Las iglesias hablan de la salvación
y la gente reza y pide cosas en silencio
como los peces
y en la cara de Jesús hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Y los padres ya no quieren hablar de la situación
sobreviven prisioneros y acostumbran a callar
como los peces
y en la cara de sus hijos hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Aunque tú me has echado en el abandono,
aunque ya han muerto todas mis ilusiones,
lloro sin que sepas que este llanto mío
tiene lágrimas negras
lágrimas.
Las noticias hablan de resignación
y la gente traga y se miran a los ojos
como los peces
y en la cara de la virgen hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Los muchachos hablan de desilusión
y en silencio van al mar y se largan
como los peces
y en la cara de una madre hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
"Aunque tú me has echado en el abandono,
aunque ya han muerto todas mis ilusiones,
lloro sin que sepas que este llanto mío
tiene lágrimas negras"
lágrimas.
Las iglesias hablan de salvación
y la gente reza y pide cosas en silencio
como los peces
y en la cara de Jesús hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
y la gente reza y pide cosas en silencio
como los peces
y en la cara de Jesús hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Y los padres ya no quieren hablar de la situación
sobreviven prisioneros y acostumbran a callar
como los peces
y en la cara de sus hijos hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Aunque tú me has echado en el abandono,
aunque ya han muerto todas mis ilusiones,
lloro sin que sepas que este llanto mío
tiene lágrimas negras
lágrimas.
Las noticias hablan de resignación
y la gente traga y se miran a los ojos
como los peces
y en la cara de la virgen hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
Los muchachos hablan de desilusión
y en silencio van al mar y se largan
como los peces
y en la cara de una madre hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
"Aunque tú me has echado en el abandono,
aunque ya han muerto todas mis ilusiones,
lloro sin que sepas que este llanto mío
tiene lágrimas negras"
lágrimas.
Las iglesias hablan de salvación
y la gente reza y pide cosas en silencio
como los peces
y en la cara de Jesús hay una lágrima rodando
lágrimas negras.
envoyé par Lorenzo Masetti - 26/4/2016 - 22:32
Langue: italien
Versione italiana di Maria Cristina Costantini
COME PESCI
Le chiese parlano di salvezza
e la gente prega e chiede cose in silenzio
come pesci
e sul viso di Gesù scivola una lacrima
lacrime nere.
E i padri non vogliono più parlare della situazione
sopravvivono prigionieri e si abituano a tacere
come pesci
e sul viso dei loro figli scivola una lacrima
lacrime nere.
Anche se mi hai abbandonato,
anche se sono morte tutte le mie illusioni,
piango, e tu non sai che questo mio pianto
ha lacrime nere
lacrime.
Le notizie parlano di rassegnazione
e le persone ingoiano e si guardano negli occhi
come pesci
e sul viso della Vergine scivola una lacrima
lacrime nere.
I ragazzi parlano di disillusione
e in silenzio prendono il mare e se ne vanno
come pesci
e sul viso di una madre scivola una lacrima
lacrime nere.
Anche se mi hai abbandonato,
anche se sono morte tutte le mie illusioni,
piango, e tu non sai che questo mio pianto
ha lacrime nere
lacrime.
Le chiese parlano di salvezza
e la gente prega e chiede cose in silenzio
come pesci
e sul viso di Gesù scivola una lacrima
lacrime nere.
Le chiese parlano di salvezza
e la gente prega e chiede cose in silenzio
come pesci
e sul viso di Gesù scivola una lacrima
lacrime nere.
E i padri non vogliono più parlare della situazione
sopravvivono prigionieri e si abituano a tacere
come pesci
e sul viso dei loro figli scivola una lacrima
lacrime nere.
Anche se mi hai abbandonato,
anche se sono morte tutte le mie illusioni,
piango, e tu non sai che questo mio pianto
ha lacrime nere
lacrime.
Le notizie parlano di rassegnazione
e le persone ingoiano e si guardano negli occhi
come pesci
e sul viso della Vergine scivola una lacrima
lacrime nere.
I ragazzi parlano di disillusione
e in silenzio prendono il mare e se ne vanno
come pesci
e sul viso di una madre scivola una lacrima
lacrime nere.
Anche se mi hai abbandonato,
anche se sono morte tutte le mie illusioni,
piango, e tu non sai che questo mio pianto
ha lacrime nere
lacrime.
Le chiese parlano di salvezza
e la gente prega e chiede cose in silenzio
come pesci
e sul viso di Gesù scivola una lacrima
lacrime nere.
envoyé par Maria Cristina Costantini - 29/4/2016 - 15:59
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La fine dell'Unione Sovietica rappresentò per Cuba una vera propria catastrofe. L'economia dell'isola, limitata dall'embargo imposto dagli Stati Uniti, dipendeva quasi esclusivamente dall'esportazione dello zucchero nel paese alleato comunista. Se negli anni '80 la Rivoluzione era riuscita a garantire un livello di relativo benessere al popolo cubano (ancora oggi ho sentito parlare degli anni '80 come di un "paradiso terrestre" in cui non mancava niente e la gente era più solidale e unita) gli anni '90 sprofondarono la popolazione dell'isola in un inferno. Il governo socialista, trovatosi completamente isolato internazionalmente e impreparato a gestire un'economia completamente paralizzata (zero esportazioni e zero importazioni), inaugurò una nuova politica chiamata eufemisticamente "periodo especial", segnato dallo slogan "Cuba contra todos". Come in guerra.
Il prezzo della monocultura, che la Rivoluzione non aveva voluto o saputo intaccare, si fece sentire pesantemente. Cuba non produceva abbastanza prodotti alimentari per sfamare la popolazione. Con lo zucchero e con il tabacco non si mangia. Bisogna dire che almeno i bambini e gli anziani furono in parte tutelati e la poca carne prodotta nel paese venne destinata a loro. Ma tutti gli altri restarono senza niente. Solo "arroz y frijoles", riso e fagioli, ed estremamente cari. D'altronde anche ad avere i soldi c'era ben poco da comprare. Nacque un fiorente mercato nero e riapparvero criminalità e prostituzione che precedentemente erano pressoché eliminate. Gli slogan rivoluzionari apparvero completamente slegati dalla realtà. Una cronaca cruda di questo periodo è la Trilogia sucia de La Habana di Pedro Juan Gutiérrez.
Il '94 fu l'anno dell'esodo. Moltissimi giovani cercarono di emigrare verso le coste della Florida, distante neanche cento chilometri, e il golfo del Messico divenne come il Mediterraneo di oggi, percorso da imbarcazioni di fortuna e teatro di tragici naufragi. Le madri pregavano la Virgen del Cobre "fa' che mio figlio arrivi in Florida o venga preso e riportato a Cuba ma non farlo morire in mare". Naturalmente da parte statunitense i profughi, costretti a partire anche dall'embargo imposto dagli USA, venivano presentati come dissidenti "in fuga dal regime castrista", mentre le ragioni dell'emigrazione erano essenzialmente economiche.
Tutto questo viene raccontato, neanche troppo velatamente, in questa canzone di a Carlos Varela, un cantautore più giovane dei padri della Nueva Trova Silvio Rodriguez e Pablo Milanes e appassionato di rock. Riprendendo nel ritornello le parole di una famosa canzone tradizionale, "Lagrimas negras" si rivolge a un'innamorata che è facile identificare con la Rivoluzione, una rivoluzione che ha tradito e abbandonato una intera generazione, lasciata senza illusioni a piangere lacrime nere.
La Chiesa, protagonista della prima strofa, era in quel periodo impegnata a riallacciare i rapporti con il governo cubano, sforzi che culminarono con la visita di Giovanni Paolo II nel 1998. Ma la religione non sa certo fornire risposte e i fedeli sono descritti come dei pesci in un acquario.
Nella seconda strofa i padri, i protagonisti della Rivoluzione, rimangono anche loro muti come pesci, incapaci di spiegare ai figli come si sia potuti arrivare a questo punto.
Anch'essi in silenzio come i pesci, i ragazzi sono costretti ad andare verso il mare e a prendere il largo, lasciando le madri nella angoscia e nella disperazione.
fonti: Cuban Studies 39 (e alcune conversazioni con cubani durante una recente vacanza).