Oh com’è bella la vita
quando mi metto a mangiar
sento la gente che dice
“O preparatevi un po’
a prenotar le patate
riso e fagioli e caffè.”
Pasta,
sessanta grammi e poi ti dico basta
riso,
quando ti mangio sembra un paradiso
Io mangio sempre zuppa
di cavol di verdura
la vita è troppo dura
così non si può andar.
Pane,
la mia sostanza più cara sei tu
però sei poca
e io la cinghia debbo stringer di più.
Da tempo manca una bevanda
ed anche pure il caffè
non c’è che una bevanda
un surrogato per me
la dolce marmellata
non mi ricordo cos’è.
Pasta,
sessanta grammi e poi ti dico basta
riso,
quando ti mangio sembra un paradiso
Io mangio sempre zuppa
di cavol di verdura
la vita è troppo dura
così non si può andar.
Pane,
la mia sostanza più cara sei tu
però sei poca
e io la cinghia debbo stringer di più.
quando mi metto a mangiar
sento la gente che dice
“O preparatevi un po’
a prenotar le patate
riso e fagioli e caffè.”
Pasta,
sessanta grammi e poi ti dico basta
riso,
quando ti mangio sembra un paradiso
Io mangio sempre zuppa
di cavol di verdura
la vita è troppo dura
così non si può andar.
Pane,
la mia sostanza più cara sei tu
però sei poca
e io la cinghia debbo stringer di più.
Da tempo manca una bevanda
ed anche pure il caffè
non c’è che una bevanda
un surrogato per me
la dolce marmellata
non mi ricordo cos’è.
Pasta,
sessanta grammi e poi ti dico basta
riso,
quando ti mangio sembra un paradiso
Io mangio sempre zuppa
di cavol di verdura
la vita è troppo dura
così non si può andar.
Pane,
la mia sostanza più cara sei tu
però sei poca
e io la cinghia debbo stringer di più.
envoyé par Bernart Bartleby - 11/2/2016 - 14:47
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Canto parodistico raccolto nel 1963-64 da Cesare Bermani dalla voce di una mondina di Novellara, Reggio Emilia, che lo cantava nel 1944.
Testo trovato in “Due ricerche negli anni Sessanta del Novecento nel novarese e vercellese”, trascrizione di un intervento di Bermani ad un seminario musicale tenutosi ad Orta San Giulio nel 2015 e pubblicati sulla rivista La Piva dal Carner, ottobre 2015.
Lo trovo pure in “Quella fame terribile tra fascismo e guerra”, ricerca di Filippo Colombara pubblicata su Patria Indipendente del 16 dicembre 2007.
Sull’aria della famosissima strappalacrime “Mamma” composta nel 1940 da Bixio Cherubini e cantata da Beniamino Gigli, anche come protagonista dell’omonimo film diretto nel 1941 da Guido Brignone.