In Germany before the war
There was a man who owned a store
In nineteen hundred thirty-four
In Düsseldorf
And every night at five-o-nine
He’d cross the park down to the Rhine
And he’d sit there by the shore
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
Thinking of the sea
Thinking of the sea
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
A little girl has lost her way
With hair of gold and eyes of gray
Reflected in his glasses
As he watches her
A little girl has lost her way
With hair of gold and eyes of gray
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
Thinking of the sea
Thinking of the sea
We lie beneath the autumn sky
My little golden girl and I
And she lies very still
There was a man who owned a store
In nineteen hundred thirty-four
In Düsseldorf
And every night at five-o-nine
He’d cross the park down to the Rhine
And he’d sit there by the shore
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
Thinking of the sea
Thinking of the sea
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
A little girl has lost her way
With hair of gold and eyes of gray
Reflected in his glasses
As he watches her
A little girl has lost her way
With hair of gold and eyes of gray
I’m looking at the river
But I’m thinking of the sea
Thinking of the sea
Thinking of the sea
We lie beneath the autumn sky
My little golden girl and I
And she lies very still
envoyé par Bernart Bartleby - 22/12/2015 - 11:26
Langue: italien
Versione italiana di Flavio Poltronieri
IN GERMANIA PRIMA DELLA GUERRA
In Germania prima della guerra
c'era un uomo che possedeva un magazzino
nel 1934
a Dusseldorf
e ogni notte alle nove
attraversava il parco verso il Reno
e si sedeva là sulla riva
Guardo il fiume
ma penso al mare
penso al mare
guardo il fiume
ma penso al mare
Una ragazzina ha perso la strada
con capelli d'oro e occhi grigi
riflessi nei suoi occhiali
mentre lui la guardava
una ragazzina ha perso la strada
con capelli d'oro e occhi grigi
Guardo il fiume
ma penso al mare
penso al mare
guardo il fiume
ma penso al mare
Stiamo distesi insieme sotto il cielo d'autunno
la mia ragazzina dorata ed io
e lei è tanto quieta
In Germania prima della guerra
c'era un uomo che possedeva un magazzino
nel 1934
a Dusseldorf
e ogni notte alle nove
attraversava il parco verso il Reno
e si sedeva là sulla riva
Guardo il fiume
ma penso al mare
penso al mare
guardo il fiume
ma penso al mare
Una ragazzina ha perso la strada
con capelli d'oro e occhi grigi
riflessi nei suoi occhiali
mentre lui la guardava
una ragazzina ha perso la strada
con capelli d'oro e occhi grigi
Guardo il fiume
ma penso al mare
penso al mare
guardo il fiume
ma penso al mare
Stiamo distesi insieme sotto il cielo d'autunno
la mia ragazzina dorata ed io
e lei è tanto quieta
Avevo inviato parecchio tempo fa, sull'onda di una emozione, le traduzioni di due canzoni di Randy Newman (che reputo veramente toccanti nell'interpretazione live voce/chitarra di Freddie White nel tour del 1978 come appaiono sul disco Mulligan dove le avevo all'epoca scoperte)(l'altra è "God's song") e in seguito a questo c'era stato un interesssante scambio di opinioni con Lorenzo a riguardo "In Germany". Non so se si tratti di una murder ballad...quello che ho sempre provato all'ascolto di questa canzone è un plumbeo senso di oppressione e anche due persone lontane per età e sconosciute le une alle altre, ma vicine casualmente appartenendo ad un medesimo luogo, sarebbero potute rimanere vicine per sempre a causa di questo inellutabile evento umano che stava per accadere, la follia nazista avrebbe deciso il destino anche dei due protagonisti del testo. Non mi sono spinto oltre e per questo l'ho ritenuta assolutamente una antiwar song...
Flavio Poltronieri - 23/12/2015 - 16:53
Ragazzi, questa è al 100 per cento una murder ballad. E' ispirata a Peter Kuerten (il "vampiro di Dusseldorf", che ispirò appunto il film di Fritz Lang). La canzone mantiene una certa ambiguità. E questa ambiguità è voluta dallo stesso Newman che nelle strofe usa la terza persona (e quel narratore è lui stesso, perchè no...), mentre nel ritornello usa la prima persona (e qui il narratore è l'assassino, non Newman). L'ambiguità è rotta dall'ultima strofa dove il narratore/Newman si fa da parte, sostituito dall'assassino Kuerten che ha compiuto il suo delitto. L' Ultima strofa francamente non è tradotta perfettamente. Meglio così:
Più chiaro, di così si muore. Non c'è niente di politico. Non c'è alcun riferimento a quel periodo di transizione tra la Repubblica di Weimar e il nazismo (anche se l'accompagnamento musicale è così efficacemente cinematico, da trasportarti letteralmente in quell'epoca). C'è solo il solito straordinario Randy Newman che scava con chirurgico distacco nella psiche di varie tipologie di personaggi attraverso i trucchetti narrativi a cui alludevo sopra.
"Siamo distesi sotto il cielo d'autunno
la mia ragazzina dorata e io
e lei giace davvero immobile".
la mia ragazzina dorata e io
e lei giace davvero immobile".
Più chiaro, di così si muore. Non c'è niente di politico. Non c'è alcun riferimento a quel periodo di transizione tra la Repubblica di Weimar e il nazismo (anche se l'accompagnamento musicale è così efficacemente cinematico, da trasportarti letteralmente in quell'epoca). C'è solo il solito straordinario Randy Newman che scava con chirurgico distacco nella psiche di varie tipologie di personaggi attraverso i trucchetti narrativi a cui alludevo sopra.
Michele De Candia - 27/7/2020 - 18:09
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Parole e musica di Randy Newman
Nell’album intitolato “Little Criminals”
Interpretata anche da Marianne Faithfull nell'album di cover "Easy Come, Easy Go" del 2008
Una canzone ispirata allo splendido film espressionista “M - Eine Stadt sucht einen Mörder“ (“M – Il mostro di Düsseldorf”) diretto nel 1931 dal regista tedesco Fritz Lang, con l’inquietante Peter Lorre nella parte di Hans Beckert, un pedofilo sadico che adesca e uccide bambine. Dove però il mostro si rivela il più fragile ed il più umano in una società putrescente e violenta che è quella tedesca uscita a pezzi dalla Grande Guerra e avviata vero la follia del nazismo. E infatti “l’assassino è tra noi”, di cui al titolo originale, a partire dalla sinistra filastrocca intonata da bambini con cui il film si apre: “Scappa, scappa monellaccio, sennò viene l'uomo nero, col suo lungo coltellaccio, per tagliare a pezzettini... proprio te!” Il regista Michael Haneke doveva aver ben presente “M” quando concepì il suo “Das weiße Band - Eine deutsche Kindergeschichte” (“Il nastro bianco”), splendido film del 2009 che, a mio avviso, è in qualche modo una reinterpretazione del film di Lang e della sua allegoria del “come si diventa nazisti”.
E pensare che l’ironica, sottile, spietata e cruda analisi che Lang fece della società tedesca di quegli anni – la stessa che peraltro fecero altri autori suoi contemporanei, come Brecht e Tucholsky – non fu affatto compresa dai nazisti, che prima avversarono “M” e poi invece si allinearono all’entusiasmo il ministro della propaganda Joseph Goebbels, lui sì un vero mostro, che considerava Lang un maestro, arrivando ad offrirgli di dirigere l’industria cinematografica nazional-socialista. E il maestro si finse compiaciuto ma poi partì di corsa per gli USA, subito dopo aver assestato un altro durissimo colpo al nazismo ormai imperante con “Das Testament des Dr. Mabuse” del 1933…
Credo che Randy Newman abbia magistralmente trasposto in questi pochi versi - con modalità altrettanto espressionista ed evocativa, anche se non ovviamente con la stessa complessità - il film di Lang e la sua descrizione della Germania di Weimar avviata verso il suo baratro.