Νέμεση
Μὴ λησμονήσεις
Ποτὲ μὴ λησμονήσεις
Δὲν πρέπει μὴ λησμονήσεις
Σ.Φ.Μ. - Ἀπομόνωση – Μάρτης 1972. Μετὰ ἀπὸ ἕναν ἄγριο ξυλοδαρμό μου καὶ στὴ διάρκεια ἀπεργίας πείνας.
Μὴ λησμονήσεις
Ποτὲ μὴ λησμονήσεις
Δὲν πρέπει μὴ λησμονήσεις
Σ.Φ.Μ. - Ἀπομόνωση – Μάρτης 1972. Μετὰ ἀπὸ ἕναν ἄγριο ξυλοδαρμό μου καὶ στὴ διάρκεια ἀπεργίας πείνας.
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2017/5/7 - 18:12
Language: Italian
NEMESI [1]
Nemesi
Non dimenticare
Non dimenticare mai
Non devi dimenticare
Carcere Militare di Bogiati - Isolamento - Marzo 1972. Dopo un pesante pestaggio e durante uno sciopero della fame. [2]
Nemesi
Non dimenticare
Non dimenticare mai
Non devi dimenticare
Carcere Militare di Bogiati - Isolamento - Marzo 1972. Dopo un pesante pestaggio e durante uno sciopero della fame. [2]
[1] Così il titolo della traduzione italiana. Nell'originale greco si intitola "Non devi".
[2] Trad. RV
[2] Trad. RV
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testo" - 2017/5/7 - 18:15
Termina qui l'inserimento possibile delle poesie che formano i brani del disco. I brani (17) "Canti della libertà" e (18) "Improvvisazioni melodiche" sono presumibilmente basati su altre poesie di Panagoulis (o frammenti di esse), ma nell'impossibilità di ascoltare il disco e in mancanza di indicazioni precise, non è possibile per ora procedere oltre. Naturalmente, qualora si reperissero indicazioni o fosse possibile ascoltare il disco, si provvederà ad integrare la pagina.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2017/5/7 - 18:43
L'unico mp3 che si trova in rete è questo. Non si capisce se siano estratti vari dei brani o uno dei due ultimi brani non inseriti.
dq82 - 2017/5/7 - 18:55
Per chi volesse approfondire: Su una garza dimenticata. I brandelli poetici di Alekos Panagulis
dq82 - 2017/5/7 - 18:58
Sull'mp3 che hai segnalato ci dovrò lavorare confrontando con i testi greci originali; su due piedi non saprei proprio dire. Indicativamente, però, per la presenza di più voci sembra riferirsi al brano (18), le "Improvvisazioni melodiche" con le voci di Clara Murtas, Donatina De Carolis e Dodi Moscati. Chissà poi che al De Martino non abbiano il disco, che potrebbe chiarire tutto...
Riccardo Venturi - 2017/5/7 - 19:42
Dimenticavo una cosa doverosa: un enorme παρακαλῶ πολύ (pure politonico!) a DonQuijote 82, che con una sua intuizione ha iniziato questo lavoro e inserito i primi due brani. Nelle varie pagine di questo lavoro ho voluto fare un omaggio anche a Filippo Maria Pontani, il traduttore: è grazie al suo manuale che, quasi quarant'anni fa, ho cominciato a imparare il greco moderno.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2017/5/7 - 20:30
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[1974]
Da Vi scrivo da un carcere in Grecia / Μέσ' ἀπὸ φυλακὴ σᾶς γράφω στὴν Ἑλλάδα
Musica: Ennio Morricone
Vi scrivo da un carcere in Grecia, Artefact, 1974
Il libro raccoglie componimenti scritti da Panagulis durante la sua carcerazione dal 1968 al 1973 sotto la dittatura greca. Le poesie, spesso molto brevi e composte in alcuni casi soltanto da incisive anafore, ricreano la crudezza e la violenza delle carceri in cui i colonnelli imprigionavano gli oppositori politici. Non è solo una questione stilistica, ma anche dovuta alla difficoltà nel reperire carta e penna per scriverle.
L'edizione italiana fu curata da Filippo Maria Pontani, Oriana Fallaci e Pier Paolo Pasolini, che scrisse la prefazione. Si scelse inoltre di mantenere il testo greco originale a fronte.
Il libro alla sua pubblicazione ebbe un discreto successo e alcune poesie di Panagulis furono poi musicate da Ennio Morricone nel 1974.
Ennio Morricone / Alessandro Panagulis – "Non Devi Dimenticare"
Da Vi Scrivo Da Un Carcere In Grecia
" L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. (...) La sera in cui avevi rinunciato a tentare di nuovo la fuga era successo ben questo. Era successo cioè quel che non avresti mai creduto possibile: gli spazi aperti e il verde e l'azzurro e la gente non ti mancavano più. (...) E tuttavia esisteva qualcosa che l'abitudine al buio, alla mancanza di spazio, alla monotonia non avevano spento: la tua capacità di sognare, di fantasticare, e di tradurre in versi il dolore, la rabbia, i pensieri. Più il tuo corpo si adeguava, si atrofizzava nella pigrizia, più la tua mente resisteva e la tua immaginazione si scatenava per partorire poesie. Avevi sempre scritto poesie, fin da ragazzo, ma fu in quel periodo che la tua vena creativa esplose: incontenibile. Decine e decine di poesie. Quasi ogni giorno una poesia, magari breve. Le scrivevi anche se Zakarakis ti sequestrava la carta e la penna, perché allora afferravi una lametta che tenevi da parte per questo, ti incidevi il polso sinistro, inzuppavi nella ferita un fiammifero o uno stecchino, e scrivevi col sangue su ciò che capitava: l'involucro di una garza, un pezzetto di stoffa, una scatola vuota di sigarette. Poi aspettavi che Zakarakis ti restituisse la carta, la penna, copiavi con calligrafia minutissima, attento a non sprecare un millimetro di spazio, piegavi il foglio ricavandone strisce sottili, e lo mandavi nel mondo a raccontare la fiaba di un uomo che neanche nell'abitudine cede. Gli stratagemmi erano vari: buttare i nastrini di carta nella spazzatura perché una guardia amica li raccogliesse, infilarli nelle cuciture dei pantaloni che mandavi a casa per lavare, farli scivolare addosso a tua madre quando veniva a trovarti. Prima però imparavi i versi a memoria, onde prevenirne lo smarrimento o la distruzione, e che battibecchi quando Zakarakis pretendeva di leggerli per censurarli o approvarli. "Dove li hai messi? Dammeli! Non lo sai che in carcere il direttore deve censurare qualsiasi scritto?" " Lo so ma non posso darteli, Zakarakis. Li ho chiusi nel mio magazzino." "Quale magazzino?! Voglio vedere il magazzino!" "Eccolo qui, Zakarakis" E indicavi la testa. " Non ci credo, fottuto bugiardo, non ci credo!" Avrebbe dovuto, al contrario, perché in quel magazzino avremmo trovato, anni dopo, tutte le poesie perdute o distrutte: per pubblicarle in un libro che molti pensavano fosse l'inizio di una carriera letteraria." - Da Un uomo di Oriana Fallaci.
2. Ξέσπασμα / Tempo di collera I.
3. Καὶ προχωρᾶμε / Andiamo avanti
4. Σκηνές - Μνῆμες / Scene e memorie
5. Νὰ τὸ ποτίσεις / Annaffialo
6. Πρέπει νὰ ζήσεις / Devi vivere
7. Ἡ πρόοδος / Il progresso
8. Τὸ γιατί / Perché?
9. Ἡ μπογιά / La tinta
10. Ταξίδι / Viaggio
11. Τὸ πρῶτο θύμα / La prima vittima
12. Ὑπόσχεση / Promessa
13. Νὰ θυμίσεις / Ricorda
14. Στὸν ἀδελφό μου Ὑπολοχαγὸ Γεώργιο Β. Παναγούλη / A mio fratello, tenente Giorgio Panagulis
15. Ξέσπασμα / Tempo di collera II.
16. Δὲν πρέπει / Nemesi
17. Canti della libertà
18. Improvvisazioni melodiche
Ennio Morricone Compositore e arrangiatore
Alessandro Panagulis Testi originali
Filippo Maria Pontani Traduzioni italiane
Bruno Nicolai Direttore d'orchestra
Adriana Asti Voce
Tranne:
1. Alessandro Panagulis Testo e voce
4. 10. 14. Ennio Morricone Compositore e arrangiatore
Alessandro Panagulis Testo
Bruno Nicolai Direttore d'orchestra
Gian Maria Volonté Voce
9. 15. Ennio Morricone Compositore e arrangiatore
Alessandro Panagulis Testo
Bruno Nicolai Direttore d'orchestra
Pier Paolo Pasolini Voce
17. Ennio Morricone Compositore e arrangiatore
Alessandro Panagulis Testo
Bruno Nicolai Direttore d'orchestra
18. Ennio Morricone Compositore e arrangiatore
Alessandro Panagulis Testo
Bruno Nicolai Direttore d'orchestra
Clara Murtas, Donatina De Carolis, Dodi Moscati Voci
Le traduzioni italiane di Filippo Maria Pontani sono riprese dal sito italiano dedicato a Alexandros Panagoulis
L'intera raccolta in greco delle poesie di Alexandros Panagoulis (Τὰ Ποιήματα) è liberamente scaricabile in formato .pdf da questa pagina Scribd.
Sono state inserite le note originali di Alexandros Panagoulis desunte dal volume.