Siamo pronti ad emigrare
a partire e a non tornare
siamo pronti a respirare
nuova aria nei polmon
nei polmoni
nei polmoni
perchè ci avete rotto...
la libertà
a partire e a non tornare
siamo pronti a respirare
nuova aria nei polmon
nei polmoni
nei polmoni
perchè ci avete rotto...
la libertà
inviata da Dq82 - 30/5/2016 - 21:09
ma quali cervelli, forse i vostri. Qua sono proprio i muscoli a scappare :(
krzyś - 1/6/2016 - 00:41
avete messo in ginocchio la metà della civiltà. Il piano è riuscito perfettamente... mica bisogna andà a catturare gli schiavi nelle terre lontane oggi... si ammazzano per venire da soli... a voi
Bravi
Bravi
krzyś - 1/6/2016 - 00:51
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Album:L'amore (è) sostenibile
Dopo l'uscita dell'album "L'amore (è) sostenibile", nuovo singolo e videoclip per il cantautore Luca Bassanese, realizzato tra Italia e Francia e dedicato ai "Cervelli in fuga", giovani di talento o alta specializzazione professionale costretti a lasciare il nostro Paese per cercare un futuro dignitoso. Registrato a Parigi con musicisti migranti Pugliesi, del gruppo di musica tradizionale Télamuré, "La ballata dell'emigrante" con l'apertura corale, ironica e graffiante, "Cervelli in fuga", vuole essere l'inno di una generazione colpita da una grave crisi ma che non smette di sognare e nonostante tutto crede ancora in un futuro possibile e sostenibile. Una pizzica per raccontare l'esodo quotidiano di centinaia e centinaia di giovani italiani. Dice Bassanese «La canzone si inserisce nel quadro storico delle "canzoni migranti" raccontando però una nuova storia, non più la migrazione con spago e valigia di cartone ma con una laurea da sfruttare ed un cassetto di sogni da riaprire, per troppo tempo chiuso dall'indifferenza di un Paese d'origine che non riesce a trattenere con sé il meglio dei suoi talenti». L'incipt del brano diviene una sorta di mantra che torna a ripetere "Italia dolce Italia t'ho cercata, t'ho baciata, ma ora ti saluto... oh mia bella addormentata!". Con la speranza di poter ritornare un giorno a riabbracciare il tanto amato "lu mare, lu mare, lu vientu, lu sule" senza l'affanno di dover ripartire.