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Lettera dalla barricata

Michele Gazich
Language: Italian


Michele Gazich

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(Aleksander Kulisiewicz)
Ceteri desunt
(Marco Cantini)


2016
La via del sale
Gazich

Tutti gli strumenti che hanno suonato nel disco si ritrovano in questa canzone che ha quasi il sapore di una felliniana fanfara conclusiva. La canzone riassume la mia poetica. Chi è familiare con i miei dischi precedenti, ritroverà parole e personaggi. Ma anche chi mi sente per la prima volta, spero che possa apprezzare questo riassunto della mia visione del mondo e del mio persistere nello scrivere canzoni. Questa la conclusione del disco; sono sulla barricata, ma non sono lieto di esserlo; altri sarebbero stati i miei desideri quando ero giovane, anche se questa barricata di suoni e parole è stata edificata con la dedizione dell’amore.
Blogfoolk

Cosa succederebbe se Zeus, in un attimo di bontà, decidesse di concedere una pausa a Sisifo e gli regalasse un violino, Probabilmente quest'ultimo costruirebbe una barricata di musica e parole sulla cima del monte nel tentativo di arginare l'inarrestabile caduta del suo fardello. Cl proverebbe, si, e non per burlarsi nuovamente degli dei ma, per dirla con Camus, per provare a infondere un nuovo senso, ancor più profondo e coraggioso, all'assurdità della propria esistenza. Ma è possibile opporre l'arte alla barbarie? Michele Gazich pensa di si, nonostante le infinite difficoltà, e nonostante le parole pronunciate da Theodor Adorno dopo la Seconda Guerra Mondiale: "Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie", Un'affermazione che pesa come un macigno. "Pur con un incombente senso di sconfitta, conscio che la battaglia è probabilmente già persa da tanto tempo e con l'anatema di Adorno tatuato sul mio polso", spiega il violinista, "ho chiamato a raccolta questo gruppo di amici, di sodali e di sopravvissuti e insieme abbiamo provato a edificare questa barricata di suoni e di parole. È un argine debole di fronte alle onde ormai solo anomale l che spazzano la terra sempre più piatta ed erosa di questo interminabile dopo-Auschwitz, onde terrificanti che ci trascinano come bottiglie vuote. Voglio credere che questa barricata possa resistere, perché costruita con la dedizione dell'amore"
Il sussidiario
L'arte dopo Auschwitz [1], l'arte dopo Obama
Uomini e animali morti, coperti con i giornali
Interminabili silenzi della propaganda
Tabernacoli di plastica, edicole domestiche
Computer, contrafforti, archi rampanti del petrolio
Costerà caro ogni petalo calpestato
Ai piedi della barricata

Banalità del male [2], ottusità del bene
Radio santa vergine, radio vendita di catene
Di chiodi, di mordacchie, le solite torture
Operazioni a cuore aperto
Guerre a cuore chiuso, a pugno chiuso
Il maestro cattivo guida all'arrembaggio
Dalla casa di Parigi mai costruita
Nel deserto questa barricata

La prossima volta il fuoco, ma forse è ancora l'acqua
La torre è più alta, il paradiso è più lontano
Apri la finestra e guarda il mare
Le barche dei folli in preghiera
I morti, ma anche i vivi, che porta la corrente
Alla riva, agli argini più alti
Di questa barricata

L'ultimo albero è sradicato, questo violino scarnificato
Le puttane multinazionali ci volevano annientati
Ma io li ho presi questa notte, li ho chiusi dentro il mio violino
Questo violino, questo cuore, batte forte
Salteranno i loro timpani, rimangeranno la sentenza
Noi correremo, liberi e nudi
Lontano da questa barricata

Accetta questi stracci e le smorfie dell’idiota
Queste macerie piene di grazia, questi avamposti
Le rovine del mio amore strappate alla notte
Mentre il ponte cade, io ti canto la canzone
Visione, inno, gioia, filo d’erba
Perché un giorno, un giorno possa rimarginarsi
Questa barricata
[1] Theodor Adorno: "Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie"

[2] «Eichmann a Gerusalemme: resoconto sulla banalità del male», il libro è sostanzialmente il diario dell'autrice, inviata del settimanale New Yorker, sulle sedute del processo ad Adolf Eichmann. Questi, gerarca nazista rifugiato nel 1945 in Argentina, fu ivi prelevato dagli israeliani nel 1960, processato per genocidio nel 1961 a Gerusalemme e condannato a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il 31 maggio 1962

Contributed by dq82 - 2017/3/20 - 17:52




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