Plesali so po para dva,
jim godla godca stara dva.
In pili vino ”Orvieto”
in peli pesem ”Rigoletto”.
Od zadaj resen mož je stal
in gledal, kakor bi se bal.
”Kako ste živi, krasni pari,
nebo vam rožno zdravje vari!”
Pa rekli so mu pivci vsi:
“Še vi bi, očka, plesat šli!”
”No! Saj bi šel, a noga leva
nič prav se tal mi ne zadeva.
Lesena je – a pravo vzel
na vojski mi je bridki strel.
A včasih jaz sem plesal fino,
prošila mati: Nehaj, Nino!
Z nogo sem pahnil jo pred se –
sedaj ni majke, ne noge…
A daj mi vina, dekle vitko,
da potopim si misel bridko!”
In pil je in odhajal je
in pes za njim zalajal je.
jim godla godca stara dva.
In pili vino ”Orvieto”
in peli pesem ”Rigoletto”.
Od zadaj resen mož je stal
in gledal, kakor bi se bal.
”Kako ste živi, krasni pari,
nebo vam rožno zdravje vari!”
Pa rekli so mu pivci vsi:
“Še vi bi, očka, plesat šli!”
”No! Saj bi šel, a noga leva
nič prav se tal mi ne zadeva.
Lesena je – a pravo vzel
na vojski mi je bridki strel.
A včasih jaz sem plesal fino,
prošila mati: Nehaj, Nino!
Z nogo sem pahnil jo pred se –
sedaj ni majke, ne noge…
A daj mi vina, dekle vitko,
da potopim si misel bridko!”
In pil je in odhajal je
in pes za njim zalajal je.
inviata da Riccardo Venturi - 27/12/2006 - 14:32
Lingua: Italiano
Versione italiana, tratta anch'essa dalla "Grammatica della lingua slovena" di Anton Kacin, nella "Chiave agli esercizi", p. 272.
IN UN'OSTERIA DEI SOBBORGHI
Ballavano a due coppie,
suonavano loro, due vecchi musicanti
E bevevano vino "Orvieto",
e cantavano la canzone "Rigoletto"
Di dietro stava un uomo serio
e guardava come se avesse paura.
"Come siete vivaci, belle coppie,
il cielo vi conservi la salute!"
E tutti i bevitori gli dissero:
"Vada a ballare anche lei, babbo!"
"Beh, certo, ci andrei, ma il piede sinistro
tocca poco bene il pavimento.
È di legno -quello vero, però,
me l'ha tolto in guerra uno sparo crudele.
Ma un tempo io ballavo mirabilmente;
la mamma pregava: 'Smettila, Nino!'
Col piede l'ho spinta davanti a me,
ora non c'è più la mamma, né il piede.
Ma dammi del vino, snella fanciulla,
perché io affoghi il pensiero amaro!"
E beveva, e se ne andava,
e il cane dietro gli abbaiava.
Ballavano a due coppie,
suonavano loro, due vecchi musicanti
E bevevano vino "Orvieto",
e cantavano la canzone "Rigoletto"
Di dietro stava un uomo serio
e guardava come se avesse paura.
"Come siete vivaci, belle coppie,
il cielo vi conservi la salute!"
E tutti i bevitori gli dissero:
"Vada a ballare anche lei, babbo!"
"Beh, certo, ci andrei, ma il piede sinistro
tocca poco bene il pavimento.
È di legno -quello vero, però,
me l'ha tolto in guerra uno sparo crudele.
Ma un tempo io ballavo mirabilmente;
la mamma pregava: 'Smettila, Nino!'
Col piede l'ho spinta davanti a me,
ora non c'è più la mamma, né il piede.
Ma dammi del vino, snella fanciulla,
perché io affoghi il pensiero amaro!"
E beveva, e se ne andava,
e il cane dietro gli abbaiava.
inviata da Riccardo Venturi - 27/12/2006 - 14:53
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Poesia di Silvin Sardenko
Poi cantata sull'aria di varie canzoni popolari slovene