Von den Großen dieser Erde
melden uns die Heldenlieder:
Steigend auf so wie Gestirne
gehn sie wie Gestirne nieder.
Das klingt tröstlich, und man muss es wissen.
Nur: für uns, die sie ernähren müssen
ist das leider immer ziemlich gleich gewesen.
Aufstieg oder Fall: Wer trägt die Spesen?
Freilich dreht das Rad sich immer weiter
dass, was oben ist, nicht oben bleibt.
Aber für das Wasser unten heißt das leider
nur: Dass es das Rad halt ewig treibt.
Ach, wir hatten viele Herren
hatten Tiger und Hyänen
hatten Adler, hatten Schweine
doch wir nährten den und jenen.
Ob sie besser waren oder schlimmer:
Ach, der Stiefel glich dem Stiefel immer
und uns trat er. Ihr versteht: Ich meine
dass wir keine andern Herren brauchen, sondern keine!
Freilich dreht das Rad sich immer weiter
dass, was oben ist, nicht oben bleibt.
Aber für das Wasser unten heißt das leider
nur: Dass es das Rad halt ewig treibt.
Und sie schlagen sich die Köpfe
blutig, raufend um die Beute
nennen andre gierige Tröpfe
und sich selber gute Leute.
Unaufhörlich sehn wir sie einander grollen
und bekämpfen. Einzig und alleinig
wenn wir sie nicht mehr ernähren wollen
sind sie sich auf einmal völlig einig.
Denn dann dreht das Rad sich nicht mehr weiter
und das heitre Spiel, es unterbleibt
wenn das Wasser endlich mit befreiter
Stärke seine eigne Sach betreibt.
melden uns die Heldenlieder:
Steigend auf so wie Gestirne
gehn sie wie Gestirne nieder.
Das klingt tröstlich, und man muss es wissen.
Nur: für uns, die sie ernähren müssen
ist das leider immer ziemlich gleich gewesen.
Aufstieg oder Fall: Wer trägt die Spesen?
Freilich dreht das Rad sich immer weiter
dass, was oben ist, nicht oben bleibt.
Aber für das Wasser unten heißt das leider
nur: Dass es das Rad halt ewig treibt.
Ach, wir hatten viele Herren
hatten Tiger und Hyänen
hatten Adler, hatten Schweine
doch wir nährten den und jenen.
Ob sie besser waren oder schlimmer:
Ach, der Stiefel glich dem Stiefel immer
und uns trat er. Ihr versteht: Ich meine
dass wir keine andern Herren brauchen, sondern keine!
Freilich dreht das Rad sich immer weiter
dass, was oben ist, nicht oben bleibt.
Aber für das Wasser unten heißt das leider
nur: Dass es das Rad halt ewig treibt.
Und sie schlagen sich die Köpfe
blutig, raufend um die Beute
nennen andre gierige Tröpfe
und sich selber gute Leute.
Unaufhörlich sehn wir sie einander grollen
und bekämpfen. Einzig und alleinig
wenn wir sie nicht mehr ernähren wollen
sind sie sich auf einmal völlig einig.
Denn dann dreht das Rad sich nicht mehr weiter
und das heitre Spiel, es unterbleibt
wenn das Wasser endlich mit befreiter
Stärke seine eigne Sach betreibt.
envoyé par Bernart Bartleby - 11/10/2016 - 21:16
Langue: italien
Traduzione italiana di Giuseppina Panzieri Saija trovata qui. Credo sia tratta dall'edizione Einaudi di “Teste tonde e teste a punta”.
La versione italiana della canzone è stata interpretata da Adriana Martino (cantante di formazione classica, sorella maggiore della più nota Miranda) e anche da Raffaella De Vita (con il titolo “Ballata Della Grande Ruota”).
La versione italiana della canzone è stata interpretata da Adriana Martino (cantante di formazione classica, sorella maggiore della più nota Miranda) e anche da Raffaella De Vita (con il titolo “Ballata Della Grande Ruota”).
LA CANZONE DELLA RUOTA
Dei potenti della terra
Sono note le canzoni:
Essi salgono e tramontano
Come le costellazioni.
Questo consola e si deve saperlo.
Ma per noi che ci tocca nutrirli
Non ci furono grosse sorprese.
Salgano o cadano: chi paga le spese?
Certo la ruota gira senza posa
In alto non si resta eternamente
Ma in basso all’acqua resta una cosa
Sola: girare la ruota per sempre.
Non mancavano i signori,
Avevamo tigri e iene,
E poi aquile e porcelli,
Ma nutrimmo questi e quelli.
Sia i migliori che i peggiori:
Ma lo stivale era sempre uno stivale
E ci pestava. Voi capite, intendo dire
Che a nessuno, non ad altri, vogliamo servire.
Certo la ruota gira senza posa
In alto non si resta eternamente
Ma in basso all’acqua resta una cosa
Sola: girare la ruota per sempre.
E la testa si battono a sangue
Azzuffandosi intorno alle prede,
Gli altri chiamano morti di fame
E se stessi gente per bene.
Noi li vediamo sempre odiarsi a morte
E lottare. Nel solo, unico caso
Che più non vogliamo nutrirli,
Son di nuovo una sola coorte.
La ruota allora più non si volge
Ed il piacevole gioco ha una pausa
Se l’acqua infine con le sue forze
Libere, lotta per la sua causa.
Dei potenti della terra
Sono note le canzoni:
Essi salgono e tramontano
Come le costellazioni.
Questo consola e si deve saperlo.
Ma per noi che ci tocca nutrirli
Non ci furono grosse sorprese.
Salgano o cadano: chi paga le spese?
Certo la ruota gira senza posa
In alto non si resta eternamente
Ma in basso all’acqua resta una cosa
Sola: girare la ruota per sempre.
Non mancavano i signori,
Avevamo tigri e iene,
E poi aquile e porcelli,
Ma nutrimmo questi e quelli.
Sia i migliori che i peggiori:
Ma lo stivale era sempre uno stivale
E ci pestava. Voi capite, intendo dire
Che a nessuno, non ad altri, vogliamo servire.
Certo la ruota gira senza posa
In alto non si resta eternamente
Ma in basso all’acqua resta una cosa
Sola: girare la ruota per sempre.
E la testa si battono a sangue
Azzuffandosi intorno alle prede,
Gli altri chiamano morti di fame
E se stessi gente per bene.
Noi li vediamo sempre odiarsi a morte
E lottare. Nel solo, unico caso
Che più non vogliamo nutrirli,
Son di nuovo una sola coorte.
La ruota allora più non si volge
Ed il piacevole gioco ha una pausa
Se l’acqua infine con le sue forze
Libere, lotta per la sua causa.
envoyé par Bernart Bartleby - 11/10/2016 - 21:17
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Versi di Bertolt Brecht (1898-1956), con Margarete Steffin, Emil Burri ed Elisabeth Hauptmann.
Musica di Hanns Eisler
Un brano tratto da “Die Rundköpfe und die Spitzköpfe” (“Teste tonde e teste a punta”), una commedia che, a detta degli autori, è piuttosto “un racconto dell’orrore”, un adattamento di “Measure for Measure” di Shakespeare che diventa una feroce satira delle teorie razziali naziste.
In un paese immaginario, in piena crisi economica, la rivolta della gente ormai alla fame rischia di travolgere il Potere. I ricchi possidenti trovano una soluzione tanto semplice quanto geniale per restare in sella: distrarre il malcontento popolare dalle sue vere cause trasformando lo scontro di classe in scontro razziale. Così affidano temporaneamente le redini del paese ad un sordido personaggio incaricato di fomentare l’etnia maggioritaria e più povera delle “Teste rotonde” contro quella minoritaria delle “Teste a punta”. Alla fine l’obiettivo sarà raggiunto: i ricchi di nuovo saldamente al potere ed il popolo più oppresso di prima.