Sono Mario il musicista, sette figli e la mia tromba,
per sfamarli mi toccava far chilometri ogni giorno
e fermarmi nelle piazze a suonare a divertire,
la mia tromba mi portava in ogni angolo del mondo
per conoscere sorrisi, sguardi e voci d'ascoltare
far volare le mie note su nel cielo e in mezzo al mare;
"Sia dannata questa guerra", ti sconvolge un'esplosione,
tra mitraglie crepitanti ed il rombo del cannone.
Maledetta quella volta che mi son trovato là
nella terra di nessuno, che le guardie m'han ciapà,
senza colpa mi han portato al comando militar,
in tradotta caricato, "disertore" m'han ciamà.
Frammento canto popolare:
"Non ci vado volentieri perchè io non ho passione,
da Gorizia a Monfalcone, la mia vita finirà".
Tutti stretti, tutti zitti, il mio sguardo vola e và
vedo campi, vedo gente che saluta e se ne và,
sono solo, sono stanco e chissà che sorte avrò,
anche gli altri che verranno penseranno "Non ci sto",
Generale se mi ascolti, quanto male tu sai fare,
questa guerra dei signori l'hai voluta solo tu,
operai e contadini, siamo noi che siamo il mondo,
tu ci mandi per lor conto al massacro general,
tu ci mandi a morte certa, le famiglie alla deriva
piangeranno madri e mogli come il suono di una piva.
Frammento canto popolare:
"Vi saluto cari figli, moglie mia e tutti quanti,
tutti i giorni che vado avanti, vostro padre più vi vedrà;
da Montetomba a Montegrappa dappertutto vi son valanghe,
tutti i fossi pieni di sangue, è tutto il sangue di gioventù".
Nella terra di nessuno quanti morti ci son già
e casacche differenti sono sparse qua e là,
troppi figli giù per terra che non sanno che cos'è
questa guerra fratricida, che vogliam nè te nè me;
chi la vuole sta al sicuro, il ringhioso generale
come barca dentro il porto e lontan dall'alto mare,
nella terra conquistata non è vivo più nessuno,
ma d'un tratto di quei morti se ne sveglia solo uno.
Questo è Mario il musicista, senza schioppo e con la tromba,
che si drizza sui suoi piedi, noncurante di ogni bomba,
nel silenzio mille morti, lui la sua e son risorti,
sarà un sogno, sarà vero, ma che vuoi che gliene importi,
anche gli altri sono in piedi, le casacche or tutte uguali,
non fucili e baionette ma strumenti musicali,
nella terra di nessuno non battaglie ma concerti,
son rimasti solo loro, gli ufficiali son dispersi.
E ora Mario con la tromba sta con tutti i disertori,
voleranno le colombe a far coro insieme a loro,
altri ancora si uniranno con grancasse e bombardini
giù dal cielo scenderanno a cantare tutti in coro:
"Prendi il fucile e gettalo giù per terra,
prendi il fucile e gettalo giù per terra,
chiediamo pace per tutto il mondo,
siamo fratelli, non vogliam più la guerra,
siamo fratelli, gridiamo pace,
in tutto il mondo non vogliam più la guerra".
per sfamarli mi toccava far chilometri ogni giorno
e fermarmi nelle piazze a suonare a divertire,
la mia tromba mi portava in ogni angolo del mondo
per conoscere sorrisi, sguardi e voci d'ascoltare
far volare le mie note su nel cielo e in mezzo al mare;
"Sia dannata questa guerra", ti sconvolge un'esplosione,
tra mitraglie crepitanti ed il rombo del cannone.
Maledetta quella volta che mi son trovato là
nella terra di nessuno, che le guardie m'han ciapà,
senza colpa mi han portato al comando militar,
in tradotta caricato, "disertore" m'han ciamà.
Frammento canto popolare:
"Non ci vado volentieri perchè io non ho passione,
da Gorizia a Monfalcone, la mia vita finirà".
Tutti stretti, tutti zitti, il mio sguardo vola e và
vedo campi, vedo gente che saluta e se ne và,
sono solo, sono stanco e chissà che sorte avrò,
anche gli altri che verranno penseranno "Non ci sto",
Generale se mi ascolti, quanto male tu sai fare,
questa guerra dei signori l'hai voluta solo tu,
operai e contadini, siamo noi che siamo il mondo,
tu ci mandi per lor conto al massacro general,
tu ci mandi a morte certa, le famiglie alla deriva
piangeranno madri e mogli come il suono di una piva.
Frammento canto popolare:
"Vi saluto cari figli, moglie mia e tutti quanti,
tutti i giorni che vado avanti, vostro padre più vi vedrà;
da Montetomba a Montegrappa dappertutto vi son valanghe,
tutti i fossi pieni di sangue, è tutto il sangue di gioventù".
Nella terra di nessuno quanti morti ci son già
e casacche differenti sono sparse qua e là,
troppi figli giù per terra che non sanno che cos'è
questa guerra fratricida, che vogliam nè te nè me;
chi la vuole sta al sicuro, il ringhioso generale
come barca dentro il porto e lontan dall'alto mare,
nella terra conquistata non è vivo più nessuno,
ma d'un tratto di quei morti se ne sveglia solo uno.
Questo è Mario il musicista, senza schioppo e con la tromba,
che si drizza sui suoi piedi, noncurante di ogni bomba,
nel silenzio mille morti, lui la sua e son risorti,
sarà un sogno, sarà vero, ma che vuoi che gliene importi,
anche gli altri sono in piedi, le casacche or tutte uguali,
non fucili e baionette ma strumenti musicali,
nella terra di nessuno non battaglie ma concerti,
son rimasti solo loro, gli ufficiali son dispersi.
E ora Mario con la tromba sta con tutti i disertori,
voleranno le colombe a far coro insieme a loro,
altri ancora si uniranno con grancasse e bombardini
giù dal cielo scenderanno a cantare tutti in coro:
"Prendi il fucile e gettalo giù per terra,
prendi il fucile e gettalo giù per terra,
chiediamo pace per tutto il mondo,
siamo fratelli, non vogliam più la guerra,
siamo fratelli, gridiamo pace,
in tutto il mondo non vogliam più la guerra".
envoyé par adriana - 2/8/2016 - 11:38
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Musica di Sandra Boninelli
Dedicata a mio nonno