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The Southern Contraband

Michael B. Leavitt
Language: English



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[1865]
Canzone ballabile di Michael B. Leavitt, che ne scrisse le parole e la musica, arrangiata poi da tal Frank Wilder.
Michael B. Leavitt (1843–1935) era all’epoca ai suoi esordi nel mondo dello spettacolo, come cantante in “blackface minstrel show”, spettacoli di varietà in cui il cantante si esibiva truccato da negro, e in rassegne d’intrattenimento per le truppe. Leavitt sarebbe poi diventato uno dei più grandi impresari teatrali americani di fine 800.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”



Una canzone che non parla soltanto nel grosso tributo di sangue versato dagli afroamericani durante la Guerra Civile – di fatto contribuirono da se stessi alla propria liberazione – ma che già lascia intendere, soprattutto nell’ultima strofa, che la nuova società americana, nata da una feroce guerra fratricida, non sarebbe stata, come nelle altisonanti enunciazioni, di liberi e di eguali ma fortemente segregata, e non solo e non tanto sul piano della razza ma su quello di classe… Anche in quella guerra crudele - che nel 1865 si stava finalmente concludendo ma che avrebbe avuto pesanti e duraturi strascichi – come in tutte le guerre, erano i poveri a finire vittime della coscrizione, a morire come mosche sui campi di battaglia (sono citati quello di Antietam e quello di Bull Run, tra i più sanguinosi scontri dell’intero conflitto), bianchi e neri, yankee o dixies o contraband che fossero, mentre i ricchi – quasi sempre bianchi – “laughed skedaddled and said it was no go!”, si guardavano bene dall’andare a crepare in guerra e se la davano a gambe sghignazzando…

Ma “now dis cruel war is over, hang up the knapsack and lay down the gun”
Ma per fortuna la guerra è finita – almeno per ora – quindi posa lo zaino, getta il fucile e andiamocene a casa (chi ne ha una…).



“Contraband” oggi non significa altro che “contrabbando” ma all’epoca erano chiamati “contrabands” gli schiavi afroamericani fuggiaschi che ancora non erano stati dichiarati liberi o che si univano alle truppe dell’Unione. “Contraband” significava quindi che quel negro non era più schiavo ma nemmeno ancora libero. I contrabands si raccoglievano in campi quasi sempre posti nelle vicinanze di un accampamento militare o di un fortino nordista, ma vivevano in completa separazione dai bianchi, anche se da questi assistiti.



Molti contrabands chiesero ed ottennero (o fu loro imposto, o non avevano molte alternative…) di combattere nelle fila dell’Unione, ma i vertici militari non consentirono la creazione di unità miste: i contrabands furono destinati ai reggimenti delle United States Colored Troops, dove già erano integrati americani di origine asiatica, o delle isole del Pacifico, o indigeni nativi. Unità militari come i cosiddetti Buffalo Soldiers – i pellenera che dopo la Guerra Civile vennero mandati ad ammazzare i pellerossa - erano interamente costituite da schiavi fuggiaschi ma “di contrabbando”, non liberi e finalmente… segregati!



Il più grande campo di concentramento di negri fuggiaschi era il Grand Contraband Camp nei pressi di Hampton, in Virginia, chiamato dai suoi ospiti “Slabtown” (sinonimo di slum, letteralmente agglomerato di baracche di lamiera). Ma verso la fine della guerra i campi dei contrabands negli Stati ribelli sconfitti dall’Unione erano un centinaio, compresa la famosa “Freedman's Colony” di Roanoke Island, North Carolina, fondata dall’esercito dopo aver conquistato e requisito un forte sudista, dove oltre 3.500 contrabands vissero in modo quasi del tutto autosufficiente per qualche anno. Alcune centinaia di loro non se ne andarono mai e lì vivono ancora i loro discendenti.
O I’se a Southern nigger
All the way from Tennessee,
I love the good old Union
Since my massa set me free,
I’se trab’led all the way
But made it rather slow,
I’ll just get up and dance awhile,
I’se chain-light’ning on the toe.

O now the war is over,
I’m gwine to have some fun,
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Hang up the knapsack
And lay down the gun.

Dis cruel war is over,
I’ll tell you how ’twas done,
We whipped them at Antietam,
If we didn’t at Bull Run!
Now they better hold their hush
Case Jeff is Hoop’d at last,
The yankee boys they fetched him,
And I guess they’ll hold him fast!

O now the war is over,
I’m gwine to have some fun,
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Hang up the knapsack
And lay down the gun.

The poor man fell a victim
To de draft as you do know,
De rich man laughed skedaddled;
And said it was no go!
But now dis war am over,
Again I’ll happy be,
Among the fields of yellow corn
In good old Tennessee.

O now the war is over,
I’m gwine to have some fun,
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Now the war is over,
I’m gwine to have some fun.
Hang up the knapsack
And lay down the gun.

Contributed by Bernart Bartleby - 2015/8/28 - 13:59




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