La povertà è la gamba spezzata dall’autopala,
è l’occhio ucciso dalla mina;
la povertà è questo grande buio di miniera,
dove
(eredità antica di schiavi)
metalli faticati
col dolore di muscoli stanchi
tentano di inginocchiare la voce dell’uomo
a fianco al nitrito del cavallo cieco.
E’ difficile il Dio che ci salvi
nell’abisso, senza carità per noi,
senza perdono, ah sì, senza perdono!,
per il padrone.
Stavo per cadere bocconi, figlio,
col nitrito del cavallo accecato:
m’ha salvato soltanto
una vecchia canzone d’amore
che dice del tuo sole su una bandiera.
E così, con quella bandiera,
me ne vado nella notte
incontro all’alba.
è l’occhio ucciso dalla mina;
la povertà è questo grande buio di miniera,
dove
(eredità antica di schiavi)
metalli faticati
col dolore di muscoli stanchi
tentano di inginocchiare la voce dell’uomo
a fianco al nitrito del cavallo cieco.
E’ difficile il Dio che ci salvi
nell’abisso, senza carità per noi,
senza perdono, ah sì, senza perdono!,
per il padrone.
Stavo per cadere bocconi, figlio,
col nitrito del cavallo accecato:
m’ha salvato soltanto
una vecchia canzone d’amore
che dice del tuo sole su una bandiera.
E così, con quella bandiera,
me ne vado nella notte
incontro all’alba.
Contributed by Bernart Bartleby - 2017/2/22 - 08:41
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Testo trovato su SardoLog
Poesia inclusa nella raccolta intitolata “Bethger: il lungo dolore”, pubblicata nel 1976 e riedita nel 1994
Nel 1993 alcune poesie di Manlio Massole furono il fulcro del progetto musicale-teatrale “Pelle di mulo” del gruppo Turya Trance, con musiche di Carlo La Manna.