Son senza patria i soldi dei padroni,
son soldi viaggiatori come piccioni.
Per viaggi d'affare o di piacere
i capitali varcano le frontiere.
Sono mille e più miliardi che anno per anno
traversan le frontiere e se ne vanno,
e noi lavoratori senza lavoro
dobbiamo per mangiare viaggiar con loro.
I soldi che gli agrari ci han tolto via
fan tappa su in Piemonte e in Lombardia,
e qui si riproducono per contanti
poi se ne vanno all'estero tutti quanti.
I soldi dei padroni van dritti dritti
dovunque possan trarre maggior profitti
e noi passo per passo, metro per metro,
dobbiamo per mangiare tenergli dietro.
Avevo già arricchito più di un padrone
faccendo da bracciante nel meridione.
E poi nel nord o all'estero, da operaio,
ne ho fatti venir ricchi qualche migliaio.
La regola da trarre è solo una:
ci dicon di emigrare per far fortuna.
Certo si fa fortuna, ma si dimostra,
che noi facciamo la loro ma non la nostra.
I soldi dei padroni che fuggon via
danneggiano la nostra economia
perchè danno un passivo dei più imponenti
alla nostra bilancia dei pagamenti.
Ma la bilancia torna a funzionare
purchè noi si continui ad emigrare
ed a spedire a casa quei bei contanti
che sono le rimesse degli emigranti.
Ma occorre che gli passi quel brutto vizio
che i soldi ci abbian sempre al loro servizio.
Deve essere il contrario e prima o poi
dovranno essere i soldi a servir noi.
La rabbia che han portato i nostri fratelli
all'Alfa, ed alla Fiat e alla Pirelli
noi la dobbiam portare per tutta Europa
spazzando via i padroni come una scopa.
Perchè il padrone è uno, non ci si sbaglia,
che faccia i soldi all'estero o qui in Italia.
I soldi lui li fa sul nostro lavoro
e poi li manda all'estero e noi con loro.
Noi non vogliamo essere mai più esiliati
ma ormai protagonisti e organizzati.
Dobbiamo farla finita ed essere pronti
a giunger presto alla resa dei conti.
son soldi viaggiatori come piccioni.
Per viaggi d'affare o di piacere
i capitali varcano le frontiere.
Sono mille e più miliardi che anno per anno
traversan le frontiere e se ne vanno,
e noi lavoratori senza lavoro
dobbiamo per mangiare viaggiar con loro.
I soldi che gli agrari ci han tolto via
fan tappa su in Piemonte e in Lombardia,
e qui si riproducono per contanti
poi se ne vanno all'estero tutti quanti.
I soldi dei padroni van dritti dritti
dovunque possan trarre maggior profitti
e noi passo per passo, metro per metro,
dobbiamo per mangiare tenergli dietro.
Avevo già arricchito più di un padrone
faccendo da bracciante nel meridione.
E poi nel nord o all'estero, da operaio,
ne ho fatti venir ricchi qualche migliaio.
La regola da trarre è solo una:
ci dicon di emigrare per far fortuna.
Certo si fa fortuna, ma si dimostra,
che noi facciamo la loro ma non la nostra.
I soldi dei padroni che fuggon via
danneggiano la nostra economia
perchè danno un passivo dei più imponenti
alla nostra bilancia dei pagamenti.
Ma la bilancia torna a funzionare
purchè noi si continui ad emigrare
ed a spedire a casa quei bei contanti
che sono le rimesse degli emigranti.
Ma occorre che gli passi quel brutto vizio
che i soldi ci abbian sempre al loro servizio.
Deve essere il contrario e prima o poi
dovranno essere i soldi a servir noi.
La rabbia che han portato i nostri fratelli
all'Alfa, ed alla Fiat e alla Pirelli
noi la dobbiam portare per tutta Europa
spazzando via i padroni come una scopa.
Perchè il padrone è uno, non ci si sbaglia,
che faccia i soldi all'estero o qui in Italia.
I soldi lui li fa sul nostro lavoro
e poi li manda all'estero e noi con loro.
Noi non vogliamo essere mai più esiliati
ma ormai protagonisti e organizzati.
Dobbiamo farla finita ed essere pronti
a giunger presto alla resa dei conti.
envoyé par Bernart Bartleby - 10/4/2015 - 10:59
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Parole e musica di Fausto Amodei
Nell’album intitolato “Se non li conoscete” pubblicato da I Dischi del Sole
Testo trovato su Il Deposito
Canzone interpretata anche da Rosa Balistreri all’epoca della sua partecipazione al Canzoniere Italiano, esperienza direttamente collegata al Cantacronache.