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Ascanio Celestini: La casa del ladro (a Gaetano Bresci)

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Langue: italien


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Il video della canzone dal sito della RAI. Vederlo, ascoltarlo e scaricarlo equivale a un atto di resistenza umana e politica. [RV]



31 luglio 2010, Fosdinovo. Ascanio Celestini al festival "fino al cuore della rivolta" accompagnato da Alessio Lega e Davide Giromini. Con Rocco Marchi e Francesca Baccolini (adriana)


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(anonyme)


[2007]
Testo e musica di Ascanio Celestini
Parole Sante
Testo ripreso da Il Deposito, sito fratello.
Da "Parole Sante" [2007]


Ci sono due palazzi.

Uno è il centro commerciale con la sua bella insegna, il tetto iperbolico e le vetrate lucide che lo fanno sembrare un autogrill da superstrada per Marte. L'altro, un parallelepipedo dritto pensato da qualche geometra con le coliche è il call center. Uno è fatto per essere guardato e infatti lo vedono tutti. L'altro è invisibile un po' perché non fa piacere vederlo, un po' perché il gemello sgargiante che gli sta accanto si prende tutta l'attenzione. Però si fa sentire. Ci parli al telefono quando ti chiama a casa per venderti un aspirapolvere o un nuovo piano tariffario. Ci parli quando chiami il numero verde scritto sull'etichetta di una bevanda gassata o un assorbente interno. Accanto ai gemelli di cemento armato ci passa la strada e intorno ci sta la borgata. Affianco alla borgata ci sta la città, o forse è il contrario. E in mezzo ci si muove il popolo.

Il popolo che è un bambino.

Si arrabbia per le ingiustizie, si commuove davanti al dolore, si illude e si innamora. Poi spenge la televisione e va a dormire sereno. Il popolo lavora, guadagna e spende. L'hanno convinto che l'economia funziona così. Bisogna far girare la ruota. Ma poi tra i neon del centro commerciale e i telefoni del call center qualcuno smette di girare. Forse è solo il bruco che esce dal buco, il cadavere che prova a resuscitarsi da solo. Forse è il ladro e si rende conto che non basta rubare ai ladri per pareggiare i conti. E infatti è un collettivo di lavoratori, ma è anche un pezzo di popolo. Christian dice "abbiamo incominciato perché non avevamo niente da perdere". Maurizio dice "quel posto è come il Titanic. Il transatlantico affonda e i passeggeri fanno finta di niente. Ma noi non affonderemo cantando".

Parole sante!







Recensione di Andrea Turetta da babylonbus.org

Ascanio Celestini."Parole sante" di Ascanio Celestini è, semplicemente, un solido album d’autore. Il suo è un esordio all’insegna della qualità dove lo stesso Celestini, noto finora soprattutto come attore teatrale, ci serve degli “schizzi” di attualità… ci presenta pezzi che parlano di chi spesso non ha voce: di precari, di persone che sono state ricoverate nei manicomi, di gente qualunque che però non si adagia su quello che la società gli pone sul piatto.

Ascanio Celestini ci porta racconti di tristi situazioni che riguardano il nostro Paese. I suoi testi si dimostrano all’altezza della situazione e dobbiamo augurarci di poterlo ascoltare ancora in veste di musicista oltre che di attore, visto che le sue canzoni sono di quelle che potrebbero essere destinate a lasciare traccia. Quantomeno, spero che la critica se ne accorga come successo al Premio Ciampi dove il suo è stato definito come il miglior debutto discografico dell’anno.

Considerato uno dei maggiori talenti letterari e teatrali dell’ultima generazione, ASCANIO CELESTINI, dimostra di saperci fare anche con la musica e le canzoni. “Parole Sante” (dal titolo dell’omonimo documentario recentemente presentato alla Festa del Cinema di Roma) segna il suo esordio ufficiale come cantante. La sua capacità di affabulazione, l’innato ritmo vocale e l’inconfondibile piglio satirico risplendono in un disco che si riallaccia alla migliore tradizione della canzone d’autore italiana e alla grande scuola di Gaber e De Andrè, fotografando con straordinaria vividezza la realtà contemporanea, fra precariato dilagante e terrorismo: “...questo posto è come il Titanic. Il transatlantico affonda e i passeggeri fanno finta di niente. Ma noi non affonderemo cantando!”


"Qualche settimana fa sono rimasto davvero di sasso a vedere una roba che m'è parsa pazzesca (pazzescamente bella, dico).
Pazzesca perchè era sulla TV, sulla RAI, e perchè era la conclusione di un programma in prima serata.
Il programma della Dandini - "Parla con me" - che s'è concluso con una canzone che Ascanio Celestini cantava a mo' di sigla. La canzone giocava sul concetto di ladro e di padrone ed era un esplicito attacco alla proprietà privata, il ché già mi aveva messo bene e assai!
Io già a 'sto Celestini gli volevo bene e lo stimavo per i suoi spettacoli! Ora attacca pure un principio come la proprietà, gli stra-voglio bene.
Ma la cosa non s'è fermata lì. Mentre la canzone se ne stava bella bella per finire il Celestini ha chiosato (cito a memoria): "In questi giorni Emanuele Filiberto di Savoia ha detto che l'italia è ormai matura per essere una monarchia parlamentare. In conseguenza di ciò dedico questa canzone a Gaetano Bresci tessitore, anarchico e uccisore di re".

Madò! Ho sentito bene? Proprio così...
(magari chi mi legge - se è capace - se lo può pure andare a vedere su qualche Rai punto clik di sorta!)

Ci son rimasto! Bravo Celestini, non sei solo un grande artista, sei molto di più, sei un uomo coraggioso!
Avrei voluto dirlo a tutti, mi sono messo a saltare qui e lì per casa... fare telefonate in giro..."

Voglio quindi esprimere qui la mia più grande ammirazione per Ascanio Celestini. Augurargli ogni bene, ogni fortuna e che possa campare fino 300 anni.

(Alessio Lega, da Venditor di sassi, il suo blog.)
Così entro di nascosto come un ladro nella casa del ladro
Mi guardo intorno nella casa del ladro: è tutto rubato
Pure l'aria che adesso respiro con il fiato corto
è frutto di un furto.

Quando un ladro trova un ladro dentro casa non è mica contento
E difatti quel ladro mi vede e mi dice: "stai attento"
Lui mi dice: "guardami bene, io non sono ladro soltanto.
Io sono il padrone."

Non sappia l'occhio destro quel che guarda il sinistro
Taccia la bocca memore di quel che ha visto
Che io mi muovo adesso, prima che sia mattino
Nessuno spia il mio passo sotto il cielo turchino.

Ma io dico che suonare un sonaglio davanti un serpente
Io dico che pure il serpente, pure quello, si pente
E capisce che sputare veleno per tutta una vita
non è servito a niente.

Ma il padrone è una cosa diversa, è uno strano serpente
Il padrone è una cosa diversa, è una bestia curiosa
Lui comincia succhiando il latte da quando è bambino
Ma poi succhia ogni cosa.

Non sappia l'occhio destro quel che guarda il sinistro
Taccia la bocca memore di quel che ha visto
Che io mi muovo adesso, prima che sia mattino
Nessuno spia il mio passo sotto il cielo turchino.

E difatti alla fine il padrone è una specie di ladro
Solo che quando ruba il padrone non è mica reato
E anche quando che viene arrestato il suo alibi regge
Perchè lui è la Legge.

Così entro di nascosto come un ladro nella casa del ladro
E quel ladro mi dice che lui non è un ladro soltanto
Ma neanch'io sono un ladro gli dico e così mi avvicino.
Io sono un assassino.

E così sotto il cielo turchino c'è un padrone di meno.

Emanuele Filiberto di Savoia ha recentemente dichiarato che "L'Italia è un paese pronto per una monarchia costituzionale". In considerazione di questa dichiarazione del principe, volevamo dedicare questa canzone a Gaetano Bresci, tessitore, anarchico e uccisore di re.

Non sappia l'occhio destro quel che guarda il sinistro
Taccia la bocca memore di quel che ha visto
Che io mi muovo adesso, prima che sia mattino
Nessuno spia il mio passo sotto il cielo turchino.

envoyé par Riccardo Venturi - 10/3/2007 - 20:49




Langue: français

Version française – La Maison du Voleur – Marco Valdo M.I. – 2008
Chanson italienne – La Casa del Ladro – Ascanio Celestini


Emmanuel Philibert de Savoie a récemment déclaré que “L'Italie est un pays prêt pour une monarchie constitutionnelle”. En considération de cette déclaration du prince, nous voulons dédier cette chanson à Gaetano Bresci, tisserand, anarchiste et tueur de roi.”
J'approuve, dit Lucien l'âne; j'approuve , dit Marco Valdo M.I.
Nous approuvons, disent-ils et même, nous souhaitons que toutes les monarchies ( et spécialement certaines de notre connaissance) s'autodétruisent avant que nous ayons à les détruire par la force des choses; elles et tous leurs suppôts..
LA MAISON DU VOLEUR

J'entre en cachette comme un voleur dans la maison du voleur
Je regarde dans la maison du voleur: tout a été volé
Jusqu'à l'air que maintenant je respire avec le souffle court
est le fruit d'un vol.

Quand un voleur trouve un voleur dans la maison, il n'est pas du tout content
Et de ce fait, ce voleur me voit et me dit: "Ne bouge pas”.
Il me dit : “Regarde-moi bien, moi, je ne suis pas seulement un voleur.
Je suis le patron.”

L'œil droit ne sait pas ce que regarde le gauche.
La bouche tait la mémoire de ce qu'il a vu
Que je me déplace maintenant, avant que ce soit le matin
Personne n'espionne mon pas sous le ciel turquoise.

Mais je dis de faire sonner une sonnette devant un serpent.
Je dis que même le serpent, même celui-là, change d'avis
et comprend que cracher toute la vie
n'a servi à à rien.

Mais le patron est une chose différente, c'est une étrange serpent.
Le patron est une chose différente, c'est une bête curieuse.
Lui, il commence en suçant le lait depuis qu'il est enfant
Et ensuite, il suce toute chose.

Son œil droit ne sait pas ce que regarde le gauche.
Sa bouche tait la mémoire de ce qu'il a vu
Que je me déplace maintenant, avant que ce soit le matin
Personne n'espionne mon pas sous le ciel turquoise.

Et de fait, à la fin, le patron est une espèce de voleur
Sauf que quand il vole, le patron, il n'y a pas de délit
Et même quand il est arrêté, son alibi prévaut
Car lui, c'est la loi.

J'entre ainsi en cachette comme un voleur dans la maison du voleur
Et ce voleur me dit qu'il n'est pas seulement un voleur
Mais je ne suis pas non plus un voleur, dis-je et je m'approche de lui
Moi, je suis un assassin.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 21/11/2008 - 22:37




Langue: français

Chanson italienne – La Casa del Ladro – Ascanio Celestini
Version française – La Maison du Voleur – Marco Valdo M.I. – 2010 (revue, complétée et corrigée)


Emmanuel Philibert de Savoie a récemment déclaré que “L'Italie est un pays prêt pour une monarchie constitutionnelle”. En considération de cette déclaration du prince, nous voulons dédier cette chanson à Gaetano Bresci, tisserand, anarchiste et tueur de roi.”

J'approuve, dit Lucien l'âne; j'approuve , dit Marco Valdo M.I.

Nous approuvons, disent-ils et même, nous souhaitons que toutes les monarchies ( et spécialement certaines de notre connaissance) s'autodétruisent avant que nous ayons à les détruire par la force des choses; elles et tous leurs suppôts... Qu'il s'agisse d'ailleurs de monarchies ou de n'importe quelle sorte de pouvoir autocratique...

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LA MAISON DU VOLEUR
J'entre en cachette comme un voleur dans la maison du voleur
Je regarde dans la maison du voleur: tout a été volé
Jusqu'à l'air que maintenant je respire avec le souffle court
est le fruit d'un vol.

Quand un voleur trouve un voleur dans la maison, il n'est pas du tout content
Et de ce fait, ce voleur me voit et me dit: "Ne bouge pas”.
Il me dit : “Regarde-moi bien, moi, je ne suis pas seulement un voleur.
Je suis le patron.”

L'œil droit ne sait pas ce que regarde le gauche.
La bouche tait la mémoire de ce qu'il a vu
Que je me déplace maintenant, avant que ce soit le matin
Personne n'espionne mon pas sous le ciel turquoise.

Mais je dis de faire sonner une sonnette devant un serpent.
Je dis que même le serpent, même celui-là, change d'avis
et comprend que cracher toute la vie
n'a servi à à rien.

Mais le patron est une chose différente, c'est un étrange serpent.
Le patron est une chose différente, c'est une bête curieuse.
Lui, il commence en suçant le lait depuis qu'il est enfant
Et ensuite, il suce toute chose.

Son œil droit ne sait pas ce que regarde le gauche.
Sa bouche tait la mémoire de ce qu'il a vu
Car je me déplace maintenant, avant que ce soit le matin
Personne n'espionne mon pas sous le ciel turquoise.

Et de fait, à la fin, le patron est une espèce de voleur
Sauf que quand il vole, le patron, il n'y a pas de délit
Et même quand il est arrêté, son alibi prévaut
Car lui, c'est la loi.

J'entre ainsi en cachette comme un voleur dans la maison du voleur
Et ce voleur me dit qu'il n'est pas seulement un voleur
Mais je ne suis pas non plus un voleur, dis-je et je m'approche de lui
Moi, je suis un assassin.

Et ainsi, il y a un patron de moins sous le ciel turquoise

Emanuele Filiberto di Savoia a récemment déclaré que « L'Italie est un pays prêt pour une monarchie constitutionnelle ». En considérant cette déclaration du prince, nous voulons dédier cette chanson à Gaetano Bresci, tisserand, anarchiste et régicide.

L’œil droit ne sait pas ce que regarde le gauche.
La bouche tait la mémoire de ce qu'il a vu
Car je me déplace maintenant, avant que ce soit le matin
Personne n'espionne mon pas sous le ciel turquoise.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 7/8/2010 - 09:46




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