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Reflescìasà

Gang
Lingua: Italiano


Gang


Gang & Erri


La canzone, una storia di emigrazione e di marginalizzazione, una delle tante, una fra le troppe, è stata scritta e viene recitata da Erri De Luca, ed è presente in Controverso, album uscito nel 2000 e ottava scorribanda della Gang dei Severini brothers, Sandro e Marino.

Controverso contiene tredici brani che non seguono né sono in linea, ma che da direzioni apparentemente opposte ritrovano un un cammino e una emergenziale via d’uscita nel cerchio. Perché è circolare l'immagine che traduce questo titolo, mette in fuga il senso della parola e la libera. Essere contro per andare verso. Nel mito, oltre la storia dalla quale siamo stati espulsi, confinati, esiliati.
Si riparte dagli ultimi e insieme a loro, con gli ultimi, dagli uomini ai margini, qui, dove odio e amore, limite soglia sono un tutt'uno.

Continua l'indefessa battaglia del sogno, dell'immaginario, perché da sempre le azioni umane sono sospinte dall'utopia, dalla chimera, dall'inventiva.
Citando Springsteen, il titolo di una sua canzone, Land of Hope and Dreams, sono la speranza e i sogni a guidare le azioni degli uomini. A muoverli, ad animarli, agitarli, impegnarli. Chi dice che siano i soldi ha solamente vissuto male una sconfitta... o sta vivendo ancora peggio il suo momentaneo successo.

L'uomo, per vivere e sentirsi vivo davvero, presente a se stesso, dovrebbe agognare non al quattrino e all'affermazione ma piuttosto alla sua 'land of hope and dreams', e ognuno di noi ha il diritto di trovarla e il dovere di cercarla.
E il sogno diventa più forte forte e realizzabile più gli uomini sono convinti di essere dalla parte della realtà. Schierati dalla parte giusta, per il giusto, verso la giustizia. La vita stessa diventa sopportabile se orientata verso questa direzione, verso qualcosa che va oltre le guerre e il dolore. Trovare una crepa, un varco nel muro, rompere per un istante la forza di gravità che ci impedisce di naufragare nel caos.
Si chiama Kema'l
dalla Turchia, operaio
nei cantieri di Francia
enormi le sue mani
e durante le notti comuni
a occupare un cantiere
per salari mai dati
dice con calma
a me brusco, nervoso: 'Errì reflechì a ça'
reflescìasà, rifletti a questo
e riunisce le dita
e le poggia alla tempia
E io sto buono coi pugni
al suo 'reflescìasà'
rifletti a questo, a cosa
non so più, però il gruppo di dita
sulla tempia destra
lo so ancora
Kema'l, bisogna avere la tua mano
da mettere sul cranio
per riflettere a un questo
Bisogna la tua vita, la tua voce
Nati su stesso mare
che cambia nome e onde
nessuno segue un altro, mai sulla sabbia il piede
sopra l’orma davanti
Però ti ascolto, apro le dita
e disfo l'ira e il pugno.

inviata da Alessandro Carènzan - 7/3/2016 - 03:13




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