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Lamento per i bambini di Beslan e gli altri

Claudio Canal
Language: Italian


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(Y’akoto)
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(Giovanni Allevi)
Моя Чечня
(Zamša / Замша)


[2005]
Parole e musica di Claudio Canal
Con Simona Sordo (voce), Claudio Canal (organo), Daniele Ughetto (basso elettrico)
Presentato il 19 febbraio 2005 presso il Tempio Valdese di Torino

beslan


A Beslan, Ossezia del Nord, il 1 settembre 2004 un grosso commando di fondamentalisti islamici ceceni agli ordini del militante islamista e leader indipendentista ceceno Šamil Basaev (1965-2006) occupò una scuola della città, sequestrando 1200 persone, moltissimi i bambini. Gli obiettivi dell'azione erano costringere il governo russo a porre fine all'occupazione militare della Cecenia e fomentare, attraverso un'azione terroristica particolarmente efferata ed odiosa, l'estendersi del conflitto etnico e religioso in tutto il Caucaso.
Il 3 settembre, dopo aver anche attuato un feroce controsequestro di uomini, donne e bambini ceceni in una base nei pressi di Grozny, le forze speciali russe fecero irruzione nella scuola di Beslan. L'operazione fu improvvisa, improvvisata, mal condotta e furiosa. I militari di Putin usarono persino lanciafiamme termobarici e granate al napalm esplose dai carrararmati. L'intento fu solo quello di sterminare i terroristi, senza nessuna considerazione per le centinaia di sequestrati. Alla fine della battaglia e dell'incendio che ne seguì restarono uccisi 334 ostaggi, più della metà di loro bambini, oltre a 31 terroristi (uno solo sopravvisse e fu catturato) e a una ventina fra poliziotti, soldati e soccorritori. 700 i feriti, molti dei quali mutilati.
Nel loro confronto muscolare i guerrafondai Basaev e Putin uscirono rafforzati nelle rispettive platee nutrite di nazionalismo, populismo e fondamentalismo, sulla pelle dei “bambini di Beslan e gli altri”.

Massacro di Beslan del primo settembre 2004.
Quante vittime: non si sa con esattezza.
Quanti attentatori: non si sa con esattezza.
Quale ruolo delle forze speciali russe: non si sa con esattezza.
Quali appoggi "istituzionali" ricevuti dagli attentatori: non si sa con esattezza.
Domande senza risposte.

Il “Lamento per i bambini di Beslan e gli altri” è il tentativo di mettere in musica e in parole la malinconia per i bambini che sono precipitati in una guerra che sembra non aver fine e che, come altre guerre e altre sofferenze infantili, risulta poco attraente ai nostri occhi.
"Gli altri" del titolo si riferisce ai bambini ceceni che sono o profughi in Inguscezia o vivono in condizioni precarie e terribili in Cecenia. Il "Lamento" non è un manifesto politico, non indica soluzioni.
Intende paradossalmente suggerire delle "emozioni ragionevoli".

Simona Sordo ha prestato la sua voce e la sua espressività.
Daniele Ughetto al basso elettrico ha interagito con me all'organo del Tempio Valdese di Torino nel dare forma sonora al testo che segue. (Claudio Canal)
Questo è un lamento, non un requiem.
Non è per i bambini morti a Beslan
è per i bambini sopravvissuti e infermi.
Lacerati nella mente e nel corpo.
Questo è un lamento, non un requiem.
Non è per le migliaia di bambini sterminati in Cecenia,
è per i bambini ceceni impauriti, profughi, taciturni, dimenticati.
Lacerati nella mente e nel corpo.

Chi porìa mai pur con parole sciolte
Dicer del sangue e delle piaghe appieno,
Ch'i' ora vidi, per narrar più volte?

(Dante, Inferno, XXVIII, 1-3)

Noi non sappiamo se accorrere o fuggire
là dove la terra è folgorata
e il rancore del giorno pesante.
Noi vogliamo dar forma al buio
che ha avvolto i salvati e
eternamente cancellato i sommersi.
Noi vogliamo trovare un cunicolo segreto
per far scappare le gracili bambine e i bambini tremanti
dalle tracce dell'odio.

Il massacro dei bambini di Beslan è il punto più infame del terrorismo di Basaev il ceceno.
Morte autoprodotta che propaga altre infinite morti.
Programmare la strage degli innocenti per aumentare l'auditel mondiale.
Per mandare un avvertimento mafioso
Nessuno ha udito il lamento dei bambini.
Nessuno ha udito il loro pianto inaudito.
La neve non disperde il dolore.
Il rancore della notte sfida la speranza.
La guerra russa d'annientamento dei ceceni non dà scampo.
La pulizia etnica di Ermolov nella prima metà dell'Ottocento
la deportazione imposta da Stalin
i bombardamenti di Eltsin e di Putin. i rastrellamenti, i campi di "filtraggio".
La guerra russa d'annientamento dei ceceni non dà scampo

Grozny
"Dove siete, dove siete bambini come me?
Dove cavalca la vostra fantasia?
Dove ho smarrito il sogno?"


L'offesa ha compiuto il suo dovere
E le anime deformate stanno appiccicate ai corpi vivi.
Le anime hanno scaglie nere e dure.
Fa freddo nell'anima.

"Ho vissuto 8 volte i miei 8 anni di bambina cecenosseta - cecenossetarussa - cecenossetarussasiatica - cecenossetarussasiaticaeuropea- cecenossetarussasiaticaeuropeaterrestre. Sono un miscuglio di bambineria viva.
La conosci la bambina che ha attraversato l'ombra della morte? Sono io la bambina scacciata dal silenzio. Io sono la bambina che vuole pronunciare il nome del cortile, dell'amore ardente, degli anni in avanti del mondo regalato. Bambina, io, del futuro del mondo"


Petrolio, Ichkeria, nazionalismo, macerie, Boris Beregovsky, deportazione, caucasici culi neri, CIA, shaidkhi-donne kamikaze, prima guerra cecena, seconda guerra cecena, Mashkadov, rastrellamenti, Putin, normalizzazione, profughi, oleodotti, Bassaev, wahabbismo, petroldollari, campi profughi, zacistki,

Sidakov Georgij Al'bertovich nato nel 1998 a Beslan, Ossezia del Nord, è in ospedale, ferito
Sidakov David Al'bertovich nato nel 2000 a Beslan, Ossezia del Nord, è in ospedale, ferito
Abdelazim Makhauri, nato nel 1996 a Grozny, Cecenia, profugo nel campo di Yanova in Inguscezia, tenda 9
Khaeva Yana Stanislavovna nata nel 1988, a Beslan, Ossezia del Nord, abitante in via Oktyabr'skaya, telefono 3-07-68 è a casa
Zaira Magomadova, nata nel 1995 a Grozny, Cecenia, profuga nel campo di Yanova in Inguscezia, tenda 15
Dzarasov Soslan Olegovich, nato nel 1992 a Beslan, Ossezia del Nord, telefono 3-25-46, sta a casa
Marina Magomedkhadjeva, nata nel 1997 a Grozny, Cecenia, profuga nel campo di Yanova, in Inguscezia, tenda 3
Kachmazova Amina Dzambolatovna nata nel 1996 a Beslan, Ossezia del Nord, abitante in via Kotsoeva 10, sta all'ospedale
e Ludmila Aslan Hadigiat Irina Aleksandr Rita Aminat
Valentina Konstantin Tamerlan Boris Bislan Diana Petinat
...
ssst ssst bambini ssst ssst
dormite bambini, dormite bambine, addormentatevi, l'ombra oltraggiosa se n'è andata i pinocchi d'orrore sono scomparsi domani, al risveglio, vi attende la golosa tentazione del vivere...

Contributed by Bernart Bartleby - 2016/10/27 - 23:26


Penso che sarebbe giusto aggiungerla anche la percorso sulla Violenza sull'infanzia...

B.B. - 2016/10/28 - 08:13


E' stato fatto. Poi, per chiarire il "mistero della foto": nella stringa era presente un altrettanto misterioso "èhttp" al posto di "http". Salud.

Riccardo Venturi - 2016/10/28 - 08:26


Grazie Riccardo. Nessun mistero, sono io che sono un picciu: la "è" è sullo stesso tasto della "["!

Ho trovato in Rete moltissime foto terribili relative al massacro di Beslan... Ho preferito proporre questa, con l'edificio della scuola lasciato come allora e trasformato in luogo del ricordo.

Beslan, una dei tanti orrori di cui si è macchiato lo Czar Vladimir Putin, un individuo che ha saputo abilmente, più di altri, alimentarsi e rafforzarsi col tutto il sangue che ha versato. E anche grazie al sostegno, all'indifferenza e all'oblìo concessigli dai paesi "democratici" e dalle loro pubbliche opinioni.

B.B. - 2016/10/28 - 08:53


Qualche settimana fa ci sono state le elezioni per la Duma, alle quali non partecipa praticamente nessuno perché in Russia a quanto pare si pensa a tutt'altro.
Le alternative a Russia Unita (54% dei voti) comunque non mancavano, e dal Partito Comunista in poi hanno schierato programmi ed individui ancora più intransigenti con la sola eccezione di alcune formazioni liberali ed atlantiste. Sulle più creative tra esse l'opinione pubblica "occidentale" è stata informata in modo dettagliato per anni, al punto che in "Occidente" si tende a pensare -sicuramente con qualche ragione- che il democratismo russo si compendi di ragazze con pochi vestiti addosso, cui fanno da contraltare giovani donne poco vestite, donzelle seminude, fanciulle in deshabillé, squinzie in mutande (o senza) e via sciorinando.
Ecco, le alternative meno sanguinarie, meno indifferenti e meno obliose rappresentative di un attivismo di questo genere sono arrivate, tutte insieme, al 4%. Anche in Russia esistono le "asticelle", quelle che, imposte tra grandi risate ed eleganti vestitini anche al democratismo "occidentale", hanno finito per lasciare senza rappresentanza buona parte di un elettorato attivo. Un numero crescente di persone per lo più serie, che evita con ogni cura di presentarsi ai seggi.
In Ucraina si sono avuti esempi anche peggiori: alla prima raffica di mitra la versione locale delle attiviste di cui sopra è corso a rivestirsi ed è sparito velocissimo dalla scena.
A questo punto c'è da credere che il potere demoniaco di Vladimir Putin sia tale da inficiare con la sua mera presenza qualunque tentativo di opposizione. O, più seriamente, che una minoranza ostinata ne approvi l'operato quel tanto che basta a garantirgli il potere. Con la maggioranza ottenuta a settembre Russia Unita potrebbe anche introdurre legalissime modifiche alla costituzione.

L'"Occidente" stravedeva per l'ubriacone Eltsin, e non senza motivo.

Io non sto con Oriana - 2016/11/1 - 12:46




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