Asunna danzava intorno a me
col suo perfetto spirito più gelido di un re
Asunna tra le paludi fonde
già preparava trappole per agonie profonde
Pensò di ridere per non parlare
ma già avanzava viscido l'esercito del male
pensò di piangere per non soffrire
ma c'erano bambini che chiedevan di morire
Asunna tra l'agonia dei campi
parlava di un linguaggio disuso ai più ed ai tanti
le sabbie danzavano nel vento
di un gelido coraggio che sapeva di lamento
provò a dipingere due pie illusioni
ma respirava il canto il canto dei cannoni
cercò di emettere un sussurro di amore
ma c'era il ghiaccio eterno a uccidere ogni sole
Asunna capì solo in ritardo
che l'unica vendetta fosse il cielo più codardo
e visse capelli accesi al sole
per essere diversa in un mondo di colore
ed impugnò quell'arma ormai lasciata
da miseri antenati quell'arma senza spada
e ritovò quella bandiera brancolante al vento
quando incominciò a crollare ogni mondo di cemento
Asunna trovò infine la vita che già si ribellava
ed impugnava il mitra
Assuna sparò trecento volte provando
ad ingannare il freddo della morte
e respirò l'aria di un mesto aprile
e forse chinò il capo il capo prima di morire
e sussurrò i nomi dei suoi passati
e cadde al suolo stanca tra le grida ed i latrati
Asunna si ritrovò nel tempo
e visse in ogni donna in ogni suo lamento
e vide strani mondi liberati
dove coscienze libere abolivano gli stati
e scomparì dentro la sabbia lieve
portandosi nel cuore di libertà la sete
e perse le ultime morenti note
nel canto di un uccello che svaniva a poco a poco.
col suo perfetto spirito più gelido di un re
Asunna tra le paludi fonde
già preparava trappole per agonie profonde
Pensò di ridere per non parlare
ma già avanzava viscido l'esercito del male
pensò di piangere per non soffrire
ma c'erano bambini che chiedevan di morire
Asunna tra l'agonia dei campi
parlava di un linguaggio disuso ai più ed ai tanti
le sabbie danzavano nel vento
di un gelido coraggio che sapeva di lamento
provò a dipingere due pie illusioni
ma respirava il canto il canto dei cannoni
cercò di emettere un sussurro di amore
ma c'era il ghiaccio eterno a uccidere ogni sole
Asunna capì solo in ritardo
che l'unica vendetta fosse il cielo più codardo
e visse capelli accesi al sole
per essere diversa in un mondo di colore
ed impugnò quell'arma ormai lasciata
da miseri antenati quell'arma senza spada
e ritovò quella bandiera brancolante al vento
quando incominciò a crollare ogni mondo di cemento
Asunna trovò infine la vita che già si ribellava
ed impugnava il mitra
Assuna sparò trecento volte provando
ad ingannare il freddo della morte
e respirò l'aria di un mesto aprile
e forse chinò il capo il capo prima di morire
e sussurrò i nomi dei suoi passati
e cadde al suolo stanca tra le grida ed i latrati
Asunna si ritrovò nel tempo
e visse in ogni donna in ogni suo lamento
e vide strani mondi liberati
dove coscienze libere abolivano gli stati
e scomparì dentro la sabbia lieve
portandosi nel cuore di libertà la sete
e perse le ultime morenti note
nel canto di un uccello che svaniva a poco a poco.
Contributed by adriana - 2006/12/20 - 10:18
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"Il nome riprende quello della dea poliade dell'antica città mesopotamica di Uruk, ma la scena si svolge poi durante l'ultima guerra in Irak"