscevo bene e aggiornerei subito il mio archivio ma questa è una inesattezza, credo addirittura che non ci sia neanche una tromba in questo disco, ma un sax....

Flavio Poltronieri - 2017/5/28 - 10:59


Penso che l'equivoco nasca dal fatto che Naná Vasconcelos all'inizio della carriera ha in effetti suonato con Don Cherry. Ma non in questo disco.

Lorenzo - 2017/5/28 - 11:48


Nana ha suonato spesso con Don Cherry, hanno anche costituito un gruppo insieme che ha inciso ben tre dischi tra il 78 e l'82 (CODONA)per la ECM, probabilmente il Sig. Alessandro avrà fatto confusione....comunque è meglio togliere l'informazione errata, anche perchè mi sembra irrilevante nel contesto di "Stella Nera".

Flavio Poltronieri - 2017/5/28 - 12:43


Flavio Poltronieri, io invece, con tutta modestia e in punta di piedi, ti invito ad assumere un atteggiamento meno arrogante e saccente, nonché a rivedere le tue certezze, al fine di sopperire ad alcune lacune che nemmeno, nella tua infinita erudizione, o presunta tale, sospetti di avere.

L'informazione della collaborazione di Don Cherry in questo disco, l'ho ricavata qui.

Vai dunque a far presenta all'articolista e alla redazione musicale di Repubblica le tue riserve, avanzando al contempo la richiesta di rimozione di quella che ritieni essere un'informazione errata. Inoltre, nei ritagli di tempo, ti prego adorante di venire qui a impartirci le tue leziose, ops, preziose lezioni sulla capacità di distinguere, coi nostri orecchi affatto esperti ma semplicemente appassionati, le nette e percepibili differenza fra sax e tromba.

Alessandro Carènzan - 2017/5/30 - 01:52


E comunque dai, visto che ami sottilizzare, faccio leva sui miei pregressi studi in conservatorio e al conseguimento del diploma in violino (dunque non ho particolare competenza di strumenti a fiato) per fugare i tuoi dubbi: sì, si tratta di sassofono e non di tromba.
E' quello di Mel Collins, che chiosa con un meraviglioso assolo la terza traccia del disco, Disperazione.
Ciò detto, aggiungo che se tu, diversamente da me, fossi stato più esperto e capace di cogliere la sottile differenza fra tromba e sax, al primo ascolto, o anche a successivi e ripetuti ascolti ma superficiali, non avresti scritto 'credo' ma saresti andato sul sicuro, affermando con certezza che trattavasi di sax. Dunque, torno a ripetere, cerca di essere meno arrogante. Grazie.

Alessandro Carènzan - 2017/5/30 - 02:18


Francamente io non riscontro tutta questa arroganza nell'intervento di Flavio. Si è limitato, da appassionato di un artista, a chiedere da dove provenisse una informazione sulla sua partecipazione a un'incisione. Probabilmente nel sito ci sono altre migliaia di sviste di questo tipo che aspettano che qualcuno se ne accorga. Comunque tromba o sax che sia, niente è tolto alla bellezza di questa canzone e all'ottimo commento introduttivo scritto da Alessandro.

Lorenzo - 2017/5/30 - 12:31


Fare delle note a dei commenti o articoli che dir si voglia in tempo reale è proprio il bello della condivisione della conoscenza, che questo nuovo strumento di comunicazione offre allo scrittore e al fruitore, che diventa parte attiva a sua volta.
Non è una vetrina per "il più bravo" del mese e Flavio Poltronieri ha solo puntualizzato un fatto di sua conoscenza. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di rispondere alla rimostranze di Alessandro Carènzan, senonchè a me capita spesso di fare interventi del genere di quelli di Flavio e ora mi viene il sospetto di dare fastidio invece che di un contributo..

cattia salto - 2017/5/30 - 13:28


...'Non ci sarebbe nemmeno bisogno di rispondere alla rimostranze di Alessandro Carènzan'...
Noto e apprezzo la coerenza fra le intenzioni e le azioni.

Buona giornata.

Alessandro Carènzan - 2017/5/30 - 14:24


Rispondo soltanto a Cattia Salto, ché per il resto queste discussioni assurde in "stile Facebook" mi interessano zero. Non devi, Cattia, aver nessun sospetto di dare fastidio qua dentro; e non vedo proprio perché. I tuoi interventi, come quelli di Flavio, non hanno assolutamente nulla di sconveniente o altro, e se urtano qualche "suscettibilità", il problema è dell'eventuale suscettibile. Saluti cari e stai serena.

Riccardo Venturi - 2017/5/31 - 12:12


Venturi, stai calmo e abbassa la cresta, io ho apportato un contributo al tuo sito, non volevo certo scatenare polemiche tossiche e isteriche sul nulla, semplicemente gli interventi di Poltronieri mi sono parsi un po' eccessivi e arroganti, e i sono permesso di farlo presente, non vorrei aver osato troppo, ma in tal caso il problema è tutto e solo tuo.
Atterra sul pianeta realtà, che mi pare che tu sovente ti dia arie da extraterrestre.

Alessandro Carènzan - 2017/5/31 - 12:48


E comunque, se non pubblichi il commento (magari ora lo farai) mi darai la certezza di essere solo un buffone che gioca al'anarchico ma poi censura gli interventi sgraditi.
Prova a rilassarti ogni tanto, e a considerare di non essere un semidio come il tuo ego ipertrofico ti fa credere, sei uno scemotto come tanti, per cui, se ce la fai da solo, e ne dubito, bene, altrimenti fatti aiutare e atterra sul pianeta terra e torna in te, fra noi, al mondo e nella realtà, mentecatto!
Ma chi cazzo ti credi di essere? Pensi davvero che uno che apporta un contributo al tuo sito, ma poi sta lì, a farsi prendere a pesci in faccia da un esaltato come te?

Alessandro Carènzan - 2017/5/31 - 13:08


Come vedi, caro Càrenzan, o Carenzàn, ho senz'altro approvato i tuoi "interventi", ci mancherebbe altro. Anche perché, come dire, sono "interventi" di una tale natura, che si autocensurano da soli. Ammesso e non concesso che tu sia un personaggio reale, diletto Cårenzan "from Naples", in venti e passa anni di Internet mi sono talmente abituato a queste sciocchezze, da non esserne più minimamente toccato. Il solito volgarissimo troll, con tutte le tecniche del troll: l'attacco della briga su una quisquilia, gli insulti e le offese "ad personam" a dritta e a manca, le scalcagnate "considerazioni psicologiche" sul bersaglio scelto e la speranza malcelata che ti si risponda in modo altrettanto violento, in modo da scatenare il "flame". Tu sapessi quante ne ho viste di storielle del genere, esimio Carenzàn. Reale o non reale, il solito buffo attaccabrighe internettaro; ma stai tranquillo, non ti verrà "censurato" nulla come sembra tu agognassi. Per quel che mi riguarda, se hai da inviare i tuoi "contributi" qua dentro, inviali pure liberamente; ma fai anche seriamente conto, sempre per quel che mi riguarda, di essere semplicemente e serenamente morto (cosa che, del resto, mi viene del tutto naturale perché fino a due giorni fa ignoravo pure che eri vivo, e non mi sembra di aver mai avuto niente a che fare con te). Saluti carenzani.

PS. Dal punto di vista squisitamente interno al sito, questa canzone, pur bella, non c'entra assolutamente nulla con i suoi argomenti. Naturalmente ti ringraziamo per la copiosa e sentita introduzione; ma viene spostata tra gli "Extra".

Riccardo Venturi - 2017/5/31 - 19:11


aahh che nostalgia, i vecchi troll...
molto vintage, il carenzan!

daniela -k.d.- - 2017/5/31 - 21:09


A proposito, la "copiosa e sentita introduzione" è di Annalisa Castellitti e Rita Duraccio.
Così, tanto per ristabilire i credits.

daniela -k.d.- - 2017/5/31 - 21:57


Venturì (tu storpi il mio nome, io ti "ricambio la cortesia), vedo che ti sei prodotto in una ricerca sulla mia persona (lo evinco dal "from Naples" e dalla, quella sì, scalcagnata, anzi sgarrupata allusione alla professione che potrei svolgere... belìn, non pensavo di parlare con un agente del fu KGB, ancora in opera nella tua mente che gioca all'anarco-comunismo), ma non eri, tu, quello sideralmente estraneo e lontano all'universo facebookiano? O forse hai scomodato qualche sodale all'uopo? Del resto don ti mancano i subalterni a darti manforte vedo, subito a rincalzare le balordate che proferisci. Ma tranquillo, neh, benché io sapessi della tua esistenza solo per la sporadica frequentazione di questo sito (che pure apprezzo, meno, molto meno il suo co-gestore), non intendo produrmi in demenziali alterchi con uno di cui non me ne fotte un cazzo, francamente, e verso il quale non ho certo la deferenza che sembra quasi pretendere. Se ho degnato di una replica il tuo vaneggiamento, era per esprimere un augurio e un invito: a sbarcare sul pianeta terra, dall'Iperuranio dove ti trovi. Il resto, allusioni, illazioni, farneticanti 'argomentazioni', bambinesche storpiature del nome del proprio interlocutore e ricerche 'social' sul suo conto, sono diletti che lascio a personaggi della tua caratura.
Ripeto che io ho solo apportato (e non è la prima volta) un contributo a questo sito, ed è l'unica cosa che mi interessa, mentre delle tue manie e megalomanie, Venturì, poco, anzi nulla mia cale.
Datti una calmata, sembri sempre un po' troppo agitato!

Alessandro Carènzan - 2017/5/31 - 22:09


io non capisco tutto questo astio del Carènzan che per quel poco che ho letto (negli interventi in questo sito, ad esempio questo su una canzone di un artista che apprezzo particolarmente) mi sembrava prima dell'esplosione su questa pagina, persona pacata e intelligente. E tutto per un piccolo errore di attribuzione di un sax a un famoso trombettista. Mah... Errore fra l'altro neanche suo ma di chi ha scritto l'introduzione che il Carènzan si è limitato a copiare e incollare (cosa perfettamente lecita, naturalmente, ma magari la prossima volta abbi cura di citare la fonte). Insomma quello che mi sembra abbia bisogno di una calmata non mi sembra sia il Venturì... e non lo dico per amicizia o per partito preso ma proprio alla luce di quanto scritto qui.

Lorenzo - 2017/5/31 - 22:46


Ma lascia stare, Lorenzo, e non ti ci sprecare più di tanto. Si vede che al pacato Carènzan gli deve aver dato alla testa il caldo, succede sempre quando scoppia all'improviso. Oppure qualche altra cosa, ma sono perfettamente affari suoi. Les morts sont tous des braves types (G. Brassens). Saluti.

Riccardo Venturi - 2017/5/31 - 23:02


Ma guardate che io non avevo alcuna intenzione di scatenare una simile canea, eh, e l'impressione che avevi ricavato di me, Lorenzo Masetti, come di una persona pacata, ti assicuro che è quella giusta, perché lo sono, qui, forse equivocando, anche da parte mia, e mi riferisco all'interpretazione errata da me fatta degli interventi di Flavio Poltronieri, si è poi degenerato, e certamente ho dato il mio contributo. Al signore chiedo scusa, rileggendo i suoi interventi, riconosco di averli mal intesi, capita, se non fosse successo sarebbe stato meglio.
Resta, per quel che conta e che vale, ossia nulla, l'istintiva ripulsa per un altro individuo, che fa illazioni sulla mia persona (non sono il tipo che passa le sua giornate ad abbaiare su internet, qui, su u social o su qualche blog personale, magari...), e rispetto alle cui farneticanti affermazioni potrei dire molto, ma sono riserve che tengo per me.
Scusate il disturbo e buona serata a tutti, nessuno escluso.

Alessandro Carènzan - 2017/5/31 - 23:10


Ascolta Carènzan, ti voglio dire un paio di cosine prima che tu ne ne torni nella tua naturale pacatezza, che ti auguro di conservare.

La "ricerca da KGB" sul tuo conto l'ho fatta in 20 secondi impostando "Alessandro Carènzan" su Google, e neppure aprendo le varie pagine che comparivano. Fine della trasmissione.

Che tu provi "ripulsa" per me, lo ritengo lecito; anche se, ne converrai, io proprio non capisco tutto questo astio nei miei confronti. Abbiamo avuto mai a che fare, io e te? Non mi sembra. Ti ho mai insultato o offeso da qualche parte? Non mi risulta proprio. Se c'è qualcuno che, mi sembra, in questi giorni abbia "farneticato", mi sembra che sia stato esclusivamente tu. Per questo ho tirato in ballo il caldo, altre spiegazioni razionali non me le saprei dare.

Avrei fatto "illazioni sulla tua persona"? Guarda che la "tua persona" mi è totalmente ignota, quindi non vedo quali illazioni potrei fare. Viceversa, mi sono ritrovato nel mezzo di un tuo delirio a base di offese e, va detto, di tonnellate di "illazioni". All'anima del KGB, sembra quasi che tu ti sia fabbricato un dossier su di me!

Mi sono ritrovato, senza averti minimamente offeso (a meno che tu non ritenga il termine "suscettibile" come un'offesa, nel qual caso mi scuso...) definito un mentecatto, uno "scomodatore di sodali", oggetto di inviti tipo "abbassa la cresta" e quant'altro. Viene quasi da pensare che tu avessi da sfogare verso di me una sorta di "antipatia internettara" che ti sei formato a mia totale insaputa e chissà per quale motivo (cosa peraltro del tutto legittima, dato che non ho nessuna pretesa di restare simpatico e/o gradito a tutti).

Io me ne stavo lì buono buono e tranquillo con la mia ernia inguinale che mi devo operare a breve, a cercare di terminare una lunga traduzione dal greco iniziata quasi un anno fa...e mi devo ritrovare nel delirio del Carènzan a base di trombe e sax. Ma non fa niente. Sono cose che succedono.

Il problema, caro Carènzan, è che "scripta manent". Hai ardentemente desiderato che i tuoi interventi non fossero censurati, e io stesso mi sono premurato di approvarli, in primis quelli in cui mi insultavi gratuitamente a dritta e a manca. Io parlo per me stesso, e non ho "sodali" che esistono soltanto nella tua mente.

Nessun problema, per me, se vorrai continuare a spedire contributi, commenti, e tutto quel che ti pare. Nessun problema neppure la "ripulsa" che dici di provare per me. Io, per te, non provo nessuna "ripulsa" perché non so assolutamente niente di te e di quel che fai, pensi, scrivi o mangi. Ma puoi tranquillamente tenerti la tua "ripulsa virtuale" e stai pur certo che non farò niente perché tu cambi idea. Lo stesso vale per le tue "riserve".

Dirò di più, in tutta sincerità e addirittura per contribuire ad aumentartela, la tua "ripulsa". Non mi sarei mai sognato di "censurarti". Mi è venuto in mente, visto che ti piace tanto pensarlo, che consegnare all'eternità di Google questa tua meravigliosa performance, era una cosa che non aveva prezzo. Cosicché, se a qualcuno pungesse vaghezza di andare a vedere "Alessandro Carènzan" su Google, possa ritrovare questa tua ineguagliabile figura di merda e farsi le dovute considerazioni e/o risate. Vedi quanto sono repellente, quando mi ci metto.

Ti dico soltanto, sempre a titolo esclusivamente personale, di starmi d'ora in avanti rigorosamente alla larga qua dentro o altrove in rete, e la mia serata è per fortuna buona senza che me lo debba augurare tale Carènzan Alessandro, a me del tutto sconosciuto e che lo rimarrà. Se ti dà noia il caldo, trasferisciti alle isole Svalbard. E ora, veramente, fine di questa sequela di stupidaggini per le quali mi verrebbe da chiedere perdono al povero Pino Daniele.

Riccardo Venturi - 2017/6/1 - 00:10


Venturi Riccardo, ascolta tu: io non ti devo stare alla larga, perché mai ti ho cercato, interpellato, nominato, disturbato, prima di adesso.
Poi certo, frequentando questo sito, che, ripeto, trovo pregevole e meritorio, obtorto collo nel tuo nome e nei tuoi interventi mi sono imbattuto, ma non sembra, Venturi Riccardo, di essere mai intervenuto a corredo degli stessi, con opinioni, osservazioni, pareri o quant'altro.
La ripulsa di cui parlo, è quella che, così, istintivamente, mi hai generato col tuo modo di fare a partire dal primo commento qui, e qui finisce, il resto, della tua persona, della tua storia, del tuo essere, mi è ignoto e continuerà ad essermi tale, e peraltro continuerò a vivere benissimo pur persistendo questa lacuna nella mia esistenza.
Le illazioni le hai fatte, reputandomi e descrivendomi come 'solito buffo attaccabrighe internettaro', probabilmente, sempre per omaggiarti citandoti, le mie baruffe su questo spazio (di cui ho troppo rispetto per svilirlo a contenitore dei miei scleri, tu puoi farlo, perché lo hai fondato e lo gestisci, io forse anche in alcuni momento di questo scambio surreale, ma indebitamente e lo riconosco), 'esistono soltanto nella tua mente', ma questo non è un mio problema, tu converrai, poi puoi correggere il tiro, rigirare la frittata, o minimizzare e aggiustare le tue affermazioni come meglio ti pare e aggrada, del resto i problemi sono altri.
Ora, pur tenendomi la mia antipatia nei tuoi riguardi, chiudo augurandoti, che tu lo accetta o meno, ogni bene per la tua ernia inguinale, e mi unisco alla richiesta di perdono al grande Pino Daniele, che qui intendevo semplicemente omaggiare e ricordare.
Colendissimi (e distinti e DISTANTI) ossequi.

Alessandro Carènzan - 2017/6/1 - 00:37


Ti ho definito un "buffo attaccabrighe internettaro" perché come tale ti sei comportato. Stop. Non credo che tu abbia 12 anni, e che esiste sempre una correlazione tra le azioni, anche pigiando su una tastiera. Mi resteranno ignoti i motivi di questa tua uscita, e secondo me sarebbe stato molto meglio per te se ti avessi "censurato", impedendoti di proseguire in questo delirio. Come si suol dire: L'hai voluta la bicicletta? E pedala. Ti serva di lezione, e impara a controllarti anche in quel che scrivi, e a non comportarti in modo infantile. E ora buonanotte.

Riccardo Venturi - 2017/6/1 - 00:53


Vedo che insisti, ma per mio conto, la chiudo qui.
Buonanotte a te.

Alessandro Carènzan - 2017/6/1 - 00:58




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