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One of Us

Joan Osborne
Langue: anglais


Joan Osborne

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[1995]
Written by Eric Bazilian
Scritta da Eric Bazilian
Écrite par Eric Bazilian
Single Release / Pubblicazione in singolo: February 21, 1995 / 21 febbraio 1995
Album: Relish

One of Us


Buonasera. Sono un anonimo, toscano, del XXI secolo; però sono nato un discreto pezzo indietro nel XX, di secolo. Qui con me c'è pure un'anonima, emiliana, sempre del XXI secolo e ugualmente nata nel XX. Lo diciamo subito, così per sgomberare il campo da ogni dubbio: a noialtri, di chi sarebbe nato domani secondo una serie di chiese organizzate e delle loro sacre scritture, non ce ne importa e non ce n'è mai importato nulla. Al qui presente Anonimo, pochissimo persino da bambino, e forse questo è una specie di record. Però, alla vigilia di codesta famosa nascita, o “Natale” che dir si voglia, abbiamo deciso di dribblare un po' la questione e di occuparci un po' del babbo, quello lassù in alto, talmente in alto che -in fondo- non gliene frega nulla a nessuno, nemmeno a chi ci crede (ebrei a parte). C'è bisogno di esseri più carnei, cristi, madonne, santi più o meno sanguigni; Lui, il Padre, è troppo grande, troppo alto, troppo largo, troppo tutto. Così ecco questa canzone, parecchio famosa a dire il vero, e pluripremiata. Fama e premi a parte, però, è una canzone che pone una domanda parecchio scomoda: e se Dio, appunto, fosse uno di noi? Se fosse un disgraziato come tutti quanti, quello che ti passa accanto sull'autobus? Dio, lui, o lei? Persino “Dia”? E' appunto di questo “Dio” che si vuole, brevemente, parlare stasera alla vigilia della nascita del suo presupposto “figlio”. L'uomo è straordinario, ma è anche limitato; anche immaginando qualcosa di inarrivabile, deve riprodurre comunque i suoi schemi e le sue relazioni. Una famiglia qualsiasi, il padre, il figlio e, in sottordine, pure la madre che non si è mai saputo bene con chi l'abbia fatto, quel figlio.

calmicalmiFatto sta, che 'sto povero Dio, in fondo, non se l'è mai passata troppo bene. Raffigurarlo, nemmeno a pensarci o quasi; di fronte ai miliardi di cristi dal più scarno al più florido, per non parlare delle Madonne, le immagini di Dio si riducono o al classico vecchione con la barba bianca assiso in trono, o al triangolo con l'occhio dentro (“Dio ti guarda: vèstiti ammodino!”, dice Don Zauker). E se Dio fosse uno di noi, invece, come dice la canzone di Eric Bazilian e Joan Osborne scritta in inglese (è indubbio che Dio abbia sempre parlato inglese, l'ebraico e l'aramaico sono solo incidenti di percorso), insomma come lo si dovrebbe raffigurare? Ultimamente, visto che nella canzone va in autobus, lo si troverebbe immerso nel suo smartphone; quanto alla faccia, beh, è uno di noi. Potrei essere pure io, certo, però lo smartphone non ce l'ho.

lultimoviaggiodidioI tentativi di far scendere Dio sulla terra non sono stati molti. Ci provò De André con un suo Spiritual degli esordi (“Dio del cielo, se mi vorrai amare, scendi sulla terra e vienimi a cercare”); Guccini disse, una cinquantina d'anni fa, che Dio era morto (però, alla fine, lo fece risorgere; dev'essere un vizio di famiglia). In definitiva, l'unico tentativo veramente serio è stato quello dello scrittore James Morrow, che nel 1996 immaginò, nel libro intitolato L'ultimo viaggio di Dio quanto segue: Dio muore, ma non spiritualmente. Muore sul serio, e il suo cadavere, alto tre chilometri e lungo quattordici, precipita sulla Terra o meglio in mare, nell'Atlantico, al largo delle coste africane. L'Arcangelo Raffaele, allora, scende sulla Terra e incarica il capitano della superpetroliera “Valparaíso”, Anthony Van Horn, di rimorchiare lo smisurato cadavere verso l'Antartide, dove gli angeli hanno scavato in un iceberg una degna sepoltura. Il seguito non ve lo racconto: leggete il libro.

E, così, Dio è uno di noi. Giusto. Prima scherzavo, però: per favore, non mi ci tirate dentro. Diò è uno di noi, ma non sono io. D'accordo, non sono certo mingherlino e mi manca non molto ai due metri, però da qui a tre chilometri di statura ce ne corre. Se mi vedete sull'autobus, quindi, non fatevi idee strane. Sono soltanto uno che alle 9 di sera di un ventiquattro dicembre (giorno a cui Piero Ciampi spostò il natale), sta in casa sua con un'Anonima che ha appena preparato un tiramisù che sarà, sicuramente, ottimo nonostante ella dichiari che “è venuto malissimo” ogni volta che lo fa. Fra poco suoneranno le campane, spaventando i gatti del cortile; fra poco, insomma, è il compleanno del figlio. Tanti auguri, happy birthday. Al Vecchio non ci pensava nessuno, e vorrà dire che toccherà a un senzadio come il sottoscritto di tirargli una pacca sulle spalle e fargli degli auguri, e soprattutto uno: la prossima volta che gli verrà voglia di creare la Terra, la faccia un po' meglio. E poiché Dio, come dice 'sta canzone, è uno di noi, gli auguri sono estesi a tutti e tutte: la prossima volta che ci capiterà di fare una Gènesi, impegniamoci un po' di più. Salud. [L'Anonimo Toscano del XXI Secolo]
[Intro:]
So one of these nights and about twelve o'clock
This old world's going to reel and rock
Saints will tremble and cry for pain
For the Lord's gonna come in his heavenly airplane


If God had a name, what would it be?
And would you call it to his face,
If you were faced with Him in all His glory?
What would you ask if you had just one question?

And yeah, yeah, God is great
Yeah, yeah, God is good
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

What if God was one of us?
Just a slob like one of us?
Just a stranger on the bus
Trying to make His way home?

If God had a face, what would it look like?
And would you want to see
If seeing meant that you would have to believe
In things like Heaven and in Jesus and the saints
And all the prophets? And...

Yeah, yeah, God is great
Yeah, yeah, God is good
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

What if God was one of us
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make His way home?

(Just?) tryin' to make His way home
Back up to Heaven all alone
Nobody callin' on the phone
'Cept for the Pope, maybe, in Rome

Yeah, yeah, God is great
Yeah, yeah, God is good
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

What if God was one of us
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make His way home?

Just tryin' to make His way home
Like a holy rolling stone
Back up to Heaven all alone
Just tryin' to make His way home
Nobody callin' on the phone
'Cept for the Pope, maybe, in Rome

envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo e l'Anonima Emiliana del XXI Secolo - 24/12/2016 - 20:17



Langue: italien

La cover italiana di Eugenio Finardi
Dall'album Occhi del 1996.

UNO DI NOI

E se Lui fosse qui
Seduto in fronte a te
Diresti sempre sì
O chiederesti:
"Perché mai ci hai messo qui
Con tutte queste illusioni
E tentazioni e delusioni

E, e, poi perché
E, se, se Dio c'è
E, se, e se c'è

E se Dio fosse uno di noi
Solo e perso come noi
Anche Lui con i Suoi guai
Nessuno che Lo chiama mai...

Io so cosa farei
Lo guarderei dritto negli occhi
E chiederei
Se c'era almeno una ragione
O se è una punizione
Oppure è stato solo un caso
O una disattenzione

E dai, se ci sei
E dai, come mai
E dai, se lo sai

E se Dio fosse Uno di noi
Solo e perso come noi
Anche Lui con i Suoi guai
Nessuno che Lo chiama mai
Solo per dire: "Come stai?"
E invece chiedono attenzioni
Di far miracoli e perdoni
Oppure dare assoluzioni
Nessuno che Lo chiama mai
Solo per dire: "Come stai?"

envoyé par L'Anonima Emiliana del XXI Secolo - 24/12/2016 - 21:27


vi siete dimenticati di citare il Liga di "Hai un momento Dio?" che ha la domanda del secolo per il Creatore cioè "Chi prende l'Inter"!

Lorenzo - 26/12/2016 - 22:36


Quella di Finardi è molto meglio

AlbertoMaria Colonna - 26/12/2017 - 18:17




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