Των Γερμανοτσολιάδων
anonyme
Langue: grec moderne (Dialetto greco settentrionale / Northern Greek Dialect)
Εν-δυο, εν-δυο
φουστανέλα, τσαρούχ’, φούντα, φέσ’
εφτούνα τα ρούχα μι καίνι
κι αδίκως μου τάχουν φουρέσ’
-Άιν-τζβάι, άιν τζβάι
τσουλιά να μι λεν’ δε μ’ αρέσ’
ιγώ γερμανός είμι τώρα
καμάρ’ των ταγμάτων ες-ες
-Ιγώ είμ’ ιγώ κι δεν αργώ
ρουμιούς να σφάξου μάνι-μάνι
μι λεν λιφούς κι στου γιουρούς
τους τραυματίες έχου ξικάνει
-Άιν-τζβάι, άιν-τζβάι
λιφτά στου κιμέριμ΄ πουλλά
γι’ αυτά που μου λεν’ δε με νοιάζει
ο Αδόλφος μου νάνι καλά.
φουστανέλα, τσαρούχ’, φούντα, φέσ’
εφτούνα τα ρούχα μι καίνι
κι αδίκως μου τάχουν φουρέσ’
-Άιν-τζβάι, άιν τζβάι
τσουλιά να μι λεν’ δε μ’ αρέσ’
ιγώ γερμανός είμι τώρα
καμάρ’ των ταγμάτων ες-ες
-Ιγώ είμ’ ιγώ κι δεν αργώ
ρουμιούς να σφάξου μάνι-μάνι
μι λεν λιφούς κι στου γιουρούς
τους τραυματίες έχου ξικάνει
-Άιν-τζβάι, άιν-τζβάι
λιφτά στου κιμέριμ΄ πουλλά
γι’ αυτά που μου λεν’ δε με νοιάζει
ο Αδόλφος μου νάνι καλά.
envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 7/7/2015 - 06:47
Langue: italien
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
4-6 luglio 2015
4-6 luglio 2015
CANZONE DEI TAGMATASFALITES
Un-due, un-due
gonnellino, babbucce, nappa e fez
quei vestiti non mi stanno bene
ma purtroppo me li hanno fatti mettere
Ein-zwei, ein-zwei
non mi piace che mi chiamino "euzone"
ora io sono tedesco
orgoglio dei reparti esse-esse
Io sono io, e mi do da fare
a massacrare greci alla svelta
mi chiamano prode e all'assalto
ho fatto fuori i feriti
Ein-zwei, ein-zwei
di quattrini ne ho presi parecchi
e non me ne frega di quel che mi dicono,
il mio Adolf veglia bene su di me.
Un-due, un-due
gonnellino, babbucce, nappa e fez
quei vestiti non mi stanno bene
ma purtroppo me li hanno fatti mettere
Ein-zwei, ein-zwei
non mi piace che mi chiamino "euzone"
ora io sono tedesco
orgoglio dei reparti esse-esse
Io sono io, e mi do da fare
a massacrare greci alla svelta
mi chiamano prode e all'assalto
ho fatto fuori i feriti
Ein-zwei, ein-zwei
di quattrini ne ho presi parecchi
e non me ne frega di quel che mi dicono,
il mio Adolf veglia bene su di me.
Canzone molto interessante, accompagnata da una splendida introduzione "comesolotusaifare": grazie Riccardo!
Un solo appunto: nella prima foto, l'ufficiale a sinistra non è sicuramente il comandante SS Walter Schimana, ma un qualche gerarca collaborazionista greco... la divisa non è quella nazista, come si può confrontare qui, questa sì con Schimana.
Un solo appunto: nella prima foto, l'ufficiale a sinistra non è sicuramente il comandante SS Walter Schimana, ma un qualche gerarca collaborazionista greco... la divisa non è quella nazista, come si può confrontare qui, questa sì con Schimana.
Bernart Bartleby - 7/7/2015 - 08:26
Se per caso hai dato un'occhiata alla pagina di Σφυροδρέπανο da cui ho ripreso questo testo, ti sarai accorto che è letteralmente piena di canzoni resistenziali (andartika); e, aggiungo, sono tutte rarissime. "Rarissime" non significa ovviamente "dimenticate": vuol dire solo che nessuno aveva sentito il bisogno di trascriverle. La storia dei "Battaglioni di Sicurezza" dice molte, ma molte cose sulla storia greca più recente e di oggi: basti solo pensare che, prima di essere arrestato dopo l'assassinio di Pavlos Fyssas (il rapper antifascista), il leader di Alba Dorata, Michaloliakos, era andato in TV a commemorare pubblicamente gli eroici Battaglioni di Sicurezza, "eroi", "veri patrioti" eccetera. Del resto, che cosa avevano fatto i Tagmatasfalites? Anche dopo la "Liberazione" avevano riempito l'esercito e la polizia. Gli "Albadoristi" di oggi sono i nipotini perfetti di quei figuri. Urgerà quindi occuparsi ben bene di quella paginetta, a partire da subito. Quanto al resto, ho corretto immediatamente la svista che mi era sfuggita nella didascalia della foto con Rallis. Ne approfitto per qualche breve nota anche su Walter Schimana, nato come Hitler suddito austroungarico (a Troppau, o Opava, nell'attuale Repubblica Ceca). Fu uno dei primissimi membri del Partito Nazista e altissimo ufficiale delle SS, nelle quali si distinse per criminalità, carogneria, protervia e avidità. Fu catturato solo nel 1948, ma si suicidò in carcere prima di essere messo a processo a Salisburgo.
Riccardo Venturi - 7/7/2015 - 10:40
Un'autentica miniera!
Che senza il buon vecchio GPT ti toccherà scavare da solo, ahimè.
Notavo che mentre in genere i cimiteri militari sono tutti ben curati, con croci bianche ed erba all'inglese, quelli dei Tagmatasfalites sembrano oggi pressochè abbandonati, anche se almeno fino alla fine del regime dei colonnelli devono aver conosciuto ben altro splendore.
Quando penso ai collaborazionisti di ieri e di oggi, ai Tagmatasfalites e agli Albadorati, mi viene sempre in mente una massima della mi' nonna: "Il tempo passa, la morte s'avvicina e pe' i coglioni 'un c'è medicina"
Che senza il buon vecchio GPT ti toccherà scavare da solo, ahimè.
Notavo che mentre in genere i cimiteri militari sono tutti ben curati, con croci bianche ed erba all'inglese, quelli dei Tagmatasfalites sembrano oggi pressochè abbandonati, anche se almeno fino alla fine del regime dei colonnelli devono aver conosciuto ben altro splendore.
Quando penso ai collaborazionisti di ieri e di oggi, ai Tagmatasfalites e agli Albadorati, mi viene sempre in mente una massima della mi' nonna: "Il tempo passa, la morte s'avvicina e pe' i coglioni 'un c'è medicina"
Bernart Bartleby - 7/7/2015 - 11:30
A organizzare una qualche "commemorazione" a Meligalas in tempi recenti ci ha pensato, indovina chi, Alba Dorata. Non ne sono certo e dovrei andare a controllare, ma mi sembra che un paio di anni fa o tre a Meligalas ci sono stati anche degli scontri a Meligalas tra Albadoristi e antifascisti. Poiché non credo di essermi sognato questa cosa, dovrò, sì, andare a controllare.
Quel che dici a proposito della miniera da scavare da solo è purtroppo vero. Già me lo vedo il Testa che ci si sarebbe buttato a capofitto. Sono passati mesi e mesi e ancora non mi riesce capacitarmene. Ma, purtroppo o per fortuna, sono uno abituato a camminare da solo. Qualcosa ne verrà fuori anche se non potrà mai essere paragonata a quel che ha fatto Gian Piero qui dentro (e altrove).
Quel che dici a proposito della miniera da scavare da solo è purtroppo vero. Già me lo vedo il Testa che ci si sarebbe buttato a capofitto. Sono passati mesi e mesi e ancora non mi riesce capacitarmene. Ma, purtroppo o per fortuna, sono uno abituato a camminare da solo. Qualcosa ne verrà fuori anche se non potrà mai essere paragonata a quel che ha fatto Gian Piero qui dentro (e altrove).
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 7/7/2015 - 12:04
In questo articolo su Channel 4, solo qualche giorno fa, l'autore Paul Mason, parlando dei fatti di Grecia, chiudeva ricordando che gli anarchici, mentre danno alle fiamme le bandiere dell'UE, sono soliti scandire lo slogan: "“EAM, ELAS, Meligalas!”, dal che si deduce che il ricordo della Resistenza e della vendetta subita dai collaborazionisti Tagmatasfalites proprio a Meligalas nel 1944 è ancora piuttosto vivo...
Chissà che tu, scavando - accompagnato dallo spirito del grande GPT - non trovi qualche verso al proposito...
Ciao!
Chissà che tu, scavando - accompagnato dallo spirito del grande GPT - non trovi qualche verso al proposito...
Ciao!
Bernart Bartelby - 7/7/2015 - 13:36
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[1943/44]
Tutti, probabilmente, conoscono gli Euzoni, il corpo di rappresentanza dal tipicissimo costume ellenico che monta la guardia al palazzo presidenziale. Una curiosità folkloristica, si direbbe; eppure gli Euzoni (parola che significa "Ben vestiti") , durante la seconda guerra mondiale e l'occupazione nazifascista, si distinsero per collaborazionismo e crudeltà. Formavano i cosiddetti “Battaglioni di Sicurezza” (Τάγματα Ασφαλείας), costituiti durante l'occupazione agli ordini dei nazisti. In lingua greca, gli Euzoni, vale a dire i “ben vestiti” come prima si è detto, sono detti spregiativamente anche τσολιάδες (singolare: τσολιάς), parola derivata da τσόλι “cencio, straccio” (proveniente a sua volta dal turco çul, e anche nell'uso di una parola turca per questi "supergreci" c'è un che di spregiativo), per cui da “ben vestiti” passano a essere “cenciosi, straccioni”; vennero quindi detti Γερμανοτσολιάδες “straccioni tedeschi” (un altro appellativo era Ταγματασφαλίτες, tenendo conto che il suffisso -ίτες ha una valenza derogatoria insita in greco, si veda anche il [purtroppo] moderno Χρυσαυγίτες da Χρυσή Αυγή “Alba Dorata”).
Il ruolo principale dei Battaglioni di Sicurezza era combattere contro l'ELAS. Inoltre, assieme alla Polizia, i Battaglioni collaboravano attivamente con i tedeschi nella deportazione degli ebrei (a Salonicco, ad esempio, di 77.000 ebrei di cui era formata quella storica comunità ne sopravvissero solo 6500, nascondendosi nelle regioni controllate dai partigiani comunisti). Nel 1944, i quidici reparti di cui erano formati i Battaglioni vennero riuniti in un unico Battaglione denominato “Laconia” (Σύνταγμα Ασφαλείας Λακωνία), alla cui testa venne messo il luogotenente Dionysos Papadongonas (Διόνυσος Παπαδογκώνας).
La forza complessiva dei “Battaglioni di Sicurezza” era di circa 22.000 uomini, divisi in 9 battaglioni “euzonici” e in 22 battaglioni “volontari” al comando del Lieutenant General delle SS Walter Schimana. Sebbene il piano fosse quello di distribuirli su tutto il territorio greco occupato, il loro teatro di azione principale fu nella parte orientale della Grecia centrale e nel Peloponneso. A quell'epoca, l'ELAS aveva già assunto pieno controllo di oltre 1/3 della Grecia continentale. I “Battaglioni” rimasero fedeli agli occupanti tedeschi persino quando l'Occupazione stava oramai crollando; da tenere presente che erano stati formati pochissimo tempo dopo il massacro di Cefalonia (5000 soldati italiani uccisi dai nazisti nel settembre 1943 dopo la firma dell'Armistizio con gli Alleati). L'ultima missione dei Battaglioni di Sicurezza fu quella di combattere contro l'ELAS per tenerla lontana dalle strade principali usate dalle truppe tedesche per il ritiro dalla Grecia.
I Greci odiavano i “Battaglioni di Sicurezza” più per la loro crudeltà estrema e per la totale mancanza di controllo sui suoi membri, che per il loro collaborazionismo. Questi “fulgidi patrioti” che agivano per conto dell'occupante straniero sono ricordati, al pari dei loro omologhi fascisti italiani, per la violenza nei confronti della popolazione civile e per l'uccisione di migliaia di persone senza alcun processo, specialmente nel 1944. I “Battaglioni di Sicurezza” erano anche incaricati dei rifornimenti di cibo per l'esercito tedesco, tartassando così una popolazione già in preda alla carestia più dura (oltre 300.000 greci morirono letteralmente di fame). Un esempio sono gli avvenimenti dopo la battaglia di Attali, nell'isola di Eubea: i Tagmatasfalites saccheggiarono il paese, portando via 1000 oka di olio, cinque macchine da cucire, 200 oka di formaggio e persino trenta corredi da sposa completi, per il trasporto dei quali requisirono anche sessanta muli. Alla fine dell'occupazione, il loro nome era sinonimo di violenza arbitraria e di terribile crudeltà.
Anche ad Atene, nella primavera e nell'estate del 1944, i “Battaglioni di Sicurezza” compirono numerosi massacri di persone sospettate di simpatie con la sinistra. La procedura urbana dei Tagmatasfalites era la seguente: dopo un rastrellamento di un dato distretto o quartiere della capitale, per mezzo di megafoni ordinavano a tutta la popolazione di uscire dalle proprie case e di radunarsi per strada. Coloro che non obbedivano e restavano nascosti, venivano ammazzati in casa. I “Battaglioni” si servivano inoltre di numerose spie e informatori, che indicavano le vittime le quali venivano immediatamente impiccate o fucilate senza processo. Per questo motivo, parecchi soldati dei “Battaglioni” venivano attaccati dai partigiani o da semplici civili infuriati. Durante la guerra, il governo greco in esilio formulò per tutti i membri dei “Battaglioni di Sicurezza” l'accusa di alto tradimento. Dopo la liberazione, i “Battaglioni” si sbandarono; molti loro membri vennero processati e condannati a morte per collaborazionismo. Il loro creatore, il primo ministro fantoccio Ioannis Rallis, fu condannato all'ergastolo per tradimento; si trattò comunque di una sorta di condanna a morte, perché il prigioniero fu torturato a morte dalle guardie, morendo pochi mesi dopo, il 26 ottobre 1946.
La sinistra greca ha ripetutamente accusato i governi di quel periodo di utilizzare i “Battaglioni di Sicurezza” contro i comunisti, mentre altri affermano che i “Battaglioni” si unirono alle forze anticomuniste sperando di redimersi agli occhi dell'opinione pubblica. Un primo ministro di destra, Nikolas Plastiras (in carica per soli 3 mesi), si oppose comunque all'impiego degli ex collaboratori nazisti nelle nuove forze di sicurezza. Analogamente, C.M. Woodhouse, capo della missione militare britannica ma che intratteneva rapporti coi partigiani, si oppose al “riciclaggio” degli ex collaboratori nazisti fornendo al governo greco una lista di collaborazionisti da non utilizzare mai.
Finisce qui la storia? Ma niente affatto. Pochi, credo, si stupiranno di apprendere che parecchi ex ufficiali dei “Battaglioni di Sicurezza” parteciparono attivamente al colpo di stato militare del 21 aprile 1967, ancora una volta travestiti da “patrioti” agli ordini dello straniero. Anche dopo la fine della dittatura, nel 1974, diversi di loro trovarono il loro posto nelle formazioni dell'estrema destra greca. Tuttora, i nazisti di “Alba Dorata” si ispirano molto al “mito” dei Battaglioni di Sicurezza, ed è quindi comprensibile che tale storia debba essere ben conosciuta se si vuole capire meglio anche gli avvenimenti greci di oggi.
Nonostante il tipico gonnellino (foustanela, parola derivata dall'italiano “fustagno”), i Tagmatasfalites, o Germanotsoliades erano inquadrati nelle SS e portavano divise della Polizia tedesca o delle stesse SS, pur con una bandierina greca sul braccio sinistro o destro. Al momento del reclutamento, veniva fatto loro recitare il seguente giuramento in buon greco "purificato" (la famigerata καθαρεύουσα abolita solo con la fine della dittatura dei Colonnelli):
"Ὁρκίζομαι εἰς τὸν Θεὸν τὸν ἅγιον τοῦτον ὅρκον, ὅτι θὰ ὑπακούω ἀπολύτως εἰς τὰς διαταγὰς τοῦ ἀνωτάτου ἀρχηγοῦ τοῦ γερμανικοῦ στρατοῦ Ἀδόλφου Χίτλερ. Θὰ ἐκτελῶ πιστῶς ἁπάσας τὰς ἀνατεθησομένας μοῖ ὑπηρεσίας καὶ θὰ ὑπακούω ἄνευ ὅρων εἰς τὰς διαταγὰς τῶν ἀνωτέρων μου. Γνωρίζω καλῶς ὅτι διὰ μίαν ἀντίρρησιν ἐναντίον τῶν ὑποχρεώσεών μου, τὰς ὁποίας διὰ τοῦ παρόντος ἀναλαμβάνω, θέλω τιμωρηθῆ παρὰ τῶν γερμανικῶν στρατιωτικῶν νόμων".
”Compio su Dio santissimo questo giuramento: che obbedirò assolutamente agli ordini del Comandante Supremo dell'Armata Tedesca, Adolf Hitler. Compirò tutti quanti gli obblighi impostimi con leale dedizione e obbedirò incondizionatamente agli ordini dei miei superiori. So bene che per qualsiasi inadempimento ai miei obblighi, che accetto con il presente giuramento, sarò punito in base alle leggi militari tedesche.”
Come detto all'inizio, la “canzoncina” di questa pagina (del tutto, e comprensibilmente, anonima) è dedicata assai ironicamente a un “Tagmatasfalitis”, o “Germanotsoliàs”. Si usa qui proprio tale termine altamente spregiativo; e bisogna anche tenere conto che gli “Euzoni”, così tanto amati e fotografati dai turisti, in Grecia non lo sono così tanto e più o meno finiscono spesso, come i Carabinieri italiani, nelle barzellette dove sono raffigurati come ragazzotti decisamente stupidi. Poiché dovrebbero essere di alta statura, vengono reclutati non di rado nelle regioni montuose della Grecia settentrionale; è anche per questo che qui “si dà voce” al Germanotsoliàs in un dialetto quasi incomprensibile di quelle zone (potrebbe essere anche dell'isola di Lesbo, però; per qualche misteriosa ragione, il dialetto lesbico è abbastanza simile a quelli della Grecia settentrionale). Nella canzoncina, il Germanotsoliàs vuole essere un “tedesco” in tutto e per tutto: non gli piace per nulla la divisa tradizionale e vuole indossare l'uniforme delle SS, altro che. Sono d'altronde le SS che gli permettono di guadagnare un bel po' di quattrini e di mangiare a sazietà; e Adolf Hitler veglia su di lui. Per la traduzione, che mi ha fatto sudare (sudore che si è aggiunto a quello dovuto al caldo terrificante di “Flegetonte”, l'attuale ondata di calore estivo che qui a Firenze ha raggiunto i 41°), devo riconoscere il mio debito all'unica opera in mio possesso che riporta un glossario di termini dialettali greci, la Grammatik der neugriechischen Volkssprache di Albert Thumb. Un'opera tedesca, ironia della sorte. Perché i tedeschi, si sa, amano molto la Grecia e sono portatori dell'antico spirito Ellenico. Meglio che non dica altro. [RV]