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Tres Versos Para una Historia

Illapu
Lingua: Spagnolo


Illapu

Lista delle versioni e commenti


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Arrurú la faena [Mamita obrera]
(Illapu)
Vuelvo para vivir
(Illapu)
Aunque los pasos toquen
(Illapu)


Dall'album "Vuelvo Amor… Vuelvo Vida", 1992

Testo e commento trovati sul Blog "Esta canción no dice nada"

illapu"Para el mundo la dictadura de Pinochet destaca por sobre otros gobiernos totalitarios, no porque se trataba de un régimen Fascista, sino que además de eso se crearon organismos de Estado que apuntaban al extinción de la ideología Marxista, mediante métodos como la tortura y el exterminio de quienes tenían un pensamiento orientado hacia la izquierda.
No conforme con ello los servicios de inteligencia de las Fuerzas Armadas de Chile persiguieron, torturaron, encarcelaron, exoneraron, desterraron, asesinaron y desaparecieron a todo aquel que se opusiera a la dictadura.
[...]
El grupo Illapu con “Tres Versos para una Historia”, consistente en tres textos unidos en una sola canción, es quizá el más crudo de todos los testimonios musicales de esa época oscura, ya que refleja el vivo dolor de aquellos que tuvieron que crecer con un padre, una madre, un hermano un esposo o esposa ausentes y que en mucho tiempo no supieron qué pasó con ellos."
I. La Historia de Manuel.
(Andrés Márquez)

Aquí vivía un hombre ayer
Hoy vive sólo su hijo Manuel
Busca a su padre quiere saber
Adónde puede su llanto arder.
Tenía cinco años el día aquel
Su madre dijo de viaje fue
Nada ha cambiado del cuarto aquél
Sobre la cama yace un clavel.
A cada noche y amanecer
Corre hasta su cuarto buscándole
Su madre dice hijo Manuel
Tal vez mañana, tengamos fe.
Creció soñando el día ver
El de su cuento de anochecer
Su madre entonces dijo Manuel
Sólo lo cierto lo ha de traer.

II. Hasta Siempre Amor.
(Osvaldo Torres)

Desde esta celda donde el odio ha confinado
la sonrisa, amada mía
yo me desangro en la ausencia de tus manos
y me duermo, con tu Universo
que es fuerza y vida en la esperanza de los hijos
que quedaron
Pero si muero en la desdicha de no verte más
Levántate, recógeme
No ha sido en vano el sacrificio de la carne
Levántate, recógeme
No ha sido en vano el sacrificio de la carne
Hasta siempre amor
Hasta siempre.

III. Soy Parte de Esta Historia.
(Roberto Márquez y Patricio Valdivia)

Usted me busca
Y no me encuentra
Pero yo estoy aquí
Soy como usted
No he desaparecido
Yo soy reflejo vivo
Escucho trenes de prisa
Y gritos de vendedores
Usted me busca
Y no me encuentra
Pero yo estoy aquí
Jamás me fui
Juan terminó la escuela
Y aunque muy tarde sea
Irá buscando la verdad
Usted y él, me encontrarán

Ves yo estoy aquí
Donde jamás me fui
Estoy aquí
Y a veces canto
Te puedo ver sola bailando.
Para que nadie pierda la memoria
Porque soy parte de esta historia
Están mis hijos, mi mañana Mi mañana, mi mañana.

inviata da Maria Cristina Costantini - 15/8/2015 - 23:01


Una curiosità:
Nel 1975 acquistai il loro disco appena uscito in edizione italiana dal titolo semplice "Musica Andina" ("I Dischi dello Zodiaco") nel quale ufficialmente stava scritto che ILLAPU significa "Ricoperto di Neve".
Nel loro sito in italiano ora si legge invece: Gli “Illapu” sono un gruppo Cileno di musica folklorica di radice andina il cui nome in lingua quechua (“relampago” in spagnolo e “lampo” in italiano) deriva da “Apu Illapu”, divinità dei tuoni, dei lampi e della pioggia nelle civiltà precolombiane dell’attuale America latina.
Forse Maria Cristina può essere precisa sul significato reale?

Flavio Poltronieri - 16/8/2015 - 09:12


Ciao Flavio,
non sono un'esperta di lingue andine, anche se a suo tempo ho studiato qualcosina di quechua, ma credo che la traduzione del disco italiano sia sbagliata, visto che molte fonti, tra cui il sito ufficiale del gruppo, riportano "rayo", "relámpago", e cioè "fulmine".
Il dizionario online Quechua-Aymara-Español Katari.org http://www.katari.org/diccionario/dicc... riporta "illapa" in Quechua e "Illapa/illapu" in Aymara con il significato di "fulmine".
Alcuni siti -meno autorevoli- parlano anche di una divinità del fulmine e del tuono chiamata "Illapa".
"Apu" vuol dire "signore", "alto dignitario", ma se non ricordo male indica anche una persona o una entità sacra: un pazzo, una roccia, un fiume possono essere "Apu" (per esempio il nome del fiume Apurimak significa "parlante sacro" dal verbo rimay, "parlare"). Per saperne di più ci vorrebbe il mio professore di Letteratura Ispanoamericana.

Maria Cristina Costantini - 16/8/2015 - 14:23


Apu was a god or spirit of mountains. All of the important mountains have their own Apu, and some of them receive sacrifices to bring out certain aspects of their being. Some rocks and caves also are credited as having their own apu.

Apocatequil (aka Apotequil) or Illapa was the god of lightning.

Illapa ("thunder and lightning"; aka Apu Illapu, Ilyap'a, Katoylla) was a very popular weather god. His holiday was on July 25. He was said to keep the Milky Way in a jug and use it to create rain. He appeared as a man in shining clothes, carrying a club and stones. He was formerly the main god of the Kingdom of Qulla after which the Qullasuyu province of the Inca Empire was named. https://en.wikipedia.org/wiki/Inca_myt...

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Nella mitologia inca Apu Illapu (conosciuto anche come Illapa, Ilyap'a, Katoylla) era il dispensatore della pioggia e dio del tuono. Era un dio molto importante e venerato dalla gente, dato che la pioggia era fondamentale per la vita. La sua festa cadeva il 25 luglio.
Gli Inca credevano che Apu Illapu prendesse l'acqua della pioggia dalla Via lattea e la portasse fino a loro, per far piovere a volontà.

I templi di Apu Illapu solitamente erano situati in luoghi molto elevati. Quando le persone invocavano la pioggia si arrampicavano fino al tempio e celebravano un sacrificio. In periodi di grande siccità gli venivano offerti sacrifici umani.
Si riteneva inoltre che Apu Illapu agisse in accordo con Apocatequil, il dio inca della luce e dei lampi; si narrava che soprattutto in occasione di tempeste molto violente i due dei lavorassero insieme per placarle.
Apu Illapu si mostrava come un uomo rivestito di abiti scintillanti, che portava un bastone e delle pietre.
https://it.wikipedia.org/wiki/Apu_Illapu

http://41.media.tumblr.com/74de802a16f...




Era una divinidad agrícola.ra el dios del clima y uno de los dioses más populares. Su nombre significa rayos y truenos. Se creía que hacía llover desde la Vía Láctea con agua que guardaba en una jarra. En tiempos de sequía, los incas acostumbraban atar perros negros hasta que sufrieran hambre para que el dios Ilyap´a se compadeciera de ellos y enviara la lluvia. Si la sequía era muy persistente, llegaban a ofrecerle sacrificios humanos. Los incas creían que la sombra de Illapu se encontraba en la Vía Láctea, desde donde arrojaba el agua que caería en la tierra en forma de lluvia.
http://socialelizatricentenario.webnod...

http://files.socialelizatricentenario....



Potrebbe essere interessante confrontare questa divinità Inca con Uccello del tuono dei nativi nordamericani.
https://it.wikipedia.org/wiki/Uccello_...

http://static.anygator.com.s3-website-...


http://www.lettera43.it/upload/images/...


Saluti

Krzysiek - 17/8/2015 - 11:21


A proposito del concetto di Apu, volevo aggiungere che la peculiarità e la parte più interessante, a mio parere, del pensiero mitico dei popoli andini(di cui gli Incas furono, in un determinato momento storico, l'etnia dominante, la casta di potere) è la sua fortissima componente animistica: oltre che in divinità definite, come "Inti" (il Sole), il sacro può risiedere in tutte le cose: fenomeni naturali, animali, piante, fiumi, rocce e montagne; ogni cosa vive, ogni cosa è "animata".
Il grande scrittore peruviano José María Arguedas, prodotto di un peculiarissimo meticciato culturale, dichiarò in un famoso discorso che neppure il socialismo aveva ucciso in lui l'elemento magico, e che sebbene frequentasse il mondo cosiddetto civilizzato e volasse sugli aerei, niente e nessuno avrebbe potuto convincerlo che un fiume non fosse un essere vivente. Nei suoi romanzi il paesaggio, la natura, e anche gli uomini, sono descritti con una sorprendente potenza visuale e simbolica.

Maria Cristina Costantini - 17/8/2015 - 12:57


Credo che la stessa cosa valga per le convinzioni degli indiani del Nord America, con il loro Grande Spirito, di cui uccello del tuono era l'emanazione o il messaggero. Per quanto sono riuscito a scovare, sembra però, che le figure equivalenti di questo culto animista più a sud sarrebbero il Quetzal dei Maya, simbolo della bellezza e dell'amore della libertà https://it.wikipedia.org/wiki/Pharomac...

https://upload.wikimedia.org/wikipedia...

o il Coraquenque dei Incas.

A me personalmente ha colpito il fatto che sia Illapu che Thunderbird erano, per così dire, "gestori dei tuoni" nelle relative culture. Rimane curiosa comunque l'ipotesi dell'incontro tra le antiche tribù che avrebbero attraversato il Stretto di Bering per scendere poi nell'America del Nord con un enorme volatile, un certo Teratornis, estintosi incirca 10 000 anni fa https://it.wikipedia.org/wiki/Teratorn..., che potrebbe dare le origini a questo mito "rumoroso" del uccello sacro così diffuso tra i nativi nordamericani.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia...

Chissà come sono andate le cose?

Rimettiti presto in sesto.
Grazie delle traduzioni visto che mio spagnolo è molto, ma molto "intuitivo".
Hasta siempre!

Krzysiek Wrona - 17/8/2015 - 19:22




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