Ricordo quegli occhi pieni di vita
E il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia
Ricordo la notte con poche luci
Ma almeno là fuori non c'erano i lupi
Ricordo il primo giorno di scuola
29 bambini e la maestra Margherita
Tutti mi chiedevano in coro
Come mai avessi un occhio nero
La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là
E la paura frantumava i pensieri
Che alle ossa ci pensavano gli altri
E la fatica che hai dovuto fare
Da un libro di odio ad insegnarmi l'amore
Hai smesso di sognare per farmi sognare
Le tue parole sono adesso una canzone
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio, ricorda, l'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai
Non ho dimenticato l'istante
In cui mi sono fatto grande
Per difenderti da quelle mani
Anche se portavo i pantaloncini
La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là
Ma la magia era finita
Restava solo da prendere a morsi la vita
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio, ricorda, l'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai
Lo sai che una ferita si chiude e dentro non si vede
Che cosa ti aspettavi da grande, non è tardi per ricominciare
E scegli una strada diversa e ricorda che l'amore non è violenza
Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, è vietato morire
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non ti spara in faccia mai
Figlio mio, ricorda bene che la vita che avrai
Non sarà mai distante dell'amore che dai
Ricorda di disobbedire
Perché è vietato morire
Ricorda di disobbedire
Perché è vietato morire
Perché è vietato morire
Vietato morire
E il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia
Ricordo la notte con poche luci
Ma almeno là fuori non c'erano i lupi
Ricordo il primo giorno di scuola
29 bambini e la maestra Margherita
Tutti mi chiedevano in coro
Come mai avessi un occhio nero
La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là
E la paura frantumava i pensieri
Che alle ossa ci pensavano gli altri
E la fatica che hai dovuto fare
Da un libro di odio ad insegnarmi l'amore
Hai smesso di sognare per farmi sognare
Le tue parole sono adesso una canzone
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio, ricorda, l'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai
Non ho dimenticato l'istante
In cui mi sono fatto grande
Per difenderti da quelle mani
Anche se portavo i pantaloncini
La tua collana con la pietra magica
Io la stringevo per portarti via di là
Ma la magia era finita
Restava solo da prendere a morsi la vita
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio, ricorda, l'uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell'amore che dai
Lo sai che una ferita si chiude e dentro non si vede
Che cosa ti aspettavi da grande, non è tardi per ricominciare
E scegli una strada diversa e ricorda che l'amore non è violenza
Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, è vietato morire
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l'amore non ti spara in faccia mai
Figlio mio, ricorda bene che la vita che avrai
Non sarà mai distante dell'amore che dai
Ricorda di disobbedire
Perché è vietato morire
Ricorda di disobbedire
Perché è vietato morire
Perché è vietato morire
Vietato morire
Contributed by Bernart Bartleby - 2017/4/9 - 21:07
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Parole e musica di Ermal Meta
Canzone presentata all'ultima edizione del Festival di Sanremo e uscita come singolo estratto dall'omonimo album.
Traccia d'apertura dell'album, il brano funge da seguito per il singolo “Lettera a mio padre” del 2014, nel quale Meta descriveva il rapporto conflittuale con una figura paterna violenta. In questo testo viene invece trattato il tema più generale della violenza domestica.
Il brano è di speranza ed è dedicato alla madre, che trovò il coraggio di lasciare il marito e successivamente di trasferirsi con i tre figli in Italia, lasciandosi il passato alle spalle.” (it.wikipedia)
Abbiamo già incontrato Ermal Meta su queste pagine come autore di 28-03-1997 del gruppo la Fame di Camilla, una canzone sulla strage della Katër i Radës, la nave carica di profughi albanesi che il 28 marzo di 20 anni fa venne speronata ed affondata da un'unità della marina militare italiana.