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Marsz Gusenowski

Konstanty Ćwierk
Langue: polonais


Konstanty Ćwierk

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(Lubomir Szopiński)
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(Kabaryna)


[1943?]
Versi di Konstanty Ćwierk (1895-1944), scrittore e poeta.
Musica di Gracjan Guziński (1907-1993), compositore, musicista e docente di musica.
Testo trovato sul volumetto intitolato “Ocalone We Wspomnieniach – Wspomnienia byłych więźniów politycznych hitlerowskich więzień i obozów koncentracyjnych” edito nel 2011 dalla Biblioteca comunale di Koszalin, Polonia
Trovo il brano nel disco di Stanisław Grzesiuk (1918-1963, scrittore, poeta, cantante e commediografo) intitolato “Piosenki warszawskiej ulicy”.

Piosenki warszawskiej ulicy

Konstanty Ćwierk è stato autore di centinaia di poesie, racconti, romanzi, radiodrammi e sceneggiature. Arrestato dalla Gestapo nel maggio del 1940, fu internato prima a Dachau e poi a Mauthausen-Gusen, dove divenne il principale organizzatore della vita culturale nel campo. Ammalatosi gravemente a causa delle condizioni di prigionia, Konstanty Ćwierk morì a Mauthausen il 20 agosto 1944. Il compositore Lubomir Szopiński con alcuni cantori si recò al capezzale dello scrittore e poeta moribondo e lì intonarono alcune canzoni per confortarlo. Quando un kapo intimò al gruppo di smettere, Szopiński e i suoi amici non obbedirono e così furono brutalmente picchiati e cacciati dall’area dell’ospedale.



Gracjan Guziński, compositore, anche lui fu arrestato nel 1940 e rinchiuso a Dachau prima e poi a Mauthausen-Gusen, dove compose le musiche di molte canzoni assai popolari nel campo. Guziński sopravvisse alla prigionia fino alla liberazione, avvenuta il 5 maggio 1945 ad opera delle truppe americane.



Stanisław Grzesiuk, interprete di questa canzone, fu arrestato nel 1940 e spedito in Germania a lavorare come schiavo. Dopo pochi mesi fu trasferito a Dachau, da dove tentò inutilmente la fuga. Rinchiuso infine a Mauthausen-Gusen, vi rimase fino alla liberazione del campo. A guerra finita si dedicò alla canzone popolare e, in particolare, al recupero del dialetto che si parlava a Varsavia prima della guerra, che aveva rischiato di scomparire con la completa distruzione della città e dei suoi abitanti da poarte dei nazisti. Con la salute minata dalla tubercolosi contratta nella prigionia, Stanisław Grzesiuk si spense ancora giovane nel 1963.



Quello dei prigionieri a Mauthausen e nei sottocampi di Gusen era davvero un calvario: sopra erano costretti a costruire una potente fortezza in blocchi di granito che venivano tagliati a mano nella sottostante cava, raccordata al campo da una enorme e ripida scala, sempre in granito, la cosiddetta “Scala della morte” che ogni giorno inghiottiva vite umane… A Gusen I, II e III i prigionieri lavoravano invece nelle viscere della terra all’allestimento di grandi tunnel per ospitare alcuni impianti bellici dei nazisti.



Il campo – o, meglio, i campi – di Mauthausen-Gusen furono gestiti dal 1939 al 1945 da Franz Ziereis e da una guarnigione di SS-Totenkopfverbände, un manipolo di sadici, killer seriali e criminali di guerra il cui unico scopo era quello di ammazzare – di fatica, di fame, di vessazioni, di torture, di pallottole – quanta più gente gli riuscisse: fecero circa 130.000 morti. Nel 1945 Franz Ziereis fu catturato dagli americani mentre cercava di fuggire, rimase ferito in uno scontro a fuoco e morì in un ospedale militare qualche giorno dopo… Il suo corpo fu lasciato nelle mani degli ex-prigionieri: denudato ed oltraggiato fu lasciato appeso ai reticolati del campo.
Już przebrzmiał łom,
i świat swą zmienia twarz.
Ojcowski dom
na powrót czeka nas.

Pójdziemy w jasny dzień,
z zasobem nowych sił,
więc żegnaj nam,
świecie kamiennych brył.

envoyé par Bernart Bartleby - 12/5/2015 - 14:53




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