1. Selaouet hag e klefet kano ur son nevez savet
Da zaou zen yaouank degoue'et o sort gante
2. 'R'c'hentañ oa mab d'an tailher, 'r'c'hentañ mab an tailher
Egil' all oa Jos Graig 'bihanatik eus ar gêr
3. Ha p'hini emañ maget e rouz e Feunteunwenn
E-barzh un tiig bihan 'kichen ar Vailhurenn
4. Jos Graig bihan lare pe oa soudard e vab :
Dav eo degas un ofrañs evit dont da Vulat
Ha ma blijo gant Doue, chomo ganin ma mab
5. 'Baotred yaouank neuz' lare pa oant 'ont kuit eus kêr
Kenavo Itron Varia ha c'hwi aotrou Sant Per
6. Douget am eus aliesik banniel bras ho iliz
Kerkoulz ha d'an ofern-bred evel d'ar gousperoù
7. Kerkoulz ha d'ar gousperoù evel d'an ofern-bred
Ha da zul ar sakramant d'ar bloavezh tremenet
8. Deomp-ni da gemer bremañ rout' ar C'hastell-Nevez
Kastellin a zigoue'o soudennik hep dale
9. 'Baotred yaouank neuz' lare 'n ur vont maez eus o zi
Kenavo ma c'hoar Mar'jannig ha c'hwi ma c'hoar Mari
10. Pa oant e kreac'h menez Rou' war an hent bras o vont
Me glev kleier Landreger 'seniñ d'an oferenn
11. Me lare d'am c'hamaraded : deomp-ni d'an oferenn
Kar d'al leac'h e yamp bremañ n'eus ket a veleien
12. Kar d'al leac'h e yamp bremañ n'eus ket a veleien
Da laret ar gousperoù kennebeud 'n ofern-bred
Da zaou zen yaouank degoue'et o sort gante
2. 'R'c'hentañ oa mab d'an tailher, 'r'c'hentañ mab an tailher
Egil' all oa Jos Graig 'bihanatik eus ar gêr
3. Ha p'hini emañ maget e rouz e Feunteunwenn
E-barzh un tiig bihan 'kichen ar Vailhurenn
4. Jos Graig bihan lare pe oa soudard e vab :
Dav eo degas un ofrañs evit dont da Vulat
Ha ma blijo gant Doue, chomo ganin ma mab
5. 'Baotred yaouank neuz' lare pa oant 'ont kuit eus kêr
Kenavo Itron Varia ha c'hwi aotrou Sant Per
6. Douget am eus aliesik banniel bras ho iliz
Kerkoulz ha d'an ofern-bred evel d'ar gousperoù
7. Kerkoulz ha d'ar gousperoù evel d'an ofern-bred
Ha da zul ar sakramant d'ar bloavezh tremenet
8. Deomp-ni da gemer bremañ rout' ar C'hastell-Nevez
Kastellin a zigoue'o soudennik hep dale
9. 'Baotred yaouank neuz' lare 'n ur vont maez eus o zi
Kenavo ma c'hoar Mar'jannig ha c'hwi ma c'hoar Mari
10. Pa oant e kreac'h menez Rou' war an hent bras o vont
Me glev kleier Landreger 'seniñ d'an oferenn
11. Me lare d'am c'hamaraded : deomp-ni d'an oferenn
Kar d'al leac'h e yamp bremañ n'eus ket a veleien
12. Kar d'al leac'h e yamp bremañ n'eus ket a veleien
Da laret ar gousperoù kennebeud 'n ofern-bred
inviata da Richard Gwenndour - 5/2/2016 - 00:01
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Richard Gwenndour
9 marzo 2016
9 marzo 2016
L'ADDIO DI DUE GIOVANI COSCRITTI
1. Ascoltate, vi interpreterò un nuovo canto composto
Su due ragazzi che la sorte ha designato.
2. Il primo era figlio del sarto, del sarto il figlio maggiore,
L'altro era figlio di Jos Graig, il nano del paese.
3. Quest'ultimo era cresciuto nella landa di Feunteun-Ven, [1]
In una casetta accanto a Mailleurs. [2]
4. Jos Graig il nano diceva, quando suo figlio andò soldato:
Devo portare un'offerta alla Madonna di Bulat-Pestivien [3]
E, se piace a Dio, mio figlio resterà con me.
5. E i due ragazzi dicevano, quando sono partiti dal paese:
Arrivederci, Santa Maria, e a voi, San Pietro, arrivederci!
6. Quante volte ho portato il grande stendardo della vostra chiesa,
Che si dicesse la messa oppure i vespri serali.
7. Ai vespri l'ho portato, e pure alla messa solenne,
e anche l'anno scorso, il giorno del Santissimo Sacramento.
8. Prendiamo ora la strada che mena dritta a Châteauneuf, [4]
E presto vedremo Châteaulin. [5]
9. I due ragazzi dicevano, nel lasciare le loro case,
Arrivederci, sorella mia, Marie-Jeanne, arrivederci sorella mia, Maria.
10. Poi udirono sulla strada maestra, all'altezza di Menez-Roué [6]
Le campane che suonavano per la messa a Trégor.
11. Io dicevo ai miei compagni: Andremo a messa a Trégor,
Perché dove noi andremo non ci saranno preti.
12. No, non ci sono preti dove stiamo andando adesso,
Per cantare i vespri o la messa solenne, davvero.
1. Ascoltate, vi interpreterò un nuovo canto composto
Su due ragazzi che la sorte ha designato.
2. Il primo era figlio del sarto, del sarto il figlio maggiore,
L'altro era figlio di Jos Graig, il nano del paese.
3. Quest'ultimo era cresciuto nella landa di Feunteun-Ven, [1]
In una casetta accanto a Mailleurs. [2]
4. Jos Graig il nano diceva, quando suo figlio andò soldato:
Devo portare un'offerta alla Madonna di Bulat-Pestivien [3]
E, se piace a Dio, mio figlio resterà con me.
5. E i due ragazzi dicevano, quando sono partiti dal paese:
Arrivederci, Santa Maria, e a voi, San Pietro, arrivederci!
6. Quante volte ho portato il grande stendardo della vostra chiesa,
Che si dicesse la messa oppure i vespri serali.
7. Ai vespri l'ho portato, e pure alla messa solenne,
e anche l'anno scorso, il giorno del Santissimo Sacramento.
8. Prendiamo ora la strada che mena dritta a Châteauneuf, [4]
E presto vedremo Châteaulin. [5]
9. I due ragazzi dicevano, nel lasciare le loro case,
Arrivederci, sorella mia, Marie-Jeanne, arrivederci sorella mia, Maria.
10. Poi udirono sulla strada maestra, all'altezza di Menez-Roué [6]
Le campane che suonavano per la messa a Trégor.
11. Io dicevo ai miei compagni: Andremo a messa a Trégor,
Perché dove noi andremo non ci saranno preti.
12. No, non ci sono preti dove stiamo andando adesso,
Per cantare i vespri o la messa solenne, davvero.
[1] Feunteun-Ven (bretone: Feunteunwenn, “Fontana Bianca”) si trova presso Morlaix, nel Finistère. Curiosamente per questo canto sorto, probabilmente, al tempo della guerra di conquista dell'Algeria e della Tunisia (1830/1840) vi si trova, attualmente, un consolato della Repubblica di Tunisia.
[2] Deve qui trattarsi di qualche casa o fattoria parrocchiale della zona. Il toponimo Les Mailleurs è attestato in traduzioni francesi del canto. Propriamente, in bretone, mailhurenn significa “stendardo”: si tratta dello stendardo della parrocchia portato in processione durante il pardon (Ar Vailhurenn è la “forma mutata” in presenza dell'articolo determinato, essendo il termine di genere femminile).
[3] Per Bulat-Pestivien si veda la nota 7 alla traduzione italiana di Kanaouenn Soudard.
[4] Si tratta di Châteauneuf-du-Faou, nel Finistère, in bretone Kastell Nevez ar Faou. Il suo toponimo (“Castelnuovo”) si trova attestato fin dal XII secolo nella forma latina Castellum Novum. Si trova in una delle rare regioni collinari della Bretagna.
[5] Châteaulin (in bretone: Kastellin) si trova nelle vicinanze di Châteauneuf-du-Faou di quale doveva essere una dipendenza, a giudicare dal diminutivo Castellinum che ha dato origine al nome bretone e a quello francese.
[6] Il villaggio di Menez-Roué (in bretone: “Monte del Re”), nel comune di Fouesnant, si trova effettivamente sulla strada per Trégor.
[2] Deve qui trattarsi di qualche casa o fattoria parrocchiale della zona. Il toponimo Les Mailleurs è attestato in traduzioni francesi del canto. Propriamente, in bretone, mailhurenn significa “stendardo”: si tratta dello stendardo della parrocchia portato in processione durante il pardon (Ar Vailhurenn è la “forma mutata” in presenza dell'articolo determinato, essendo il termine di genere femminile).
[3] Per Bulat-Pestivien si veda la nota 7 alla traduzione italiana di Kanaouenn Soudard.
[4] Si tratta di Châteauneuf-du-Faou, nel Finistère, in bretone Kastell Nevez ar Faou. Il suo toponimo (“Castelnuovo”) si trova attestato fin dal XII secolo nella forma latina Castellum Novum. Si trova in una delle rare regioni collinari della Bretagna.
[5] Châteaulin (in bretone: Kastellin) si trova nelle vicinanze di Châteauneuf-du-Faou di quale doveva essere una dipendenza, a giudicare dal diminutivo Castellinum che ha dato origine al nome bretone e a quello francese.
[6] Il villaggio di Menez-Roué (in bretone: “Monte del Re”), nel comune di Fouesnant, si trova effettivamente sulla strada per Trégor.
Lingua: Francese
Versione francese ritmica dalla Pagina di Christian Souchon
Version française d'après la page de Christian Souchon
[1] H. Guillerm indique: "La personne qui chanta cette chanson ne sait ni lire ni écrire. De plus, elle ne comprend pas un mot de français. Ceci est cause de l'originalité du langage employé dans cette poésie populaire. Nous affirmons que cette manière de faire est celle du parler populaire de Trégunc et des environs : breton très original et qui semble une véritable transition entre le breton de Cornouailles et celui de Vannes. Il y aurait beaucoup à dire au sujet du langage parlé de Trégunc et environs. Ceci sortirait du cadre que nous nous sommes tracé et serait véritablement trop long. Les amateurs n'ont qu'à se transporter sur les lieux et trouveront amplement matière à satisfaire leur curiosité de linguistes." [daté de 1905!]
[2] Francis Gourvil ("La Villemarqué...", p.457), rapproche ce chant de celui du Barzhaz intitulé "Les Ligueurs" qu'il affirme avoir été, non pas démarqué, mais inventé par La Villemarqué "afin de doter son ouvrage d'une pièce relative à la Ligue, celle qui concerne La Fontenelle n'offrant, en effet, rien qui la rattache visiblement aux guerres de religion". Pour ce faire, il se serait inspiré des strophes 5, 6, 7 et 10 qui montrent des jeunes gens faisant leurs adieux à l'église, aux bannières et aux cloches de leur village.
On peut, en s'appuyant sur les mêmes strophes établir un parallèle entre ce chant et le Baron Jauioz (du même Barzhaz Breizh).
[3] C'est à juste titre que Gourvil indique que les deux dernières strophes laissent supposer que le présent chant, loin d'invoquer la Ligue, pourrait bien être contemporain de la conquête de l'Algérie (1830)
Version française d'après la page de Christian Souchon
[1] H. Guillerm indique: "La personne qui chanta cette chanson ne sait ni lire ni écrire. De plus, elle ne comprend pas un mot de français. Ceci est cause de l'originalité du langage employé dans cette poésie populaire. Nous affirmons que cette manière de faire est celle du parler populaire de Trégunc et des environs : breton très original et qui semble une véritable transition entre le breton de Cornouailles et celui de Vannes. Il y aurait beaucoup à dire au sujet du langage parlé de Trégunc et environs. Ceci sortirait du cadre que nous nous sommes tracé et serait véritablement trop long. Les amateurs n'ont qu'à se transporter sur les lieux et trouveront amplement matière à satisfaire leur curiosité de linguistes." [daté de 1905!]
[2] Francis Gourvil ("La Villemarqué...", p.457), rapproche ce chant de celui du Barzhaz intitulé "Les Ligueurs" qu'il affirme avoir été, non pas démarqué, mais inventé par La Villemarqué "afin de doter son ouvrage d'une pièce relative à la Ligue, celle qui concerne La Fontenelle n'offrant, en effet, rien qui la rattache visiblement aux guerres de religion". Pour ce faire, il se serait inspiré des strophes 5, 6, 7 et 10 qui montrent des jeunes gens faisant leurs adieux à l'église, aux bannières et aux cloches de leur village.
On peut, en s'appuyant sur les mêmes strophes établir un parallèle entre ce chant et le Baron Jauioz (du même Barzhaz Breizh).
[3] C'est à juste titre que Gourvil indique que les deux dernières strophes laissent supposer que le présent chant, loin d'invoquer la Ligue, pourrait bien être contemporain de la conquête de l'Algérie (1830)
L'ADIEU DE DEUX JEUNES CONSCRITS
1. Je vais vous interpréter un chant nouveau qu'on a composé
Sur deux garçons que le sort a désignés.
2. Le premier était le fils de Tailleur, son aîné je crois bien,
L'autre le fils de Joseph Graïk, le nain.
3. Ce dernier avait grandi parmi la lande de Feunteunven,
Dans la maisonnette à côté des Mailleur.
4. Joseph Graïk a dit, quand il sut que son fils serait soldat:
"Juste une offrande à la Vierge de Bulat,
Et si cela plait à Dieu, mon fils me restera."
5. Et les deux garçons disaient, laissant le village derrière eux:
"O Sainte Marie et vous, saint Pierre, adieu!
6. Combien de fois j'ai porté la grande banniêre de l'église,
Que ce soit la messe ou les vêpres qu'on dise.
7. Aux vêpres je l'ai portée, à la grand' messe pareillement,
Et l'an passé, le jour du Saint-Sacrement.
8. Prenons la route à présent qui conduit à Châteauneuf tout droit,
Bientôt ce sera Châteaulin qu'on verra."
9. Les deux jeunes gens disaient, sur le point de quitter leurs maisons,
"Au revoir mes sœurs Marie-Jeanne et Marie."
10. Puis l'on entendit sur la grand-route à hauteur du Menez-Roué,
Les cloches sonner pour la messe à Tréguier.
11. Je disais à mes amis: "Nous irons à la messe à Tréguier,
Car il n'est point de prêtres, où nous allons.
12. Non, il n'est point de prêtres, là-bas où nous allons à présent
Pour chanter vêpres ou grand' messe, vraiment."
1. Je vais vous interpréter un chant nouveau qu'on a composé
Sur deux garçons que le sort a désignés.
2. Le premier était le fils de Tailleur, son aîné je crois bien,
L'autre le fils de Joseph Graïk, le nain.
3. Ce dernier avait grandi parmi la lande de Feunteunven,
Dans la maisonnette à côté des Mailleur.
4. Joseph Graïk a dit, quand il sut que son fils serait soldat:
"Juste une offrande à la Vierge de Bulat,
Et si cela plait à Dieu, mon fils me restera."
5. Et les deux garçons disaient, laissant le village derrière eux:
"O Sainte Marie et vous, saint Pierre, adieu!
6. Combien de fois j'ai porté la grande banniêre de l'église,
Que ce soit la messe ou les vêpres qu'on dise.
7. Aux vêpres je l'ai portée, à la grand' messe pareillement,
Et l'an passé, le jour du Saint-Sacrement.
8. Prenons la route à présent qui conduit à Châteauneuf tout droit,
Bientôt ce sera Châteaulin qu'on verra."
9. Les deux jeunes gens disaient, sur le point de quitter leurs maisons,
"Au revoir mes sœurs Marie-Jeanne et Marie."
10. Puis l'on entendit sur la grand-route à hauteur du Menez-Roué,
Les cloches sonner pour la messe à Tréguier.
11. Je disais à mes amis: "Nous irons à la messe à Tréguier,
Car il n'est point de prêtres, où nous allons.
12. Non, il n'est point de prêtres, là-bas où nous allons à présent
Pour chanter vêpres ou grand' messe, vraiment."
inviata da Richard Gwenndour - 9/3/2016 - 13:15
Lingua: Inglese
Traduzione inglese dalla Pagina di Christian Souchon
English Translation from Christian Souchon's Webpage
[1] H. Guillerm writes: "The woman who sung this lament cannot read or write. Furthermore she does not understand French. Therefore the language used in this truly popular poem is genuine. And we certify that our spelling is a true rendering of the dialect spoken in the Tregunc district, a unique variety of Breton, half way between Cornouaille and Vannes dialects. Much more could be said about the Tregunc vernacular language. But it would exceed the bounds of the present document. Anyone interested in this topic should repair to the aforesaid locality where they will find abundant linguistic material to investigate." [Written in 1905!]
[2] Francis Gourvil (in "La Villemarqué...", p.457), parallels this piece with the Barzhaz song titled "The League" which he claims to be not even imitated, but invented by La Villemarqué "in order to provide his work with a song relating to the League, since the La Fontenelle song is not visibly connected to the French religious wars.". To that end he had allegedly adapted the stanzas 5, 6, 7 and 10 featuring young men saying "farewell" to the church, banners and bells of their native village. It is possible, relying on the same stanzas, to demonstrate a likeness between the present song and the lament of Baron Jauioz (in the Barzhaz Breizh).
[3] With just reason does Gourvil notice that the last two stanzas in the present song may hint at the conquest of Algeria in 1830. "
English Translation from Christian Souchon's Webpage
[1] H. Guillerm writes: "The woman who sung this lament cannot read or write. Furthermore she does not understand French. Therefore the language used in this truly popular poem is genuine. And we certify that our spelling is a true rendering of the dialect spoken in the Tregunc district, a unique variety of Breton, half way between Cornouaille and Vannes dialects. Much more could be said about the Tregunc vernacular language. But it would exceed the bounds of the present document. Anyone interested in this topic should repair to the aforesaid locality where they will find abundant linguistic material to investigate." [Written in 1905!]
[2] Francis Gourvil (in "La Villemarqué...", p.457), parallels this piece with the Barzhaz song titled "The League" which he claims to be not even imitated, but invented by La Villemarqué "in order to provide his work with a song relating to the League, since the La Fontenelle song is not visibly connected to the French religious wars.". To that end he had allegedly adapted the stanzas 5, 6, 7 and 10 featuring young men saying "farewell" to the church, banners and bells of their native village. It is possible, relying on the same stanzas, to demonstrate a likeness between the present song and the lament of Baron Jauioz (in the Barzhaz Breizh).
[3] With just reason does Gourvil notice that the last two stanzas in the present song may hint at the conquest of Algeria in 1830. "
FAREWELL OF TWO YOUNG CONSCRIPTS
1. Listen and you shall hear a song that was composed quite recently
About two young men drafted for the army.
2. One was the son of Tailleur, and he was his eldest son indeed.
And the other was little Jo GraïK's son.
3. Who cultivates the soil upon the moor towards the White Fountain,
And lives in a cottage beside the Mailleurs'.
4. Little Jo Graïk has said when he heard that his son was drafted:
"I'll bring offerings to our Lady of Bulat
If it pleases God, my son will stay with me."
5. And then, the two youths said, as they were walking out of the village:
"Farewell, Our Lady! And farewell, Saint Peter!
6. O, how often did I carry your holy banner in your church,
Either at Sunday mass or at the vespers!
7. At the vespers I've carried it, as well as at Sunday high mass,
Carried it last year, on Saint Sacrament's Day.
8. Let us now follow the highroad in direction of Châteauneuf!
We shall spy Châteaulin every moment."
9. The young men, when they have left from home, have kissed their sisters goodbye:
"Goodbye, dear Marie-Jeanne! Goodbye, dear Mary!"
10. When they went up the hill of King's Mount, walking along the high road,
They heard the clocks ring for the mass in Tréguier.
11. I said to my buddies: "Let us go to that church and hear the mass,
For where we are going we shall have no priest,
12. For where we are going now, I am afraid we shall have no priest
To celebrate the vespers or the high mass."
1. Listen and you shall hear a song that was composed quite recently
About two young men drafted for the army.
2. One was the son of Tailleur, and he was his eldest son indeed.
And the other was little Jo GraïK's son.
3. Who cultivates the soil upon the moor towards the White Fountain,
And lives in a cottage beside the Mailleurs'.
4. Little Jo Graïk has said when he heard that his son was drafted:
"I'll bring offerings to our Lady of Bulat
If it pleases God, my son will stay with me."
5. And then, the two youths said, as they were walking out of the village:
"Farewell, Our Lady! And farewell, Saint Peter!
6. O, how often did I carry your holy banner in your church,
Either at Sunday mass or at the vespers!
7. At the vespers I've carried it, as well as at Sunday high mass,
Carried it last year, on Saint Sacrament's Day.
8. Let us now follow the highroad in direction of Châteauneuf!
We shall spy Châteaulin every moment."
9. The young men, when they have left from home, have kissed their sisters goodbye:
"Goodbye, dear Marie-Jeanne! Goodbye, dear Mary!"
10. When they went up the hill of King's Mount, walking along the high road,
They heard the clocks ring for the mass in Tréguier.
11. I said to my buddies: "Let us go to that church and hear the mass,
For where we are going we shall have no priest,
12. For where we are going now, I am afraid we shall have no priest
To celebrate the vespers or the high mass."
inviata da Richard Gwenndour - 9/3/2016 - 13:17
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Kanaouenn hengounel / Chant populaire
Auprès de Perrine Ollivier, de Trégunc
Publié dans "Chants populaires bretons du Pays de Cornouailles" en 1905
Recueil de 25 chansons avec partitions et notes de H. Guillerm, publié à Rennes chez Francis Simon en 1905
Raccolto dalla voce di Perrine Ollivier, di Trégunc
Pubblicato in "Canti popolari bretoni di Cornovaglia", 1905
Raccolta di 25 canzoni con spartiti e note di H. Guillerm,
pubblicata a Rennes presso Francis Simon nel 1905
H. Guillerm, il raccoglitore dei “25 canti bretoni” pubblicati a Rennes nel 1905, scrisse: “La persona che ha cantato questa canzone [la sig.ra Perrine Ollivier di Trègunc] non sa né leggere e né scrivere. Inoltre, non capisce nemmeno una parola di francese. Per questo motivo, il linguaggio di questo canto popolare è assai originale.” Seguono considerazioni linguistiche sui dialetti bretoni che, qui, interesserebbero assai poco. Più interessanti le considerazioni di Francis Gourvil, il grande folklorista e bardo bretone: in un'opera dedicata a La Villemarqué, accosta questo canto a quello del Barzhaz Breizh intitolato, in francese, Les Ligueurs. Ora, però, lo stesso Gourvil afferma che, come di consueto presso il grande falsificatore del “Barzhaz”, tale canto era stato composto di sana pianta da La Villemarqué “per dotare la sua raccolta di un canto sulla Lega e alle guerre di religione”. In pratica, La Villemarqué avrebbe preso il “Canto dei due giovani coscritti” servendosene per comporre Les Ligueurs (in particolare, le strofe 5,6,7 e 10, che mostrano dei giovani che dicono addio alla loro chiesa, agli stendardi e alle campane del loro villaggio). Sulla base delle medesime strofe, si potrebbe stabilire un parallelo anche tra questo canto e Le Baron Jauioz, dello stesso Barzhaz. Però, sempre secondo Gourvil, tali parallelismi non reggono molto alla prova della storia. Il canto dei due giovani e assai devoti coscritti che devono andare alla guerra è, con tutta probabilità, assai più tardo. Le ultime due strofe, dove si parla d'andare a fare la guerra in un posto “dove non ci sono preti”, lascia supporre un riferimento alla guerra di conquista coloniale dell'Algeria (1830/1840) e sarebbe quindi contemporaneo del Kanaouenn soudard. [RV]