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The Braes o’ Glennifer

Tannahill Weavers
Language: Scots


Tannahill Weavers

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Testo: Robert Tannahill
Melodia—”Saw ye my wee thing” anche se inizialmente il testo fu scritto per la melodia “Bonnie Dundee”

Oggi la collina è compresa in un parco, the Robertson Country Park, formato da zone boschive e dalla brughiera, sul crinale si gode la vista panoramica di Paisley e della valle del Clyde. Per la Gleniffer Braes era solito passeggiare Robert Tannahill, il poeta tessitore, un po’ un Giacomo Leopardi in versione scozzese (studi classici premettendo).

Una fanciulla si lamenta per essersi dovuta separare dal suo Johnny, partito come soldato, e ne attende il ritorno ricordando i bei tempi di quando erano insieme a passeggiare per la collina di Gleniffer. Così la stagione invernale riflette il tormento nell’animo dell’innamorata “The dark days o’ winter war simmer tae me”

terreceltiche
Keen blaws the win’ o’er the braes o’ Glennifer
The auld castle’s turrets(1) are covered wi’ snaw
How changed frae the time when I met wi’ my lover
Amang the brume bushes by Stanley green shaw(2)

The wild flowers o’ simmer were spread a’ sae bonnie
The Mavis sang sweet frae the green birkin tree
But far to the camp they ha’e marched my dear Johnnie
And now it is winter wi’ nature and me
Then ilk thing aroun’ us was blythsome and cheery
Then ilk thing aroun’ us was bonnie and braw
Now naething is heard but the win’ whistlin’ dreary
And naething is seen by the wide spreadin’ snaw
The trees are a’ bare, and the birds mute and dowie
They shake the cauld drift frae their wings as they flee
And chirp out their plaints, seeming wae for my Johnnie
‘Tis winter wi’ them and ’tis winter wi’ me
Yon caul sleety could skiffs alang the bleak mountain
And shakes the dark firs on the stey rocky brae
While doun the deep glen bawls the snaw-flooded fountain(3)
That murmur’d sae sweet to my laddie an’ me

‘Tis no’ its loud roar, on the wintry win’ swellin’
‘Tis no’ the caul’ blast brings the tear to my e’e
For, oh, gin I saw my bonnie Scots callan
The dark days o’ winter war simmer tae me

Contributed by dq82 - 2015/6/28 - 17:58




Language: English

Standard English translation by Cattia Salto
Traduzione in inglese standard di Cattia Salto
[THE HILLSIDE OF GLENNIFER]

Keen blows the wind over the hillside of Glennifer
The old castle’s turrets are covered with snow
How changed from the time when I met with my lover
Among the broom bushes by Stanley green shaw

The wild flowers of summer were spread all so bonny
The song thrush sang sweet from the green birch tree
But far to the camp they have marched my dear Johnny
And now it is winter with nature and me
Then every thing around us was blithesome and cheery
Then every thing around us was bonnie and braw
Now nothing is heard but the wind whistling dreary
And nothing is seen by the wide spreading snow
The trees are all bare, and the birds mute and sad
They shake the cold drift from their wings as they flee
And chirp out their plaints, seeming woe for my Johnnie
This is winter with them and This is winter with me
that call sleety cold blow over along the bleak mountain
And shakes the dark firs on the steep rocky hill
While down the deep glen bawls the snow-flooded fountain
That murmured so sweet to my laddie and me
This is now its loud roar, on the wintry wind swelling
This is now the cold blast brings the tear to my eye
For, oh, if I saw my bonnie Scots lad
The dark days of winter will be summer to me
1) Stanley Castle
2) la foresta di Paisley inizialmente fu suddivisa in tre grandi aree chiamate Stanely, Thornly e Fereneze, il lato nord divenne poi Paisley Braes, ovvero Braes of Gleniffer, il lato sud Fereneze Braes. “The lands of Stanely, part of the ridge of Paisley Braes, were granted by King Robert III. to Sir Robert Danyelston in 1392. One of his two daughters and co-heiresses married Sir Robert Maxwell, laird of Calderwood, in the parish of East Kilbride, and these lands, along with others, were allocated to Lady Calderwood. In the middle of the 15th century, the Maxwell family built on the lands a strong baronial residence, a massive piece of masonry, 40 feet high, which became well known by the name of Stanely Castle. The Maxwells continued in possession of the estate for several generations, and John Maxwell, in 1629, with consent of his son John, sold the estate to Jean Hamilton, dowager of Robert, fourth Lord Ross. It has con¬tinued in the Ross-Boyle families till the present time. The roof was taken off in 1714, when the “auld castle’s turrets” and the inside of the building were exposed to the inclemency of the weather. Stanely Castle, so hoary and grey, is now surrounded with a fine sheet of water,—the Reservoir of the Paisley Water Works.” (tratto da qui)
3) la zona è ricca di ruscelli e spettacolari cascate

Contributed by dq82 - 2015/6/28 - 17:59




Language: Italian

Traduzione italiana di Cattia Salto
LA COLLINA DI GLENNIFER

Lamentoso soffia il vento sulla collina di Glennifer
e i torrioni del vecchio castello sono ricoperti di neve
com’è mutato dal tempo in cui mi incontravo con il mio amore
tra i cespugli di ginestra nel verde boschetto di Stanley.
I fiori dell’estate erano tutti sbocciati così belli,
il tordo cantava dolcemente sulla verde betulla
ma lontano dall’accampamento si sono avvicinati mio caro Johnny
e adesso è inverno nella natura e dentro di me.
Allora ogni cosa intorno a noi era gioiosa e allegra,
allora ogni cosa intorno a noi era bella e giusta,
ora si sente solo il vento che soffia triste
e non si vede che neve sparsa dappertutto,
gli alberi sono tutti spogli e gli uccelli muti e tristi,
scuotono l’aria fredda dalle ali mentre fuggono
e cinguettano i loro lamenti forieri di guai per il mio Johnny.
Questo è l’Inverno per loro e questo è l’inverno per me.
Quello richiama nevischio e vento freddo sulla montagna brulla
e scuote i cupi abeti sulla ripida collina rocciosa,
mentre nella gola profonda crepita la cascata coperta dalla neve
che mormorava così dolcemente alla mia ragazza e a me.
Questo è ora il suo forte ruggito sul vento invernale che si ingrossa,
questi sono ora i colpi del freddo che mi fanno lacrimare gli occhi,
i bui giorni dell’inverno saranno la mia estate!

Contributed by dq82 - 2015/6/28 - 18:01


Purtroppo in questo periodo, e per motivi squisitamente tecnici (mi è totalmente morto il mio computer "storico" e scrivo attualmente da un aggeggino fortunatamente prestatomi da un amico), non posso stare moltissimo dietro al sito, in attesa di risolvere la situazione. Però "aleggio" sempre e vorrei quantomeno pregarvi di curare un pochino le pagine; in particolare di smetterla una buona volta di tenere premuto il tasto Caps Lock, o maiuscole che dir si voglia. Le diciture "Traduzione di [X]" si scrivono, per favore, in minuscolo. E dette traduzioni avrebbero bisogno anche che fosse tradotto il titolo (il quale è l'unica cosa che, tradizionalmente, qui va in tutte maiuscole).

Grazie per l'attenzione!

Riccardo Venturi - 2015/6/30 - 17:44


Allora non solo Dio è morto, non solo il PC è morto (e sepolto), adesso anche il tuo piccì!
Beh, l'ultima tragedia tra tutte mi sembra quella più grave: condoglianze.
Però, consolati: a me il mese scorso è morta una ussebbì con un anno cicciggì sopra... Meno male che le contribuisco di volta in volta, sennò erano cazzi! Comunque mi sono perso il mio Fairfox porteibol, tutti i segnalibri accumulati e svariate pasuord, mannagia a quella vacca di Karima El Mahroug!

Non essere triste: morto un piccì se ne fa un altro.
Un abbraccio

Bernart Bartleby - 2015/6/30 - 22:34


Per fortuna sembra che il disco düro sia salvo, il che comporterebbe la non-perdita non di un anno di CCG, ma di venticinque anni di vita e di tutto quel che ho fatto di pressoché immortale, dalla grammatica islandese a quella kelartica, dalle foto del Treggia's Blog a tutto il resto comprese le mie orrende poesie adolescenziali. E diciamo un dodici anni di CCG, compreso il file originale della raccolta primitiva del 2003. Affido tutto ad alcune sante manine. Intanto mi barcameno su un aggeggino minuscolo, che più che un notebook sembra un quaderno delle elementari; ma, come dice il nostro Marco Valdo, "ora e sempre resistenza"!

Riccardo Venturi - 2015/7/1 - 00:15




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