Herra tuomari,
Olen rauhan ja aatteen mies
Ja olen vihainen
Tuhoamisesta.
Kansani maan
öljy palaa.
Vain tämän heille sanoi kerran
Ken Saro-Wiwa.
Herra tuomari,
kuinka uskalsi avata suunsa tuo mies.
Korjatkoon luunsa.
Tuollaisista puheista
sähkötuoli
tai giljotiini.
Tämän jälkeen ei saa elää
Ken Saro-Wiwa.
Me olemme täällä kaikki historian tuomittavina.
Minä ja kollegani emme ole ainoita syytettyjä,
myös Shell on täällä tuomiolla.
Ja tehdyt rikokset rangaistaan ansionsa mukaan,
ja tehty rikos ansionsa mukaan
Herra tuomari,
kuinka uskalsi avata suunsa tuo mies.
Korjatkoon luunsa.
Tuollaisista puheista
sähkötuoli
tai giljotiini.
Tämän jälkeen ei saa elää
Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa.
Olen rauhan ja aatteen mies
Ja olen vihainen
Tuhoamisesta.
Kansani maan
öljy palaa.
Vain tämän heille sanoi kerran
Ken Saro-Wiwa.
Herra tuomari,
kuinka uskalsi avata suunsa tuo mies.
Korjatkoon luunsa.
Tuollaisista puheista
sähkötuoli
tai giljotiini.
Tämän jälkeen ei saa elää
Ken Saro-Wiwa.
Me olemme täällä kaikki historian tuomittavina.
Minä ja kollegani emme ole ainoita syytettyjä,
myös Shell on täällä tuomiolla.
Ja tehdyt rikokset rangaistaan ansionsa mukaan,
ja tehty rikos ansionsa mukaan
Herra tuomari,
kuinka uskalsi avata suunsa tuo mies.
Korjatkoon luunsa.
Tuollaisista puheista
sähkötuoli
tai giljotiini.
Tämän jälkeen ei saa elää
Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa.
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/7/15 - 11:54
Language: English
Traduzione inglese / English translation: Juha Rämö
KEN SARO-WIWA IS DEAD
Your Honor,
I'm a man of peace and conviction
and I'm angry about the
destruction.
The oil from the earth of my people
is burning.
This is what once said
Ken Saro-Wiwa.
Your Honor,
How dare this man open his mouth.
To hell with him!
What he's saying
deserves the chair
or the guillotine.
No way can he live after this
Ken Saro-Wiwa.
We are all here to be doomed by history.
I and my colleagues are not the only ones accused,
also Shell stands trial here
and the crimes committed will be duly punished,
the crime will be duly punished.
Your Honor,
How dare this man open his mouth.
To hell with him!
What he's saying
deserves the chair
or the guillotine.
No way can he live after this
Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa.
Your Honor,
I'm a man of peace and conviction
and I'm angry about the
destruction.
The oil from the earth of my people
is burning.
This is what once said
Ken Saro-Wiwa.
Your Honor,
How dare this man open his mouth.
To hell with him!
What he's saying
deserves the chair
or the guillotine.
No way can he live after this
Ken Saro-Wiwa.
We are all here to be doomed by history.
I and my colleagues are not the only ones accused,
also Shell stands trial here
and the crimes committed will be duly punished,
the crime will be duly punished.
Your Honor,
How dare this man open his mouth.
To hell with him!
What he's saying
deserves the chair
or the guillotine.
No way can he live after this
Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa,
Ken Saro-Wiwa, Ken Saro-Wiwa.
Contributed by Juha Rämö - 2015/7/15 - 16:07
NIGERIA SEMPRE IN SOFFERENZA
Gianni Sartori
Mentre si hanno ulteriori conferme in merito al programma segreto per l'eliminazione fisica dei figli dei miliziani islamisti di Boko Haram, dalla Nigeria arrivano altre notizie inquietanti.
Nella denuncia dell’agenzia Reuters (che il governo federale definiva falsa e infondata) si parlava di 10 mila aborti forzati e di migliaia di bambini uccisi per “disinfettare la società”.
Invece in questi giorni di festività natalizie (come accade sovente, sia a Natale che a Pasqua) si registrano violenze verso le comunità cristiane da parte dei pastori Fulani (o, secondo altra versione, bande di predoni).
Due episodi risultano particolarmente gravi.
Secondo l’agenzia locale Hum Angle, nella zona di Kara (Stato di Kaduna) per ben tre giorni consecutivi “diversi villaggi cristiani sono stati attaccati da allevatori Fulani armati al grido di Allahu akbar”.
Tragico bilancio: decine di abitazioni incendiate e circa una quarantina di vittime.
Si tratta di un’area già colpita pesantemente in passato da eventi simili, al punto che ormai gli sfollati (profughi interni) si contano a centinaia di migliaia.
In un altro assalto armato di cui si sarebbero resi responsabili i Fulani, stavolta nei pressi di Eha Amufu (Stato di Enegu), sono morte una decina dei persone. Qui soltanto una settimana prima, nel corso di un precedente attacco, erano rimaste uccise 25 persone (sempre appartenenti alla comunità cristiana).
Di segno diverso, la notizia che - se pur molto tardivamente - la filiale della Shell dovrà versare 15 milioni di euro come parziale risarcimento per i danni ambientali nel Delta del Niger, la principale area petrolifera del Paese.
Il contenzioso risale a circa quindici anni fa, quando alcuni contadini e pescatori dei villaggi di Goi e Oruma, sostenuti da Friends of the Earth (Ong olandese) denunciarono la Shell per aver causato, con la fuoriuscita del greggio dagli oleodotti, l’impossibilità di sopravvivere per intere comunità dedite all’agricoltura e alla pesca.
Per la Shell invece si trattava degli effetti di azioni di sabotaggio o di furti nei confronti degli oleodotti.
Di diverso parere rispetto alla Shell, la Corte d’Appello dell’Aja che nel gennaio 2021, dopo averla riconosciuta colpevole, ha condannato la multinazionale del petrolio al risarcimento. Sulla cui entità si è poi svolta una trattativa tra la Ong olandese e la Shell.
Per quanto riguarda il ruolo della Shell in Nigeria, basti ricordare l’esecuzione (per impiccagione) nel 1995 dello scrittore Ken Saro-Wiwa e di altri otto militanti del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People).
Accusata nel 1996 per il possibile coinvolgimento nella repressione, la Shell nel 2009 aveva patteggiato un risarcimento di oltre 15 milioni di dollari. Non in quanto si fosse riconosciuta colpevole, ma “per aiutare il processo di riconciliazione”. Anche in questo caso, documenti alla mano, dissentivano molte organizzazioni ecologiste e di difesa dei Diritti umani.
In base a dati recenti, da quest’anno la Nigeria avrebbe perso il suo primato continentale come produttrice di petrolio (a favore dell’Angola). Ufficialmente a causa sia dei furti di greggio, sia per i numerosi oleodotti e raffinerie clandestini sorti nell’area.
Gianni Sartori
Gianni Sartori
Mentre si hanno ulteriori conferme in merito al programma segreto per l'eliminazione fisica dei figli dei miliziani islamisti di Boko Haram, dalla Nigeria arrivano altre notizie inquietanti.
Nella denuncia dell’agenzia Reuters (che il governo federale definiva falsa e infondata) si parlava di 10 mila aborti forzati e di migliaia di bambini uccisi per “disinfettare la società”.
Invece in questi giorni di festività natalizie (come accade sovente, sia a Natale che a Pasqua) si registrano violenze verso le comunità cristiane da parte dei pastori Fulani (o, secondo altra versione, bande di predoni).
Due episodi risultano particolarmente gravi.
Secondo l’agenzia locale Hum Angle, nella zona di Kara (Stato di Kaduna) per ben tre giorni consecutivi “diversi villaggi cristiani sono stati attaccati da allevatori Fulani armati al grido di Allahu akbar”.
Tragico bilancio: decine di abitazioni incendiate e circa una quarantina di vittime.
Si tratta di un’area già colpita pesantemente in passato da eventi simili, al punto che ormai gli sfollati (profughi interni) si contano a centinaia di migliaia.
In un altro assalto armato di cui si sarebbero resi responsabili i Fulani, stavolta nei pressi di Eha Amufu (Stato di Enegu), sono morte una decina dei persone. Qui soltanto una settimana prima, nel corso di un precedente attacco, erano rimaste uccise 25 persone (sempre appartenenti alla comunità cristiana).
Di segno diverso, la notizia che - se pur molto tardivamente - la filiale della Shell dovrà versare 15 milioni di euro come parziale risarcimento per i danni ambientali nel Delta del Niger, la principale area petrolifera del Paese.
Il contenzioso risale a circa quindici anni fa, quando alcuni contadini e pescatori dei villaggi di Goi e Oruma, sostenuti da Friends of the Earth (Ong olandese) denunciarono la Shell per aver causato, con la fuoriuscita del greggio dagli oleodotti, l’impossibilità di sopravvivere per intere comunità dedite all’agricoltura e alla pesca.
Per la Shell invece si trattava degli effetti di azioni di sabotaggio o di furti nei confronti degli oleodotti.
Di diverso parere rispetto alla Shell, la Corte d’Appello dell’Aja che nel gennaio 2021, dopo averla riconosciuta colpevole, ha condannato la multinazionale del petrolio al risarcimento. Sulla cui entità si è poi svolta una trattativa tra la Ong olandese e la Shell.
Per quanto riguarda il ruolo della Shell in Nigeria, basti ricordare l’esecuzione (per impiccagione) nel 1995 dello scrittore Ken Saro-Wiwa e di altri otto militanti del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People).
Accusata nel 1996 per il possibile coinvolgimento nella repressione, la Shell nel 2009 aveva patteggiato un risarcimento di oltre 15 milioni di dollari. Non in quanto si fosse riconosciuta colpevole, ma “per aiutare il processo di riconciliazione”. Anche in questo caso, documenti alla mano, dissentivano molte organizzazioni ecologiste e di difesa dei Diritti umani.
In base a dati recenti, da quest’anno la Nigeria avrebbe perso il suo primato continentale come produttrice di petrolio (a favore dell’Angola). Ufficialmente a causa sia dei furti di greggio, sia per i numerosi oleodotti e raffinerie clandestini sorti nell’area.
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 2022/12/30 - 10:47
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Parole di Anni Sinnemäki, all’epoca moglie di Koskinen
Musica di Kerkko Koskinen
Un brano inciso dalla band finlandese Ultra Bra, fondata nel 1994 da Olli Virtaperko e Kerkko Koskinen.
Singolo estratto dall’album intitolato “Vapaaherran Elämää”
Kenule Beeson Saro-Wiwa, detto Ken (Bori, 10 ottobre 1941 – Port Harcourt, 10 novembre 1995), è stato uno scrittore, poeta, attivista e produttore televisivo nigeriano. Fu uno degli intellettuali più significativi dell'Africa postcoloniale.
[…] Fin dagli anni ottanta infatti Saro-Wiwa si fa portavoce delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger, specialmente della propria etnia Ogoni maggioritaria nella regione, nei confronti delle multinazionali responsabili di continue perdite di petrolio che danneggiano le colture di sussistenza e l'ecosistema della zona.
Nel 1990 si fa promotore del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People); il movimento ottiene risonanza internazionale con una manifestazione di 300.000 persone che Saro-Wiwa guida al suo rilascio da una detenzione di alcuni mesi comminata senza processo.
Arrestato una seconda e una terza volta nel 1994, con l'accusa di aver incitato all'omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP, Ken Saro-Wiwa viene impiccato con altri 8 attivisti del MOSOP al termine di un processo che ha suscitato le più vive proteste da parte dell'opinione pubblica internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani. Prima che venisse impiccato, Saro-Wiwa disse «Il Signore accolga la mia anima, ma la lotta continua».
Nel 1996 Jenny Green, avvocato del Center for Constitutional Rights di New York avviò una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale petrolifera nell'esecuzione di Saro-Wiwa. Il processo ha poi avuto inizio nel maggio 2009, e la Shell ha subito patteggiato accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari (11,1 milioni di euro). […] [fonte: it.wikipedia]