I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
I sorrisi coperti da foglie stanche e gialle sotto i piedi
Fumando cicche di cento marche
Facendo l'amore coi manifesti
Rubando avanzi di sorriso dedicato ad altri
Si vive
Io sono uno dei bianchi
Oppure uno dei neri
Io appartengo ad un idea, ad una nazione
Ed al concetto della morale
Che dice questo è bene, questo è male
I nomadi della notte vendono a volte i sogni
E la loro libertà solo quando fa tanto freddo
Ai bimbi li incontrano padroni di navi pirate
Pieni di cracia [?] e sporcizia, con la luce della solitudine
Pregan gli dei più strani
Perchè non credono a niente
Nè ai morbosi cristiani
Nè agli atei inconcludenti
Nè ai puttani di moda
Nè alle mammine piangenti
Nè alle persone oneste
Che ripeton cose così noiose
Sentite da altri
Mai fatte davvero
I nomadi della notte credon solo alle fate
E sanno storie di gnomi alati da raccontare a nessuno
I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
I sorrisi coperti da foglie stanche e gialle sotto i piedi
Fumando cicche di cento marche
Facendo l'amore coi manifesti
Rubando avanzi di sorriso dedicato ad altri
Si vive
Io sono uno dei bianchi
Oppure uno dei neri
Io appartengo ad un idea, ad una nazione
Ed al concetto della morale
Che dice questo è bene, questo è male
I nomadi della notte vendono a volte i sogni
E la loro libertà solo quando fa tanto freddo
Ai bimbi li incontrano padroni di navi pirate
Pieni di cracia [?] e sporcizia, con la luce della solitudine
Pregan gli dei più strani
Perchè non credono a niente
Nè ai morbosi cristiani
Nè agli atei inconcludenti
Nè ai puttani di moda
Nè alle mammine piangenti
Nè alle persone oneste
Che ripeton cose così noiose
Sentite da altri
Mai fatte davvero
I nomadi della notte credon solo alle fate
E sanno storie di gnomi alati da raccontare a nessuno
I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
Contributed by Bernart Bartleby - 2017/5/17 - 23:41
La "cracia" in dialetto piemontese è la sporcizia, ma credo che dica "stracci".
Lara - 2024/7/3 - 16:54
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Parole e musica di Carlo Caddia, in arte Carlo Credi (ma si firmava anche Kredy, quando agiva con il gruppo beat dei Misteriani), cantautore torinese sconosciuto ai più, ricordato ancora oggi da alcuni. Nacque nel 1947 e visse solo fino al 1986, portato via dall'inquietudine e dall'alcol e dalla droga
Realizzò un solo album, intitolato “Chi è Carlo Credi?”, pubblicato nel 1976 dalla Shirak Records del musicista Johnny Betti
Questa canzone però è successiva, risalente forse al 1981, inedita.
Ho provato a trascriverla all'ascolto. Ho solo un dubbio verso la metà del testo, che ho segnalato con un punto interrogativo
Una canzone bella e disperata, piena di vita e di morte, profondamente anarchica.
Pensavo di contribuirla coma Extra ma invece ora la propongo come CCG vera e propria.