Kriege wird es immer geben
Kriege werden immer sein.
Denn der Krieg gehört zum Leben,
wie die Prothese zu dem Bein!
Präsentieren, schwadronieren
bombardieren, liquidieren,
triumphieren, salutieren,
internieren und erfrieren,
Kampf für kommende Generationen,
Volkssturm, Kapitulationen,
Massenaufgebote!
Für 1914-1918:
Zwei Millionen Tote!
Für 1939-1945:
Zehn Millionen Tote!
So spielt man mit uns Heldenspiel,
mal unten und mal oben.
Die Regel ist nur zu bekannt,
Gewinne stellt das Vaterland,
man wird von selbst geschoben.
Ein Volk von Spielern steht bereit.
Entscheidend ist Geschicklichkeit.
Der Einsatz ist gegeben:
Er kostet nur das Leben!
Na, eben!
Kriege werden immer sein.
Denn der Krieg gehört zum Leben,
wie die Prothese zu dem Bein!
Präsentieren, schwadronieren
bombardieren, liquidieren,
triumphieren, salutieren,
internieren und erfrieren,
Kampf für kommende Generationen,
Volkssturm, Kapitulationen,
Massenaufgebote!
Für 1914-1918:
Zwei Millionen Tote!
Für 1939-1945:
Zehn Millionen Tote!
So spielt man mit uns Heldenspiel,
mal unten und mal oben.
Die Regel ist nur zu bekannt,
Gewinne stellt das Vaterland,
man wird von selbst geschoben.
Ein Volk von Spielern steht bereit.
Entscheidend ist Geschicklichkeit.
Der Einsatz ist gegeben:
Er kostet nur das Leben!
Na, eben!
envoyé par Bernart Bartleby - 25/10/2016 - 21:51
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Versi di Joachim Hackethal (1924-2003), attore e cabarettista tedesco
Musica degli Amnestierten
Trovo il testo sul bel lavoro di Christian Hörburger intitolato “Nihilisten - Pazifisten – Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts”, 1993.
Gli Amnistiati cominciarono a esibirsi nella mensa universitaria dove avevano improvvisato un palcoscenico; cominciarono con le parodie di scrittori come Hermann Hesse e Thomas Mann.
Gli Amnistiati scorrazzavano per la tutta la Germania su un malconcio autobus rosso, si esibivano dove potevano, non conoscevano compromessi né tabù di sorta e distruggevano senza pietà “gli eterni valori tedeschi”: attaccavano nazisti vecchi e nuovi, si facevano beffe della bandiera, protestavano contro la nuova militarizzazione della Germania e la sete di ricchezza dei parvenus. La loro disinvoltura in scena sfiorava l’incoscienza. Gli Amnistiati parodiarono persino l’Inno nazionale, ricalcandone ironicamente il testo e prendendo di mira non solo lo spirito patriottico dei tedeschi ma anche le forze d’occupazione. Naturalmente incapparono nella censura, i loro spettacoli furono vietati, ma poi i temerari Amnistiati ottennero, per loro fortuna, una provvida amnistia e poterono cosi continuare la loro lotta contro i mali che affliggevano la Germania del dopoguerra.
Sembrava avessero vita breve, invece la loro attività, premiata da un successo inaspettato, durò ben quattordici anni, fino al 1961.”
(da “Kabarett! Satira, politica e cultura tedesca in scena dal 1901 al 1967”, a cura di Paola Sorge. LIT Edizioni 2015)
Si tratta di un brano per voce maschile e coro estrapolato da una delle performance itineranti degli Amnistiati. Il calzolaio Krause riflette amaramente sulla stupidità umana ed il conseguente riproporsi continuo delle guerre: “La guerra ci sarà sempre, è parte della vita, come la protesi al posto della gamba...”. Ciò che di orribile l'uomo si è sempre dato, continuerà a darselo, e le guerre non se le farà mai mancare...