Den Gottverächter schalten sie dich? mit Fluch
Beschwerten sie dein Herz dir und banden dich
Und übergaben dich den Flammen,
Heiliger Mann! o warum nicht kamst du
Vom Himmel her in Flammen zurück, das Haupt
Der Lästerer zu treffen und riefst dem Sturm;
Daß er die Asche der Barbaren
Fort aus der Erd, aus der Heimat werfe!
Doch die du lebend liebtest, die dich empfing,
Den Sterbenden, die heilge Natur vergißt
Der Menschen Tun und deine Feinde
Kehrten, wie du, in den alten Frieden.
Beschwerten sie dein Herz dir und banden dich
Und übergaben dich den Flammen,
Heiliger Mann! o warum nicht kamst du
Vom Himmel her in Flammen zurück, das Haupt
Der Lästerer zu treffen und riefst dem Sturm;
Daß er die Asche der Barbaren
Fort aus der Erd, aus der Heimat werfe!
Doch die du lebend liebtest, die dich empfing,
Den Sterbenden, die heilge Natur vergißt
Der Menschen Tun und deine Feinde
Kehrten, wie du, in den alten Frieden.
envoyé par Bernart Bartleby - 3/6/2015 - 10:11
Langue: italien
Traduzione italiana da it.wikipedia. Penso si tratti della traduzione di Enzo Mandruzzato da “Friedrich Hölderlin. Le liriche”, Adelphi, 1977.
VANINI
Empio osarono dirti e d'anatemi
oppressero il tuo cuore e ti legarono
e alle fiamme ti diedero. O uomo
sacro! perché non discendesti in fiamme
dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi
e la tempesta tu non invocasti
che spazzasse le ceneri dei barbari
dalla patria lontano e dalla terra!
Ma pur colei che tu già vivo amasti,
sacra Natura te morente accolse,
del loro agire dimentica i nemici
con te raccolse nell'antica pace.
Empio osarono dirti e d'anatemi
oppressero il tuo cuore e ti legarono
e alle fiamme ti diedero. O uomo
sacro! perché non discendesti in fiamme
dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi
e la tempesta tu non invocasti
che spazzasse le ceneri dei barbari
dalla patria lontano e dalla terra!
Ma pur colei che tu già vivo amasti,
sacra Natura te morente accolse,
del loro agire dimentica i nemici
con te raccolse nell'antica pace.
envoyé par Bernart Bartleby - 3/6/2015 - 10:12
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Versi del grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin (1770-1843), nella raccolta “Gedichte 1784-1800”.
Musica del compositore austriaco Josef Matthias Hauer (1883-1959) nella sua opera “Fünf Lieder”, 1914.
Poesia dedicata a Giulio Cesare Vanini (1585-1619), filosofo, teologo, naturalista libero pensatore originario del Salento.
Ordinato frate carmelitano, poi transitato all’anglicanesimo e quindi tornato al cattolicesimo, spirito inquieto, profondamente critico verso il papato e convinto della necessità del superamento di una teologia d’impianto ancora medievale, razionalista radicale propugnatore dell’autonomia della ragione e della natura, innovatore della tradizione cristiana considerato eversore dai tradizionalisti, Giulio Cesare Vanini visse tra Inghilterra, Francia e Italia sempre spiato e braccato dagli sgherri dell’Inquisizione, fino a quando si decisero ad arrestarlo a Tolosa nel 1618.
Vanini fu condannato come ateo e bestemmiatore. Il 9 febbraio 1619 fu giustiziato: il supplizio consistette nell’estirpazione della lingua, strangolamento e quindi rogo del cadavere.
Arthur Schopenhauer (1788-1860)
Su Vanini ed il suo pensiero si legga Morire allegramente da filosofi
Giulio Cesare Vanini, “De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor”, 1616.