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Migrants

Nicola Sergio
Lingua: Strumentale


Nicola Sergio

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(2015)
Migrants

“Essendo io stesso un emigrato del sud Italia – terra di immigrazione – ho sempre sentito il bisogno di dedicare una composizione a questa grande “famiglia” alla quale mi sento appartenere: i migranti del mondo intero. Ma in questo caso sono andato anche oltre, dedicando loro un intero album che ho scritto in un particolare stato d’animo. Per comporre i dieci pezzi, mi sono ispirato a storie personalmente vissute, a documenti scritti, film, giornali, ma soprattutto ad incontri che ho avuto con altri migranti, testimoni privilegiati di storie di una grande ricchezza umana. Tutto ciò ha rappresentato per me una fonte incredibile di ispirazione. In Nowhereland il migrante si ritrova solo e disorientato su una nave insieme a molti altri, per raggiungere un nuovo Paese, una nuova terra che conosce solo attraverso le cartoline o la televisione, una nuova terra che, il più delle volte, non lo accetta. Non è la terra in cui é nato, ma quella in cui dovrà adattarsi per vivere e costruire un futuro. Ryork evoca l’atmosfera della prima generazione di emigrati italiani in America, senza soldi, ma con una valigia piena di sogni. E’ la storia di un uomo napoletano che vuole emigrare a New York, ma che si imbarca sulla nave sbagliata e si ritrova a Rio de Janeiro! Nonostante l’errore, inizia a vivere ed amare la città. Lì si stabilisce e fonda la propria famiglia. Rain in my lunchbox racconta la storia di un operaio di Londra che, durante la pausa presso il cantiere nel quale lavora, scopre il contenuto della sua “scatola” da pranzo: nient’altro che acqua piovana!

Ho cercato di trasfigurare tutto questo mondo così sofferente e poetico attraverso la mia estetica personale, ponendo sempre l’improvvisazione al centro dei brani. Per scrivere i temi mi sono ispirato a volte al jazz, a volte alla musica classica o al repertorio cinematografico, senza impormi a priori delle barriere stilistiche. Perché la musica è, a mio parere, molto simile al processo migratorio: è spesso il risultato di un processo di incontro e di dialogo tra culture diverse; estetiche anche diverse possono dunque coesistere e provocare un arricchimento reciproco, creando in perpetuo nuovi stili, nuove culture, nuove migrazioni”. Nicola Sergio
(instr.)

13/12/2015 - 23:24




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