"O divina musa,
che i poeti hai ispirato,
dammi tutte le tue forze
per cantar ciò che ho passato
così che fiamme e non sospiri,
soffino dai denti
dei deboli e oppressi
per bruciar tutti i potenti.
O popolo che ascolti,
non hai ancora imparato,
di panem et circenses
non ti sei ancora stancato?
Per raccogliere le briciole,
la testa hai abbassato
quando ti sei fatto grasso
il collo ti han tirato.
Fin troppi farabutti
Ci annebbiaron di promesse
E noi stolti non vedemmo
Che eran sempre le stesse.
Che di tappeti esotici
Di spezie d'oltre mare
Se ne fa qualcosa
Solo chi li può pagare.
Son questi tempi bui
Di piogge e di tormente,
ma la terra è bagnata
del sangue del perdente.
Ingordi e prepotenti
a vincere son loro,
che vendono l'anima
per un briciolo d'oro.
E ruffiani, vermi, scimmie,
Tutta la bella corte,
banchetta sempre arzilla
sul sedere del più forte.
Con un sorriso al riso
e una lacrima al pianto
di saper leccare bene
il culo si fan vanto.
Sarà che forse il servo
A suon d'esser picchiato
Al baston che lo percuote
Ormai si è abituato.
Io posso solo cantar
Voi dite non è tanto
Ma io canto quel che vedo
E vedo quel che canto."
che i poeti hai ispirato,
dammi tutte le tue forze
per cantar ciò che ho passato
così che fiamme e non sospiri,
soffino dai denti
dei deboli e oppressi
per bruciar tutti i potenti.
O popolo che ascolti,
non hai ancora imparato,
di panem et circenses
non ti sei ancora stancato?
Per raccogliere le briciole,
la testa hai abbassato
quando ti sei fatto grasso
il collo ti han tirato.
Fin troppi farabutti
Ci annebbiaron di promesse
E noi stolti non vedemmo
Che eran sempre le stesse.
Che di tappeti esotici
Di spezie d'oltre mare
Se ne fa qualcosa
Solo chi li può pagare.
Son questi tempi bui
Di piogge e di tormente,
ma la terra è bagnata
del sangue del perdente.
Ingordi e prepotenti
a vincere son loro,
che vendono l'anima
per un briciolo d'oro.
E ruffiani, vermi, scimmie,
Tutta la bella corte,
banchetta sempre arzilla
sul sedere del più forte.
Con un sorriso al riso
e una lacrima al pianto
di saper leccare bene
il culo si fan vanto.
Sarà che forse il servo
A suon d'esser picchiato
Al baston che lo percuote
Ormai si è abituato.
Io posso solo cantar
Voi dite non è tanto
Ma io canto quel che vedo
E vedo quel che canto."
envoyé par adriana - 30/7/2016 - 17:13
×