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Я входил вместо дикого зверя

Iosif Aleksandrovič Brodskij / Иосиф Алексaндрович Бродский
Language: Russian


Iosif Aleksandrovič Brodskij / Иосиф Алексaндрович Бродский

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Ja vxodił vmesto dikogo zverja
24 maggio 1980
24 мая 1980
May 24, 1980

Parole di Iosif Aleksandrovič Brodskij
Dal sito Brodsky Poetry

https://img-fotki.yandex.ru/get/9514/3...
Я входил вместо дикого зверя в клетку,
выжигал свой срок и кликуху гвоздем в бараке,
жил у моря, играл в рулетку,
обедал черт знает с кем во фраке.
С высоты ледника я озирал полмира,
трижды тонул, дважды бывал распорот.
Бросил страну, что меня вскормила.
Из забывших меня можно составить город.
Я слонялся в степях, помнящих вопли гунна,
надевал на себя что сызнова входит в моду,
сеял рожь, покрывал черной толью гумна
и не пил только сухую воду.
Я впустил в свои сны вороненый зрачок конвоя,
жрал хлеб изгнанья, не оставляя корок.
Позволял своим связкам все звуки, помимо воя;
перешел на шепот. Теперь мне сорок.
Что сказать мне о жизни? Что оказалась длинной.
Только с горем я чувствую солидарность.
Но пока мне рот не забили глиной,
из него раздаваться будет лишь благодарность.

Contributed by Krzysztof Wrona - 2015/8/22 - 22:32




Language: English

Translated by the author.
Tradotta dall'autore.
From/Da questa pagina
MAY 24, 1980

I have braved, for want of wild beasts, steel cages,
carved my term and nickname on bunks and rafters,
lived by the sea, flashed aces in an oasis,
dined with the-devil-knows-whom, in tails, on truffles.
From the height of a glacier I beheld half a world, the earthly
width. Twice have drowned, thrice let knives rake my nitty-gritty.
Quit the country that bore and nursed me.
Those who forgot me would make a city.
I have waded the steppes that saw yelling Huns in saddles,
worn the clothes nowadays back in fashion in every quarter,
planted rye, tarred the roofs of pigsties and stables,
guzzled everything save dry water.
I’ve admitted the sentries’ third eye into my wet and foul
dreams. Munched the bread of exile; it’s stale and warty.
Granted my lungs all sounds except the howl;
switched to a whisper. Now I am forty.
What should I say about my life? That it’s long and abhors transparence.
Broken eggs make me grieve; the omelet, though, makes me vomit.
Yet until brown clay has been rammed down my larynx,
only gratitude will be gushing from it.

Contributed by Krzysztof Wrona - 2015/8/30 - 11:32




Language: Italian

Traduzione italiana di Krzysztof Wrona
23 agosto 2015

Incoraggiato da Marco Valdo (che se la fa con Bertolt Brecht) ho fatto qualcosa che vorrebbe somigliare a una traduzione letteraria. Non è un tentativo, è un gesto sacrilego, lo so, ma che sia così. In ogni caso le poesie di Brodski sono state già tradotte in italiano da Giovanni Buttafava e Arturo Cattaneo, per citare solo questi due nomi. Prendere o lasciare. In più ho scoperto nel tardo pomeriggio che oggi è un'altra di queste giornate di qualche cosa molto importante, sarebbe la Giornate delle vittime dei regimi totalitari. Mi dovete credere, giuro, non lo sapevo! Ho cominciato ha tradurre a mezzogiorno :)
RIMPIAZZAVO LA BELVA

Rimpiazzavo la belva nella stretta gabbia,
Marchiavo con il nome mio e la condanna della baracca la parete di sera,
Giocavo alla roulette, dove il mare bacia la sabbia
Pranzavo con uno in frac e solo il diavolo lo sa chi era.
Dalla vetta di un ghiacciaio ammiravo il mondo polare,
Annegavo tre volte e due i dottori mi hanno squartato,
Ho mollato il paese natio, che comunque mi ha fatto mangiare,
Quelli che si sono scordati di me una città avrebbero fondato.
Girovagavo la steppa che le urla degli Unni conserva,
Alla moda vestivo gli stracci di zecca nuovi,
Seminavo segale, con la guaina nera coprivo i granai di riserva
E non ho bevuto solo l’acqua secca degli estintori.
I miei sogni ha riuscito penetrare del secondino lo sguardo ossidato,
Ingoiavo il pane dell’esilio non tralasciando una mollicina,
Permettevo alle mie corde vocali ogni suono, ma ho escluso ululato,
Infine ho passato al sussurro. Oggi sto sulla quarantina.
Che cosa posso dire della vita? Forse ch’è una cosa un po’ lunga,
E che nel dolore solo ho provato la fratellanza,
Ma finché una zolla di creta da tappo non mi funga
Dalla bocca mia la gratitudine risuonerà ad oltranza.

Contributed by Krzysztof Wrona - 2015/8/23 - 23:12




Language: Polish

Traduzione letteraria di Stanisław Barańczak
da sfera.umk.pl

Musicata e cantata da Mirosław Czyżykiewicz dall'album AVE (1999)
AVE

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(ZASTĘPOWAŁEM W KLATCE...)

Zastępowałem w klatce dzikie zwierzę,
wypalałem swój wyrok i ksywę gwoździem na ścianie baraku,
grałem w ruletkę, plażowałem na Riwierze,
jadłem obiad z diabli wiedzą kim we fraku,
z wysokości lodowca świat oglądałem polarny,
trzykroć tonąłem, dwakroć mnie skalpel chlastał,
rzuciłem kraj, który mnie wykarmił…
Z tych, co mnie zapomnieli, złożyłoby się miasto.
Włóczyłem się po stepach, gdzie wrzask Hunów brzmi jeszcze w wichrze,
przywdziewałem ubrania pod dyktando kolejnej mody,
siałem żyto, kryłem papą smołową spichrze,
piłem każdy płyn z wyjątkiem suchej wody.
W sny moje wbiła się straży oksydowana źrenica,
chleb wygnania żarłem ze skórką, oczyszczając z okruchów blat;
przyzwalałem strunom głosowym na wszystkie dźwięki prócz wycia —
w końcu przeszedłem na szept. Dziś mam czterdzieści lat.
Co mogę powiedzieć o życiu? Że rzecz to w sumie dość długa.
Tylko nieszczęście budzi we mnie zrozumienie,
ale dopóki ust mi nie zatka gliniana gruda,
będzie się z nich dobywać tylko dziękczynienie.

Contributed by Krzysztof Wrona - 2015/8/22 - 22:40


Una testimonianza dell'interrogatorio subito da Josif Brodski nel 1964 da L'ombra delle parole

Nel 1964 viene arrestato. Durante il breve interrogatorio di Brodskij in udienza divenne famoso grazie agli appunti della Vigdorova, i quali insieme all’interrogatorio della seconda udienza (finché il giudice non le ordinò categoricamente di smettere di prendere appunti) furono esportati di contrabbando e stampati su parecchi giornali in Occidente: in tal modo il processo di Brodskij diventò una internazionale cause célèbre. Se ne cita qui un passo:

GIUDICE: Di che cosa si occupa?
BRODSKIJ: Scrivo poesia. Traduco. Suppongo…
GIUDICE: Niente “suppongo”. Si alzi dritto in piedi! Non si appoggi alla parete! Guardi la corte! Risponda alla corte correttamente! (A me): La smetta di prendere appunti immediatamente, o la dovrò espellere dalla sala! (A Brodskij): Ha un lavoro fisso?
BRODSKIJ: Pensavo che fosse un lavoro fisso.
GIUDICE: Risponda precisamente!
BRODSKIJ: Scrivevo poesia. E pensavo che fosse stata stampata. Suppongo…
GIUDICE: Non siamo interessati in quello che “suppone”. Risponda per quale ragione non ha lavorato.
BRODSKIJ: Ho lavorato. Ho scritto poesia.
[…]
GIUDICE: Per quanto tempo ha lavorato?
BRODSKIJ: Approssimativamente…
GIUDICE: Non siamo interessati all’approssimativamente!”
BRODSKIJ: Cinque anni.
GIUDICE: Dove ha lavorato?
BRODSKIJ: In una fabbrica. Con un gruppo geologico…
GIUDICE: Quanto tempo ha lavorato nella fabbrica?
BRODSKIJ :Un anno.
GIUDICE: Facendo che cosa?
BRODSKIJ: Ero fresatore.
[…]
GIUDICE: Ma in genere quale è la sua specialità?
BRODSKIJ: Sono un poeta, un poeta-traduttore.
GIUDICE: E chi le ha detto che lei è un poeta? Chi l’ha incluso nell’ordine dei poeti?
BRODSKIJ: Nessuno. (Non sollecitato) E chi mi ha incluso nell’ordine della razza umana?
GIUDICE: Lo ha studiato?
BRODSKIJ: Che cosa?
GIUDICE: Essere un poeta? Non ha finito la scuola dove preparano… dove insegnano…
BRODSKIJ: Penso che non si può ottenere dalla scuola.
GIUDICE: Come allora?
BRODSKIJ: Penso che… (disorientato) venga da Dio…
GIUDICE: Аvete richieste?
BRODSKIJ: Vorrei sapere perché mi hanno arrestato
GIUDICE: Questa è una domanda non una richiesta
BRODSKIJ: Allora non ho richieste

Il tribunale deliberò che Brodskij fosse sottoposto ad un esame giudiziario psichiatrico per determinare se soffrisse di qualche malattia psicologica e se questa malattia non permettesse di mandarlo in esilio ai lavori forzati. Fu invece rifiutata la richiesta del difensore di scarcerare Brodskij fino alla ripresa del processo.

Krzysztof Wrona - 2015/8/23 - 13:30


Veramente il comunismo è morto in queste cose.

L.L. - 2015/8/24 - 08:55


Credo che il comunismo in Russia nacque già morto. Ti sei posto mai la domanda, Leonardo, come mai nel 1919 subito dopo la prima grande guerra, i polacchi con tutte le sue tradizioni rivoluzionarie, indipendentiste e libertarie, e con un forte movimento socialista operaio presente sul territorio, si sono comunque mobilitati in massa per diffendersi dall'invasione russa. Vedi, io, da polacco che sono, ogni tanto me la devo porgere. Brodski lo sottolineava sempre che tutto sommato ha avuto più culo degli altri a uscirne fuori sano e salvo.
Un saluto caloroso.

Krzysiek - 2015/8/26 - 23:38


A tutti i ammiratori delle diverse armate rosse...

Krzysiek - 2016/5/8 - 04:10




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