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Jødisk partisansang

Georg Johannesen
Lingua: Norvegese (Bokmål)


Georg Johannesen

Lista delle versioni e commenti


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[1966]
Poesia di Georg Johannesen (da Nye Dikt)
Musica: Zog nit keynmol (q.v.)

A poem by Georg Johannesen (from Nye Dikt)
Music: Zog nit keynmol (q.v.)

Georg Johannesen (1931-2005)
Georg Johannesen (1931-2005)


In Norvegia, questa poesia che Georg Johannesen scrisse nel 1966 inserendola nella sua terza raccolta, Nye Dikt (“Nuove poesie”), è generalmente intesa come una “versione” di Zog nit keynmol; in effetti, essa può essere cantata sulla sua melodia di origine russa in maniera assolutamente perfetta. George Johannesen fu del resto inequivocabile nel presentarla: “In memoria della rivolta nel ghetto di Varsavia, primavera 1943”

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Si tratta però di una composizione che è sì ispirata in tutto e per tutto a Zog nit keynmol, che ne riprende senz'altro lo spirito; ma non ne è in senso stretto una “versione” e né tantomeno una “traduzione”. E' un testo quasi del tutto autonomo, anche se presenta qualche cosa ripresa effettivamente dall'originale. Per questi motivi non me la sono sentita di inserirla tra le versioni in senso proprio di Zog nit keynmol: è una composizione, però, parallela.

Georg Johannesen era nato a Bergen il 22 febbraio 1931; fu scrittore, poeta e docente di retorica e oratoria. E' morto il 24 dicembre 2005 in Egitto, annegato mentre si trovava in vacanza. [RV]
Dette lys er ikke solen, men en brann
Disse skyer er av røyk og ikke vann
Denne grunn er bare aske, ikke jord
Denne sang er bare handling, ikke ord

Det vi ligger i er piggtråd, ikke lyng
Dirigenten roper: skyt, og ikke: syng
Med gevær og ikke stokk står vi parat
og i hånden ingen gren, men en granat

Det som tordner er kanoner, ikke storm
Det som lyner er et folk i uniform
Dette folk er ikke folket, men en rest
Det er mennesker som dreper, ikke pest

Denne sang er bare blod og ikke blekk
Dette folk er ingen fugl som kan fly vekk
Denne krig er ingen krig som kan gi fred
Vi har reist oss og kan se vi er slått ned.

inviata da Riccardo Venturi - 12/3/2017 - 21:22




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
12-3-2017 21:36
CANTO PARTIGIANO EBRAICO

Questa luce non è il sole, ma un incendio
Queste nubi sono di fumo e non d'acqua
Questo suolo è solo cenere, non terra
Questo canto son solo fatti, non parole

Dove stiamo è filo spinato, non una brughiera
Il direttore d'orchestra grida: “spara!”, e non “canta!”
Col fucile e non con la bacchetta stiamo pronti
E in mano nessun ramoscello, ma una granata

Quel che tuona sono cannoni, non una tempesta
Quel che lampa è gente in uniforme
E quella gente non è il popolo, ma quel che ne resta
Sono uomini che uccidono, e non peste

Questo canto è solo sangue e non inchiostro
Questa gente non sono uccelli che volano via
Questa guerra non è una guerra che può dare la pace
Noi siamo insorti e ci accorgiamo di essere abbattuti.

12/3/2017 - 21:36




Lingua: Svedese

Svensk tolkning Bengt Berg (varmlands litteratur)
PARTISANSÅNG

Detta ljus är inte solen, det är elden
Dessa skyar är av rök och inte vatten
Denna mark är bara aska, inte jord
Denna sång är bara handling, inte ord

Det vi ligger i är taggtråd, inte ljung
Dirigenten ropar SKJUT! och inte sjung
Med gevär, och ej en käpp, står jag parat
och i handen, ingen gren men en granat

Det som dånar är kanoner, inte storm
Det som blixtrar är ett folk i uniform
Detta folk är inte folket, men en rest
Det är människor som dödar, inte pest

Denna sång är bara blod och inte bläck
Detta folk är ingen fågel som flyr väck
Detta krig är inget krig som kan ge fred
Vi har rest oss och kan se, vi slagits ned

inviata da ruoccikommi - 22/1/2018 - 20:47




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