Lingua   

Let No Man Steal Your Thyme

Pentangle
Lingua: Inglese


Pentangle

Lista delle versioni e commenti



Una canzone tradizionale inglese antica assai, conosciuta in molte lezioni e con titoli diversi: “Sprig o' Thyme”, “The Bunch of Thyme”, “Let No Man Steal Your Thyme”, “Come All You Garners Gay”, “(I Sowed) The Seeds of Love”…
Tutti i testi (e informazioni più dettagliate) sono reperibili su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

Pentangle


La versione che qui propongo per prima è quella condensata interpretata nel 1968 dai Pentangle di Jacqui McShee, John Renbourn, Bert Jansch, Danny Thompson e Terry Cox (nel lor album d’esordio, “Pentangle”).

Edinburgh Folk Festival Vol. 2
The Attic Tracks Vol. 4: Together Again

In realtà il gruppo fece propria una versione precedente, quella offerta da Anne Briggs al Festival di Edimburgo nel 1963 (in “Edinburgh Folk Festival Vol. 2”, 1964) e poi già riproposta nel 1966 da Sandy Denny (in “The Attic Tracks Vol. 4: Together Again”, con Trevor Lucas).
Come all you fair and tender girls
That flourish in your prime
Beware, beware, if you're good and fair
Let no man steal your thyme
Let no man steal your thyme.

For when your thyme it is past and gone
He'll care no more for you
And every place where your thyme was waste
Shall spread all o'er with rue
Shall spread all o'er with rue.

For woman is a branchy tree
And man a clinging vine (*)
And from her branches carelessly
He'll take what he can find
He'll take what he can find
He'll take what he can find.
(*) Su Musica e Memoria il verso viene riportato nel modo seguente: “And a man a single wand, wand”, a significare che, a differenza della donna rigogliosa come un albero, l’uomo non è che un bastone, un pezzo di legno senza rami… Certo, ci sta eccome, ma ascoltando cantare Jacqui McShee mi pare proprio che lei pronunci “clinging vine”, cioè, il maschio è una pianta rampicante, infestante che mira a soffocare la donna-albero… Mi pare che le due lezioni siano entrambe valide ma quella accolta è senz’altro la più ricorrente e rigorosa.

inviata da Bernart Bartleby - 17/3/2016 - 13:52




Lingua: Inglese

La versione più lunga come interpretata da June Tabor nel suo album “Angel Tiger” del 1992.

Angel Tiger
LET NO MAN STEAL YOUR THYME

Come all you fair and tender girls
That flourish in your prime, prime,
Beware, beware, keep your garden fair
And let no man steal your thyme, thyme,
Let no man steal your thyme.

For when your thyme is past and gone
He'll care no more for you, you.
For every place that your thyme was waste
Will all spread o'er with rue, rue,
Will all spread o'er with rue.

The gardener's son, he was standing by,
Three flowers he gave to me, me.
The pink, the blue and the violet too
And the red, red rosy tree, tree,
And the red, red rosy tree.

But I forsook the red rose bush
And gained the willow tree, tree,
That all the world may plainly see
How my love slighted me, me
How my love slighted me.

For woman is a lofty tree
And man's a clinging vine, vine,
And from her branches carelessly
He'll take what he can find, find,
He'll take what he can find.

Come all you fair and tender girls
That flourish in your prime, prime,
Beware, beware, keep your garden fair
And let no man steal your thyme, thyme,
Let no man steal your thyme.

inviata da Bernart Bartleby - 17/3/2016 - 14:26




Lingua: Italiano

Traduzione italiana della versione dei Pentangle tratta da Musica e Memoria, con qualche limitato intervento di Bernart Bartleby.


La storia musicale dei Pentangle inizia con il basso di Danny Thompson suonato con l'archetto e con una canzone tradizionale, molto antica, su un tipico tema: la necessità della donna di mantenersi pura e di non concedersi facilmente, con in più un giudizio irrimediabilmente negativo sull'uomo "mono direzionale" – o infestante, parassita, ndr - (forse era stata scritta da una donna). Secondo lo stile antico, che può ricordare un'altra notissima canzone inglese (Scarborough Fair), i sentimenti e le propensioni sono simboleggiate con erbe officinali: il timo, simbolo del coraggio ma anche della purezza, intesa come rettezza e coerenza e quindi parente stretto del suddetto coraggio, e la ruta, come simbolo del rimpianto. Questo secondo verso si potrebbe quindi tradurre più liberamente "e il vostro giardino incolto e calpestato sarà pieno del vostro rimpianto".

Pentangle, 1968

The musical history of The Pentangle start with the double bass of Danny Thompson played with the bow and a traditional song, very old, on a typical theme: the need for a women to remain pure, plus an original and strong negative judgment about the man "mono-directional" – or parasite, ndr - (maybe it was written by a woman). According to the old style, that can resemble another very famous song (Scarborough Fair) the feelings and propensities are symbolized with herbs: thyme, symbol of courage but also of purity, and rue, as a symbol of regret.
NON PERMETTETE A NESSUN UOMO DI RUBARVI IL TIMO

Venite voi tutte ragazze belle e giovani
Che sbocciate nel fiore dei vostri anni
Attente, attente, conservate bene il vostro giardino
Non permettete a nessun uomo di rubarvi il timo
Non permettete a nessun uomo di rubarvi il timo.

Perché quando il vostro timo sarà appassito
A lui non importerà più niente di voi
Ed ogni angolo dove il vostro timo sarà stato distrutto
Verrà ricoperto di ruta
Verrà ricoperto di ruta.

Perché una donna è un albero con molti rami
E invece un uomo è una pianta infestante che le si abbarbica
E dai rami di lei, senza riguardi
Lui prenderà tutto quello che trova
Lui prenderà tutto quello che trova
Lui prenderà tutto quello che trova.

inviata da Bernart Bartleby - 17/3/2016 - 14:32




Lingua: Italiano

Traduzione di Cattia Salto


LET NO MAN STEAL YOUR THYME

Nelle ballate antiche (e non solo di quelle in lingua inglese) non sono insoliti ritornelli su fiori, erbe e piante, forse il più famoso è quel “prezzemolo, salvia, rosmarino e timo” (in inglese Parsley, sage, rosemary and thyme) che nella versione di Simon & Garfunkel divenne il tormentone musicale pop sul finire degli anni sessanta . L’aggiunta di erbe, verdure, fiori nel ritornello annunciava al pubblico l’ascolto di una storia “piccante” ovvero a sfondo erotico con significati più o meno nascosti. Il pubblico così era avvisato che le parole e le frasi avevano dei doppi sensi.

Un filone ancora più specifico è poi quello della warning song in cui le erbe compaiono come simboli per insegnare alla fanciulle i comportamenti più socialmente convenienti, nello specifico che si mantenessero pure e caste fino al matrimonio.
Nelle ballate la pianta associata al concetto di purezza fu il timo erba utilizzata nei fuochi sacri e come incenso religioso unitamente alla salvia, per l’antica credenza che il timo fosse in grado di dare forza e chiarezza alla mente e purificasse l’aria dalle malattie.
LET NO MAN STEAL YOUR THYME

La canzone ha conosciuto una vasta divulgazione durante il folk revival degli anni 60-70 e la versione forse più conosciuta è quella dei Pentangle che fecero loro il testo riportato da Anne Briggs al Festival di Edimburgo nel 1963.

L’avvertenza riguarda il pericolo di una gravidanza fuori dal matrimonio con tutte le conseguenze disastrose che ne derivavano, perchè a quei tempi il bambino che sarebbe nato era esclusivamente un problema della donna, perciò la melodia è triste e il tono è quello del lamento, chi canta è una donna che ha lasciato “fare i propri comodi” ad un uomo senza essere stata abbastanza furba da farsi sposare prima!
Nella versione più estesa le strofe centrali introducono la figura del giardiniere, una sorta di surrogato paterno, custode delle convenzioni sociali, ma la fanciulla rifiuta i suoi consigli e preferisce “cogliere la rosa”, eppure invece di ricavarne piacere e vantaggi sociali, viene ingannata e abbandonata.
(tratto da Terre celtiche)
NON LASCIATE CHE L'UOMO RUBI IL VOSTRO TIMO

Venite tutte voi fanciulle giovani e belle,
voi che siete nel fiore degli anni,
attente, attente, custodite il vostro bel giardino
non lasciate che l’uomo rubi il vostro timo (1).

Perché quando il vostro timo sarà appassito
non baderà più a voi
ed ogni angolo del vostro giardino distrutto
verrà ricoperto di ruta (2)

Il giardiniere mi stava accanto
e tre fiori (3) mi diede (da scegliere)
rosa, azzurro e viola
e il ramo della rossa rosa rossa (4)

Ma io abbandonai il ramo della rosa rossa
e presi il salice (5)
affinchè tutti ora possano ben vedere
come il mio amore mi offese

La donna è un albero con molti rami
e l’uomo è una vite rampicante (6)
e dai rami di lei, senza riguardi (7)
lui prenderà tutto quello che trova
(1) Si credeva che il timo fosse in grado di dare forza e chiarezza alla mente e purificasse l’aria dalle malattie. Per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche poche gocce di olio essenziale di timo vengono ancora oggi utilizzate per purificare l’aria di casa. Per estensione il timo rappresenta nelle ballate popolari la verginità e la purezza femminile.
Era un erba utilizzata nei fuochi sacri e come incenso religioso.
(2) la ruta è simbolo del rimpianto. Il verso si potrebbe quindi tradurre più liberamente “e il vostro cuore incolto e calpestato sarà pieno del vostro rimpianto”.
(3) non sono indicati i nomi dei fiori ma tre colori: rosa, azzurro e viola; in questo contesto il giardiniere è un surrogato della figura paterna che indirizza la fanciulla verso tre pretendenti respinti tuttavia dalla donna in favore del ramo della rosa.
(4) Rosa rossa= amore romantico, lussuria o “passione sfrenata”. La fanciulla prima “coglie la rosa” e poi però nella IV strofa si pente si averlo fatto e la respinge per prendere il ramo del salice
(5) Salice= fertilità, ma anche tristezza, dolore e in questo contesto sta proprio ad indicare un amore infelice, abbandonato
(6) mi verrebbe di tradurre “edera” perchè è una pianta infestante che si abbarbica ai rami delle piante per succhiare la linfa, senonchè nella tradizione popolare l’edera è associata al principio femminile.
(7) In questo genere di canzoni moralistiche prevale il convincimento che le gioie del sesso siano ad esclusivo appannaggio maschile.

inviata da Cattia Salto - 31/3/2017 - 09:29


Se qualcuno volesse ascoltare la versione dell'affascinante Anne Briggs al Festival di Edimburgo nel 1963, di cui accenna la bravissima Cattia, la può trovare nel cd "A Collection" edito dalla TOPIC nel 1999 (originariamente era stata registrata dal mitico Bill Leader per LP "Edinburgh Folk Festival Vol. 2").

Mi sembra che il primo a registrare il brano sia stato Isla Cameron nel 1960 sul disco (sempre TOPIC) in coppia con Ewan MacColl "Still I Love Him".

Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 31/3/2017 - 11:53




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