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Un posto chiamato Libertà

Quelli di Anarres
Langue: italien



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2015
La donna, la taverna, il dado
La donna, la taverna, il dado
Marciano lungo i sentieri, irregolari, stanchi e fieri,
senza forze e ne fortuna, illuminati dalla luna,
tra fango, neve, vento, pioggia, polvere, cercando Libertà.

Guardano le foto, tristi: sorrisi, visi, mai più visti;
gettano fiumi d’inchiostro da spedire a nessun posto,
raccontando come possa essere diversa Libertà.

Poi, nel mentre, nel cammino, con fucili per cuscino,
foglie secche, legna, erba, fuochi accesi per coperta,
dormono, cercando di toccare, di sentire Libertà.

Si nutrono di fiori e bacche, fanno scorta nelle sacche
di acqua insipida e coraggio da portare lungo il viaggio,
viaggio verso il paradiso mai visto, chiamato Libertà.

Lavano le pelli sporche in freddi fiumi, grigie pozze,
suonano chitarre vuote, ormai scordate, senza note,
cantando a cori spenti quanto è bella, quanto è dolce Libertà.

Lontani da popoli e città,
aspettando quel giorno che verrà.
Mai guerra, ne armata, ne pietà,
mai uomo, ne Dio li fermerà.

Osservano al buio il nemico, ogni sua mossa, ogni sospiro,
lottano contro Natura impervia, muta, ostile, scura,
diffidano il contado, inconsapevole di come è Libertà.

Hanno tutti nella tasca, attorno al collo o bene in vista,
scolpita in ebano od in noce, faggio, frassino, una croce
pronta da donare a chi per sorte non raggiunge Libertà.

Non sanno più cos’è l’amore, il gioco, l’ozio, la passione,
non hanno un letto, ne una casa, vagano senza una meta,
col desiderio, un giorno, d’incontrare sulla strada Libertà.

In giorni, mesi di tempesta, niente, nulla più gli resta,
ne una donna, neanche un nome, una patria, un salvatore,
solo la speranza, ma anche il dubbio di trovare Libertà.

Piangono, la notte, soli, senza lacrime o rumori,
aspettando un nuovo giorno, c’è chi spera un altro mondo,
dove in ogni piazza, in ogni luogo bene iscritto è Libertà.

Lontani da popoli e città,
aspettando quel giorno che verrà.
Mai guerra, ne armata, ne pietà.
mai uomo, ne dio li fermerà.

Lontani da popoli e città,
aspettando quel giorno che verrà.
Mai guerra, ne fronte, ne pietà.
mai uomo, ne dio li fermerà.

envoyé par dq82 - 26/1/2017 - 15:35


Ursula in viaggio per Anarres

urusulacat


Ursula K. Le Guin

Riccardo Venturi - 24/1/2018 - 12:00




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