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La Regina

Carlo Credi
Langue: italien


Carlo Credi

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[1976]
Parole e musica di Carlo Caddia, in arte Carlo Credi (ma si firmava anche Kredy, quando agiva con il gruppo beat dei Misteriani), cantautore torinese sconosciuto ai più, ricordato ancora oggi da alcuni. Nacque nel 1947 e visse solo fino al 1986, portato via dall'inquietudine e dall'alcol e dalla droga
In “Chi è Carlo Credi?”, il suo unico disco pubblicato nel 1976 dalla Shirak Records del musicista Johnny Betti
Il testo l'ho trovato su Lyrics Wikia, trascritto da qualcuno che ringrazio di cuore. Io mi sono limitato a riascoltarlo e a provare a completare due passaggi incompleti. Spero di averci azzeccato.

Chi è Carlo Credi?
Chi è Carlo Credi?

Inutile che mi metta a scrivere qui di Carlo Credi, scomparso insieme a tanti altri nella spessa nebbia grigia dell'irrequieta Torino degli anni 70 e 80. Lascio la parola ad altri che l'hanno conosciuto e/o apprezzato. E anche a me alcune sue canzoni, come questa che propongo, piacciono molto.
Vorrei solo dire che la Locanda Da Betty in via Bogino c'è ancora o, meglio, si chiama ancora così, ma è ormai un locale-dove-si-mangia, come tanti (sembra che non facciamo altro che mangiare e mangiare...), non certo più l'osteria dove suonava Carlo Credi per racimolare qualche soldo.

Su Carlo Credi:

Il Negozio di Euterpe
Una pagina su Facebook creata da qualche fan
Un bel ricordo di Mauro Macario su A – Rivista Anarchica
Un paio di cose già presenti sulle CCG: le sue versioni di Dove correte! di Duilio Del Prete e La belle vie di Jacques Prévert (sempre da “Chi è Carlo Credi?”)
Il libro di racconti “Torino on the road. Artisti, pazzi e geni incompresi tra cielo e asfalto”, di Nico Ivaldi e Vincenzo Reda, 2015
Il suo unico disco, autografo, una rarità venduta a 70 euro su Ebay
“Si tagli:
Ai mendicanti, il pollice
Ai ladri, la mano
Agli amanti, la luna
Agli assassini, la testa”

C’era la volpe
La volpe da caccia
E la regina voleva cacciare
Sui prati verdi della dolce Scozia
Le giacche rosse e gli alati caval

Ah, che peccato che queste terre
Predilette da volpi argentate
Siano infestate così volgarmente
Da contadini non troppo educati

Ma ora c’è l’industria ed è sicuro
Che troveran lavoro immediato
E quindi sia accettato il mio consiglio
Di quelle terre sia l’espropriazione

Passarono tre anni e, caso strano,
furono scoperti furti nel reame
e i vagabondi poi non si contavano:
tremendi, tanti, brutti, sempre di più.

La povera regina fu costretta
A tante lacrime e un poco di durezza
Per estirpar la nuova delinquenza
Fu emesso un bando che diceva così:

“Si tagli:
Ai mendicanti, il pollice
Ai ladri, la mano
Agli amanti, la luna
Agli assassini, la testa”

Oggi la paura ci regala il bisogno
Di avere tanti bei nuovi “papà”
Sbirri, giudici, carceri e preti
Guru, profeti e la pubblicità

Noi crederemo sempre
Che c’è qualcun che sa
Che deve stare su
O almeno un po’ più in là
Per dirci ogni momento
Quel che si deve far
Per far le nostre cose
senza farci bandir
da questa civiltà

envoyé par Bernart Bartleby - 17/5/2017 - 22:55




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