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Crv

Angel's Breath
Language: Serbian


Angel's Breath

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(Dino Merlin)
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[1994]
Testo / Lyircs / Tekst: Milan Mladenović
Musica / Music / Muzika: Milan Mladenović - Mitar Subotić "Suba"
Album: Angel's Breath

angelsbreath.


"Ovaj album predstavlja nastavak mog rada u borbi protiv primitivizma u današnjoj kulturi, koji je uzeo maha uglavnom zbog nemilosrdnih političkih igara moći, koje su prouzrokovale sveopšte udaljavanje od spiritualnog."

"This album represents a continuation of my work in fighting against primitivism in today's culture, which had taken its toll mostly due to the ruthless political power games, causing an overall departure from the spiritual"

“Questo album rappresenta una continuazione del mio lavoro di lotta contro il primitivismo della cultura odierna, che ha preteso il suo tributo di vittime grazie agli spietati giochi politici di potere e ha causato un generale allontanamento dalla spiritualità.”
- Milan Mladenović.

La storia degli Angel's Breath è tragica come tragico è il periodo del loro paese in quel periodo. 1994, le guerre jugoslave ancora in corso, l'espatrio e la coscienza della distruzione di un intero spirito, oltre a quella materiale e umana. Ma facciamo un passo indietro, al 1985.

Milan Mladenović.
Milan Mladenović.
In quell'anno, il musicista serbo Milan Mladenović, nato il 21 settembre 1958 e figlio di un serbo e di una croata, è il leader della rock band belgradese Ekatarina Velika; assieme a due altri musicisti rock jugoslavi, Mitar “Suba” Subotić (nato il 23 giugno 1961 a Novi Sad) e Goran Vejvoda (nato nel 1956 a Londra e figlio dell'ambasciatore jugoslavo nel Regno Unito Ivo Vejvoda, ex combattente nella Guerra di Spagna e ex partigiano), decidono di fondare un “project” che chiamano, in serbocroato, Dah Anđela (“Il respiro dell'angelo”): I tre cominciano a scrivere e a comporre, esibendosi più volte a Belgrado; ma, per motivi e obblighi personali, la band si scioglie ben presto e il progetto cessa di esistere.

Mitar "Suba" Subotić.
Mitar "Suba" Subotić.
All'inizio degli anni '90, poco prima dell'inizio delle guerre jugoslave, Mitar Subotić si trasferisce a San Paolo del Brasile, dove continua a lavorare come musicista e produttore; Mladenović continua invece a vivere in Serbia, assistendo alla dissoluzione violenta della Jugoslavia ed al prevalere delle “facce senza volto” che sono le protagoniste di questo brano. Nella primavera del 1994, Milan Mladenović raggiunge Mitar Subotić a San Paolo, deciso a riattivare il progetto ora intitolato, in inglese, Angel's Breath e a incidere tutto il materiale che era stato scritto in precedenza. Il progetto Angel's Breath “rinasce” quindi in Brasile, assieme ai musicisti brasiliani Fabio Golfetti (chitarra), João Parahyba (percussioni), Madalena e Marisa Orth (coriste). L'album Angel's Breath esce presso la casa Imago nello stesso 1994, con tutte le canzoni scritte da Milan Mladenović.

Pur essendo inserito nella situazione jugoslava del tempo, l'album intendeva avere un valore di denuncia più generale e, si potrebbe dire, globale; secondo le parole dello stesso Mladenović, era una “continuazione del suo lavoro di lotta contro il primitivismo della cultura odierna, che ha preteso il suo tributo di vittime grazie agli spietati giochi politici di potere e ha causato un generale allontanamento dalla spiritualità.” Ciononostante, Crv (“Verme”), che ne è il brano più rappresentativo e celebrato, si riferisce palesemente a tutto ciò che l'autore aveva dovuto vivere, vedere e sperimentare in quegli anni di “strepito disordinato e insensato”; di egoismi, di spietatezza. Le guerre jugoslave e i loro protagonisti, insomma; gli agitatori nazionalisti di ogni “etnia”, le “facce senza lacrime e senza volto”, i ballerini delle danze rituali in trance “in un mondo che esiste solo nelle loro teste”. Il ritornello del brano elenca le loro caratteristiche: “Cicatrice, bara e verme; facce, pelo e sangue”. In queste sei semplici parole si possono riconoscere tutti quanti, i Tuđman come i Milošević, i Karadžić come i Mladić, gli ustaša, i violentatori, gli stupratori, gli agitatori prezzolati e tutti coloro che li sostenevano da qualsiasi parte in quel macello della carne e dello spirito.

Ho avuto modo di vedere coi miei occhi, in quegli anni, i risultati di quel massacro; una delle tante cose che, allora, mi colpirono fu la presenza palpabile di una “colonna sonora”. Rock bands serbe, croate, bosniache e d'ogni parte che incitavano alla guerra nazionalista e al macello. Una canzone come questa, da parte di una rock band esiliata, si potrebbe considerare un'eccezione da parte di chi si era rifiutato di mandare il cervello all'ammasso.

Milan Mladenović, in quel 1994, non rimase in Brasile; se ne andò prima a Parigi, dove registrò il video per “Crv” (quello che proponiamo, restaurato, in questa pagina) e poi tornò a Belgrado, dove intendeva riattivare la propria band, l'Ekatarina Velika. Il 24 agosto 1994 tenne un concerto a Budva, in Montenegro, in occasione del festival Pjesma Mediterana (“Canzone Mediterranea”), ma il giorno dopo fu colto da un malore e ricoverato in ospedale dove gli fu diagnosticato un cancro al pancreas senza nessuna speranza. Morì poco più di due mesi dopo, il 5 novembre 1994 a Belgrado, all'età di 36 anni. Il suo amico Mitar Subotić rimase invece in Brasile, dove fece uscire un album come solista, São Paulo Confessions. L'album uscì alla fine di ottobre del 1999, dedicato alla memoria di Milan Mladenović; pochi giorni dopo, il 2 novembre 1999, Mitar Subotić si trovava nel suo studio di registrazione assieme all'artista Bebel Gilberto, da lui recentemente scoperta, quando scoppiò all'improvviso un incendio dovuto a un corto circuito. Nel tentativo di salvare il materiale appena registato, Mitar Subotić morì asfissiato dal fumo; aveva 38 anni. Il materiale che aveva tentato di salvare era quello dell'album Tanto tempo di Bebel Gilberto, che, alla sua uscita, divenne l'album brasiliano più venduto di tutti i tempi al di fuori del Brasile.
Vi slepi, vi gluvi, vi sebični ljudi
što pravite buku bez reda i smisla
bez zašto i zato, za koga i kako
bez pitanja koje bi možda osušilo
ponosni osmeh na licu bez suza
na licu što nikada obraz okrenulo nije

Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv
Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv

Vi nemi igrači svog obrednog plesa
vi srećni u transu
u svetu što postoji
samo u glavama
ljudi bez skrupula, ljudi bez milosti
ljudi bez sećanja
vi što ne znate pljuskove
zvuka boje i mirisa
vi ljudi bez pameti

Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv
Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv

Vi ljudi bez pameti

Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv
Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv

Vi ljudi bez milosti

Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv
Brazgotina sanduk i crv
obrazi dlaka i krv

Vi ljudi bez milosti.

Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/25 - 15:54




Language: Italian

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
25 maggio 2015

milan
VERME

Voi ciechi, voi sordi, voi gente egoista
che fate strepito disordinato e insensato
senza un perché e senza un per come
senza una domanda che potrebbe seccare
un sorriso fiero su una faccia senza lacrime
su una faccia che mai è diventata un volto

Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue
Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue

Voi che ballate muti la vostra danza rituale
voi contenti in trance
in un mondo che esiste
solo nelle vostre teste
gente senza scrupoli e senza pietà
gente senza un ricordo
voi che non conoscete un temporale,
un suono, un colore, un odore
voi gente senza memoria

Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue
Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue

Voi gente senza memoria

Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue
Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue

Voi gente senza pietà

Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue
Cicatrice bara e verme
facce pelo e sangue

Voi gente senza pietà.

2015/5/25 - 16:37




Language: French

Version française – VERMINES – Marco Valdo M.I. – 2015
d'après la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson serbe – Crv – Angel's Breath – 1994
Texte : Milan Mladenović
Musique : Milan Mladenović - Mitar Subotić "Suba"
Album : Angel's Breath

 ...une face qui n'est jamais devenue visage.
...une face qui n'est jamais devenue visage.



« Cet album représente une continuation de mon travail de lutte contre le primitivisme de la culture d'aujourd’hui, qui a obtenu son lot de victimes grâce aux impitoyables jeux politiques du pouvoir et a causé un éloignement général de la spiritualité.  » – Milan Mladenović.



L'histoire du groupe Angel's Breath est tragique comme tragique est la période de leur pays dans cette période. 1994, les guerres yougoslaves encore en cours, l'expatriation et la conscience de la destruction de tout un esprit, outre la destruction matérielle et humaine. Mais faisons un pas en arrière, à 1985. Cette année-là, le musicien serbe Milan Mladenović, né le 21 septembre 1958 et fils d'un Serbe et d'une Croate, est le leader du rock band belgradois Ekatarina Velika ; avec deux autres musiciens rock yougoslaves, Mitar « Suba » Subotić (né le 23 juin 1961 à Novi Sad) et Goran Vejvoda (né en 1956 à Londres et fils de l'ambassadeur yougoslave au Royaume-Uni Ivo Vejvoda, ancien combattant dans la Guerre d'Espagne et ancien partisan), décide de fonder un « projet » qu'ils appellent, en serbo-croate, Dah Anđela (« le souffle de l'ange »). Les trois commencent à écrire et à composer, en se produisant plusieurs fois à Belgrade ; mais, pour des raisons et des obligations personnelles, le groupe se délite bien vite et le projet cesse d'exister.


Au début des années 90, peu avant le début des guerres yougoslaves, Mitar Subotić se transfère à São Paulo au Brésil, où il continue à travailler comme musicien et producteur ; par contre, Mladenović continue à vivre en Serbie, en assistant à la dissolution violente de la Yougoslavie et à prédominance des « faces sans visage » qui sont les protagonistes de ce morceau. Au printemps 1994, Milan Mladenović rejoint Mitar Subotić à São Paulo, décidé à réactiver leur projet maintenant intitulé, en anglais, Angel's Breath et à graver tout ce qui avait été écrit auparavant. Le projet Angel's Breath « renaît » donc au Brésil, avec les musiciens brésiliens Fabio Golfetti (guitare), João Parahyba (percussions), Madalena et Marisa Orth (choristes). L'album Angel's Breath sort chez Imago en 1994, avec toutes les chansons écrites de Milan Mladenović.

Même s'il parlait de la situation yougoslave de ce temps, l'album entendait avoir une valeur de dénonciation plus générale et, pourrait-on dire, globale ; selon les mots du même Mladenović, c'était une « continuation de son travail de lutte contre le primitivisme de la culture d'aujourd’hui, qui a fourni son lot de victimes grâce aux impitoyables jeux politiques du pouvoir et a causé un éloignement général de la spiritualité. » Malgré cela, Crv (« Vermine »), qui en est le morceau le plus représentatif et le plus célébré, se réfère manifestement à tout ce que l'auteur avait dû vivre, voir et expérimenter dans ces années de « brouhaha désordonné et insensé » ; d'égoïsmes, de cruauté. Les guerres yougoslaves et leurs protagonistes, en somme ; les agitateurs nationalistes de chaque « ethnie », les « figures sans larmes et sans visage », les danseurs des danses rituelles en transe « dans un monde qui existe seul dans leurs têtes ». Le refrain du morceau énumère leurs caractéristiques : « Cicatrice, cercueil et vermine. Visage, poil et sang.». Dans ces simples mots, ils peuvent tous se reconnaître : Tuđman comme Milošević, Karadžić comme Mladić, les oustachis, les violents, les violeurs, les agitateurs stipendiés et tous ceux qui les soutenaient de n'importe quel côté dans ce massacre de la chair et de l’esprit.

J'ai eu l'occasion de voir de mes yeux, ces années-là, les résultats de ce massacre ; une des tant de choses qui, alors, me frappèrent fut la présence palpable d'une « colonne sonore ». Rock bands serbes, croates, bosniaques et de chaque côté qui incitaient à la guerre nationaliste et au massacre. Une chanson comme celle-ci, de la part d'un rock band exilé, pourrait être considérée comme une exception de la part de ceux-là qui s'étaient refusé à hurler avec les loups.

Milan Mladenović, en 1994, ne resta pas à Brésil ; il alla d'abord à Paris, où il enregistra la vidéo pour « Crv » – VERMINES (que nous proposons, restaurée, dans cette page) et ensuite il retourna à Belgrade, où il entendait réactiver son band, Ekatarina Velika. Le 24 août 1994, il donna un concert à Budva, au Montenegro, à l'occasion du festival Pjesma Mediterana (« Chanson Méditerranéenne »), mais le lendemain fut pris d'un malaise et hospitalisé ; on diagnostiqua un cancer au pancréas sans aucun espoir. Il mourut un peu plus de deux mois après, le 5 novembre 1994 à Belgrade, à l'âge de 36 ans. Son ami Mitar Subotić resta par contre au Brésil, où il sortit un album comme soliste : « São Paulo Confessions ». L'album sortit à la fin octobre 1999, dédié à la mémoire de Milan Mladenović ; quelques jours après, le 2 novembre 1999, Mitar Subotić se trouvait dans son studio d'enregistrement en compagnie de l'artiste Bebel Gilberto, qu'il avait récemment découvert, lorsqu'éclata tout à coup un incendie dû à un court circuit. Dans une tentative de sauver le matériel à peine enregistré, Mitar Subotić mourut asphyxié par la fumée ; il avait 38 ans. Le matériel qui avait tenté de sauver était celui de l'album Tanto tempo de Bebel Gilberto, qui, à sa sortie, devînt l'album brésilien plus vendu de tous les temps hors du Brésil.
VERMINES

Vous les aveugles, vous les sourds, vous les gens égoïstes
Qui faites un brouhaha désordonné et insensé
Sans pourquoi, sans comment,
Sans une question qui pourrait dessécher
Un sourire fier sur une figure sans larmes,
Sur une face qui n'est jamais devenue visage.

Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.
Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.

Vous qui dansez muets votre danse rituelle,
Vous les béats en transe
Dans un monde qui existe
Seulement dans vos têtes,
Gens sans pitié, gens sans scrupules,
Gens sans mémoire,
Vous qui ne connaissez pas l'orage,
Un son, une couleur, une fragrance,
Vous les gens sans mémoire.

Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.
Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.

Vous les gens sans mémoire.

Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.
Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.

Vous les gens sans pitié.

Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.
Cicatrice, cercueil et vermine.
Visage, poil et sang.

Vous les gens sans pitié.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2015/5/26 - 22:13




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